Roma. Quando è possibile immaginare una città diversa.
Dopo diversi anni di occupazione e di lavori per riqualificare uno spazio abbandonato, viene riconosciuto il valore politico e sociale alla Palestra Popolare del Quarticciolo con l’assegnazione dei locali.
Un passaggio importante che segna una distanza da chi narra le periferie come luoghi di spaccio e di degrado, deserti privi di speranza. Un esperienza, quella del Quarticciolo, che dimostra che le lotte possono costruire e dare tanto a chi decide di unirsi e percorrere insieme questa strada. Riportiamo il testo diffuso dalla palestra.
La Palestra popolare Quarticciolo ha compiuto tre anni lo scorso settembre e oggi raggiunge una tappa importante. Una delle tante a cui ambisce. Il lavoro politico e sociale di questi pochi ma intensi anni, ha permesso di ottenere l’assegnazione formale dei locali delle ex caldaie delle case Ater del Quarticciolo. Abbandonate da decenni sono state recuperate dal quartiere nel 2016, ristrutturate con le forze e i limiti delle possibilità dell’autorganizzazione popolare e adibite a palestra libera e accessibile a chiunque. Dalla borgata e per la borgata, perché questa è Quarticciolo, lo sport popolare ha invaso le strade del quartiere e ha coinvolto giovani, bambini, anziani, uomini e donne di tutte le età. Lo sport è stato veicolo di aggregazione, socialità, buon vivere, educazione alla cura del proprio corpo, possibilità per tanti e tante di conoscere e viaggiare incontrando atleti e atlete di tutto il mondo.
Oggi la palestra è stata riconosciuta per il suo valore sociale e politico attraverso l’assegnazione dei locali occupati e già ristrutturati con le nostre forze. Grazie a questo riconoscimento da parte di Ater avremo la possibilità di garantire tutti i servizi che una palestra può dare. La messa in sicurezza dei locali, il riscaldamento, l’allaccio delle utenze, l’accesso alle disabilità e non solo: molte di più sono le porte che ci immaginiamo di spalancare. Lo sport in questo paese, soprattutto a certi livelli, è inaccessibile per tanti e tante. Noi pensiamo, invece, che sia necessario lottare perché anche il più piccolo degli atleti dall’ultimo dei quartieri possa competere a livello nazionale e internazionale strappando il monopolio di questo privilegio ai pochi e restituendolo a chi non ha le possibilità economiche.
L’assegnazione della palestra è un primo passo, solo il primo, di tutti quelli che ancora restano da fare e abbiamo grosse ambizioni. Ci incoraggia il fatto che questa non è e non sarà una possibilità esclusivamente nostra, ma una possibilità di tutti. Pensiamo di aver aperto una strada che chi vuole può percorrere. Abbiamo condiviso con tanti e tante, non solo con chi ha la passione per lo sport popolare come noi, aspirazioni e difficoltà, abbiamo condiviso un percorso intrapreso e vogliamo condividere anche questa piccola vittoria sapendo che è collettiva, di tutte quelle borgate che vorranno fare dello sport popolare uno strumento di riscatto. Crediamo, infatti, che tutto ciò che ci circonda ha un prezzo, anche la più semplice delle relazioni.
E’ possibile, invece, sottrarre la vita, quella quotidiana, alla barbarie gettando le basi per un vivere comune differente che possa offrire e pretendere sempre di più. E’ un processo, una scommessa, un varco. E’ possibile immaginare una città a partire dalle persone che la vivono. E’ possibile sedimentare pratiche riconosciute fuori dal vittimismo e della retorica che assedia le periferie. Nel mondo dove tutto è mercificato costruire comunità aprendo spazi è possibile e ancora una volta proviamo a dare forma alla città dal deserto a cui si oppone.
Dalla Borgata per la Borgata.
Palestra Popolare Quarticciolo
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