Palermo boicotta Omsa
Alla base del licenziamento delle operaie sta la sete di profitto incondizionato: l’azienda infatti sembra godere di ottima salute dal punto di vista finanziario ma non contenta di ciò ha deciso di delocalizzare la produzione verso paesi terzi dove il lavoro viene pagato a costo zero (il minimo indispensabile per la sopravvivenza) perpetuando così sfruttamento su sfruttamento. Questo è ciò che accade nel turbolento e contraddittorio mondo del lavoro dove tagli e licenziamenti sono all’ordine del giorno e dove la crisi creata da banche e speculatori la fa da padrona sulla vita di studenti, precari, operai e senza casa. La mancanza di qualunque scrupolo da parte della Omsa è però riuscita a sollevare il dissenso e la rabbia di quanti hanno deciso di solidarizzare con la lotta di queste lavoratrici e scendere in piazza per fare sentire le proprie ragioni.
Anche Palermo ha aderito alla giornata di boicottaggio contro la Omsa per esprimere la piena solidarietà alle lavoratrici e ribadire il proprio dissenso nei confronti dello stato di cose presenti. Una cinquantina di militanti del Collettivo Anillo de Fuego si sono date appuntamento davanti al Teatro Massimo per organizzare un presidio e volantinare le ragioni della protesta ricevendo la piena approvazione della cittadinanza. Il presidio si è successivamente spostato di fronte il Golden Point di via Maqueda, dando vita ad azioni di disturbo (megafonaggi e volantinaggi) simboliche e comunicative volte a sensibilizzare i passanti e ad impedire all’azienda, in tempo di saldi, di fare ulteriori profitti, ricordando alla Omsa che le scelte di produzione non possono passare sulla vita delle lavoratrici. Durante l’iniziativa è stato affisso uno striscione con su scritto “Boicotta Omsa, solidarietà alla lavoratrici licenziate”.
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