Dietro la lotta alla pedofilia, i neonazisti di Lealtà Azione
Per l’ottavo anno consecutivo a Milano i neofascisti di Lealtà azione, passando attraverso le associazioni “benefiche” collaterali, La caramella buona e Bran.co, hanno programmato per il prossimo 7 giugno il torneo di calcetto “Un calcio alla pedofilia”. La Presidenza delle Regione Lombardia, nella seduta del 18 maggio, ha concesso il patrocinio gratuito. La vicepresidente Sara Valmaggi (PD) ha affermato che è «sbagliato dare patrocinio all’iniziativa organizzata da una formazione di estrema destra», anche se «il contrasto alla pedofilia è un tema importantissimo».
Toni decisamente più preoccupati sono stati invece espressi dal presidente del Consiglio di Zona 7 Lorenzo Zacchetti. Si tratta di «un’indecente strumentalizzazione», ha sottolineato, perché il torneo di calcetto, «dietro il nobile scopo di raccogliere fondi per le associazioni che combattono questa piaga, nasconde la propaganda di ideali che non hanno diritto di cittadinanza, in quanto costituiscono reato». Gli ideali di Lealtà azione si ispirano, infatti, a personaggi come Léon Degrelle, combattente nella brigata vallone delle Waffen-SS. Il consiglio di zona 7 ha anche approvato una mozione urgente, in cui si chiede al Sindaco Pisapia e all’assessora allo sport e tempo libero Chiara Bisconti di intervenire al più presto per revocare la concessione del centro sportivo di via Fleming «affinché un centro comunale», è detto, «non sia il teatro di un reato». La mozione stigmatizza, infine, il fatto che calciatori famosi come Andrea Ranocchia e Antonio Nocerino (ma nel frattempo si è aggiunto addirittura Francesco Totti) o di ex calciatori come Bruno Conti, abbiano dato sostegno all’iniziativa, equivocando, probabilmente, sul suo vero significato.
Prima del 7 giugno Lealtà azione, sempre attraverso le associazioni La Caramella Buona e Bran.co, terrà un’iniziativa pubblica preparatoria, ossia il Convegno dal tema “Abusi su minori”, in programma il 27 maggio presso la Sala Congressi del Double Tree Hotel. Nel manifesto che lo annuncia in bella evidenza compare il logo della Regione Lombardia.
A introdurre il convegno sarà un consigliere regionale della Lega, Jari Colla, di CINISELLO BALSAMO un’altra prova della collaborazione che si è instaurata fra il partito di Salvini e l’estrema destra. Jari Colla, per la verità, appare anche, insieme a Renzo Bossi, fra i consiglieri cui la Corte dei conti nel 2014 ha contestato in due riprese un reato erariale, tra il 2008 e il 2011, prima di un milione di euro e poi di altri 100.000 per i cosiddetti “rimborsi facili” per spese «del tutto estranee al mandato consiliare e attinenti a interessi personali». Per capire che tipo è Jari, sulla sua pagina facebook troviamo, postato il 1° maggio scorso, insieme a foto di auto bruciate a Milano, il seguente messaggio, rivolto a Pisapia, Renzi e Alfano: «Se non sapete garantire la sicurezza ai cittadini chiedete a Putin. In Siberia giravamo di giorno e di notte in piena sicurezza, le ragazze passeggiavano alle tre di notte nei parchi in serenità e tranquillità, zero clandestini, zero accattoni, zero lavavetri, zero zingari, zero centri A-sociali».
Relatrice in questo convegno figura anche Daniela Casagrande, responsabile dell’Ufficio Tutela Infanzia di Bran.co. “Daniela Milano”, per chi non la conoscesse, è da tempo attiva nell’organizzazione dei concerti nazirock che periodicamente ci ritroviamo a Milano. Nel gennaio del 2006 fece parte del gruppo che, con il volto coperto da passamontagna e armati di mazze, catene e chiavi inglesi, tentò di fare irruzione – una vera e propria spedizione punitiva – in un locale di Bari, “La taverna del maltese”, affollata da un pubblico di sinistra. Non essendo riusciti a entrare, si accontentarono di scrivere frasi contro i “rossi” e a disegnare svastiche sulle saracinesche. All’arrivo della polizia Daniela Casagrande fu fermata.
La principale relatrice del convegno è però un personaggio assai noto ai settimanali gossipari e alle Tv, Roberta Bruzzone, che appare con la qualifica di “criminologa” e di vicepresidente de La caramella buona onlus. Non è facile dire quale sia in effetti la sua esatta qualifica professionale. Sul curriculum che esibisce, oltre al fatto di appartenere all’albo degli psicologi, elenca una lista molto prolissa di competenze, esperienze, master in Italia e nel mondo. Chi ha provato a fare delle verifiche, presso Università e dipartimenti di polizia americani da lei citati, non è riuscito a trovare conferme. Da qui una serie di querele da parte della Bruzzone in realtà poi tutte archiviate. Nel frattempo la criminologa è diventata personaggio fisso in Televisione, dove, come opinionista, discetta di delitti e misteri, ad esempio a Porta a Porta o a Uno Mattina, attirandosi poco tempo fa l’imitazione ironica in Quelli che il calcio, dove la sua “sosia” conclude sempre i collegamenti televisivi con i suoi fans con la battuta: «Io sono Roberta Bruzzone. E sto in televisione».
Insomma, La caramella buona si fa forte di personaggi che usano nel modo più disinvolto i mezzi della cultura di massa. Solo che, a grattare, si scoprono sempre i soliti ambienti, come quello di Lealtà azione che usa la pedofilia come un pretesto per far passare i suoi valori reazionari sulla famiglia, l’autodeterminazione della donna e sugli orientamenti sessuali.
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