Asilo sotto sgombero, occupanti sul tetto, corteo serale
È prima dell’alba che decine di camionette in assetto anti-sommossa sono sbarcate all’Asilo di via alessandria, occupato dal 1995. Mentre alcuni occupanti riuscivano a raggiungere il tetto, è iniziato un vero e proprio assedio intorno alla palazzina. Tutt’intorno scene surreali, con una polizia in stile rambo che ha bloccato contro il muro una decina di solidali per ore, mentre altri venivano caricati fin dentro il centro cittadino per il solo fatto di essersi voluti avvicinare alle persone sul tetto. Uno sgombero condotta nel grottesco stile spettacolare a cui ci ha abituato la Questura di Torino, in cui l’ingente spiegamento di forze non serve tanto a gestire l’ordine pubblico quanto ad attestare la pericolosità degli sgomberati. Non si tratta solo di isolare e prevenire l’espressione di qualsiasi solidarietà, la paura che rimanda l’invasione di un quartiere da parte centinaia di robocop armati di tutto punto diventa incarnazione e testimonianza della paura che devono suscitare gli occupanti. Un quartiere, quello di Aurora, sui planavano da tempo gli avvoltoi di interessi speculativi legati al rilancio di una zona molto appetitosa, a ridosso del centro, destinata a diventare un polo di Torino capitale del food e in cui la presenza dell’asilo risultava nota stonata.
Come spesso accade, questura e procura si sono mosse a braccetto, accompagnando allo sgombero un’indagine volta a far rientrare le lotte portate contro i centri di espulsione per migranti (già CIE ora CPR) nelle casella delle attività definite con finalità “terroristiche”.
Dopo comunicati trionfanti della questura (che non aveva fatto i conti con la tenacità degli occupanti che sono tutt’ora sul tetto) e la diretta facebook di Marrone, nomen omen, consigliere di Fratelli d’Italia che si è svegliato di buon’ora per nascondersi dietro la polizia e gongolare davanti all’asilo augurandosi anche lo sgombero dell’askatasuna, è arrivata anche la comunicazione della sindaca che ci ha tenuto a prendere parola. Scelta piuttosto inusuale davanti a un’operazione “di pubblica sicurezza” che la dice già lunga sull’assoluta contiguità in cui si trovano politica e polizia ormai l’una il prolungamento dell’altra. Al di là dell’opportunità, il contenuto della presa di parola della sindaca è carica di significati politici e fanno accapponare la pelle. L’operazione di sgombero è sguaiatamente definita “momento atteso” attestando una volta di più che la funzione avuta dal movimento 5 stelle a livello cittadino è stato precursore degli sviluppi nazionali. Consentire le peggiori politiche di estrema destra investendole di un’aura che non avrebbero mai avuto senza il contributo pentastellato: quella del cambiamento.
Alla sera è arrivata la risposta cittadina. Mentre intorno all’Asilo la polizia si sforzava di mantenere un’atmosfera spettrale, con il traffico bloccato per un perimetro di cento metri e decine di agenti a ogni angolo di accesso, un corteo di diverse centinaia di persone si è mosso dopo un’assemblea a radio-blackout tentando di raggiungere gli occupanti ancora asserragliati sul tetto. Sono seguiti scontri e cariche, col corteo che si è poi diretto verso il centro seminando barricate dopo il suo passaggio.
Mentre il questore ostenta nonchalance convincendosi che gli occupanti scenderanno da soli, la resistenza continua…
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