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Briganti o emigranti. Sud e studi subalterni – 3° seminario di Orizzonti meridiani

Sabato 16 e domenica 17 marzo @Zer081 – zone di esperienze ribelli  (largo Banchi Nuovi – ex mensa dell’Orientale)

> h 10:00 – 13:00 <

1. Decostruire la “Questione meridionale”. Letture gramsciane della subalternità.

-Marta Petrusewicz (università della Calabria): “Chi ha inventato la Questione meridionale?”

-Sandro Mezzadra (università di Bologna – UniNomade 2.0): “Antonio Gramsci: materialismo geografico, subalternità e soggettivazione”.

-Francesco Caruso (università della Calabria): “Lotte popolari e società incivile meridionale: per una rivisitazione postcoloniale della categoria gramsciana di subalternità”.

> h 13:30 < pranzo

> h 16:00-20:00 <

2. Metropoli e urbanizzazione nel neoliberismo.

Razzializzazione e confinamento nelle metropoli del Sud.

-Antonello Petrillo (Università Suor Orsola – Napoli): ” ‘Razze informali’. Razzismo a bassa intensità e localizzazioni produttive al tempo della globalizzazione: il caso di Napoli e della Campania”.

-Miguel Mellino (Università L’Orientale – UniNomade 2.0): “Capitalismo postcoloniale? Per una lettura materialista del significante postcoloniale”.

-Caterina Miele (Università L’Orientale – Napoli): “I confini nella città(dinanza). Razzializzazione e segregazione della popolazione rom a Napoli”.

-Alfonso De Vito (attivista dei movimenti antirazzisti, antifascisti e antisessisti napoletani): “Senti che puzza scappano anche i cani…”

-Associazione migranti “Garibaldi 101”

-Daniele Bagnoli (CSOA ExScuola Canalone – Salerno): “Abuso edilizio, confinamento e rendita immobiliare: il caso di Salerno tra il mito della sicurezza e la riappropriazione”.

> h 21:00 <

cena & serata musicale in via di definizione

|| domenica 17 marzo ||

> h 10:00-13:00 <

3. Genealogia del dualismo sviluppo/sottosviluppo: dalla Cassa per il Mezzogiorno ai Fondi Sociali Europei.

-Giso Amendola (Università di Salerno – UniNomade 2.0)

-Ugo Rossi (Università di Torino): “L’Europa meridionale dopo la Grande Crisi: da periferia dipendente a spazio critico”.

-Giuseppe Di Marco (Università Federico II): “Il mezzogiorno italiano tra sviluppo e arretratezza. Discussione di un testo del marxismo operaista degli anni Settanta e proiezioni sulla contemporaneità globalizzata”.

-Mauro Pinto (Zero81 occupato – Napoli)

> h 13:30 < pranzo

> h. 15:00 < assemblea di Orizzonti meridiani

Per materiali e testi di riferimento inviare mail a zeroccupato@yahoo.com

Accoglienza e logistica: 347 0177013

—-

Orizzonti meridiani è un percorso di autoformazione, di inchiesta sociale e di conricerca promosso da una serie di realtà di movimento, di collettivi e di centri sociali del Sud d’Italia, il cui intento è quello di affrontare la rappresentazione che viene data dei sud (declinati al plurale, il Sud d’Italia è un’alchimia di differenze!), in maniera tautologica, dalle classi e dal pensiero dominanti: da una parte, i sud sono il sottosviluppo strutturale incarnato in una “questione” indefinibile, sempiterna, costitutivamente aperta; dall’altra parte, nell’epoca della crisi dei paradigmi neoliberali, intorno ai sud e all’area mediterranea, similmente all’idea pittoresca e barbara prodotta dai viaggiatori d’inizio Ottocento, viene ripresa una lunga schiera di stereotipi enucleati nella formula “Pi(I)gs”, un’assonanza esplicita, più che casuale, con il termine inglese porci: i maiali d’Europa e dunque sporchi, ripugnanti, oziosi incapaci di allinearsi alla civiltà europea. Non che questa rappresentazione sia mai stata abbandonata. Anzi, al contrario! L’idea di un Sud d’Italia pittoresco e arretrato, dotato di scarso senso morale e consacrato all’inerzia civile, è un arsenale inesauribile per le forme di assoggettamento politico e culturale. D’altronde, il Mezzogiorno in bilico tra l’Europa delle virtù civiche e l’Africa “barbara” da colonizzare, per confermare la superiorità di un Nord economicamente dinamico, tecnologicamente avanzato e finanziariamente austero, è una rappresentazione sempre utile all’occorrenza: in particolare per l’introduzione di misure di gestione delle popolazioni e di controllo dei territori.

E’ all’interno di questi solchi che Orizzonti meridiani va cercando di definire i sud non solo come oggetto di studio e di autoformazione per gli attivisti, ma anche come “pratica teorica” per intervenire nei movimenti sociali cui le realtà promotrici sono parzialità attiva. Detto altrimenti: Orizzonti meridiani è una cassetta degli attrezzi.

Orizzonti meridiani è anche un metodo di pratica politica con l’obiettivo di decostruire gli assiomi della storia sociale ed economica del Mezzogiorno, suscitando l’“esodo da parole come crescita economica, modernizzazione, progresso” e rendendo condiviso, al contempo, un campo di forze in cui organizzare i movimenti e le lotte dei subalterni. D’altronde, un esercizio semantico e politico di questo tipo non può che prendere le mosse da Gramsci e dal suo avvertimento sul modo in cui vengono osservate e narrate le classi subalterne, i “senza storia” di fine Ottocento così come gli odierni precari e “poveri” del Mezzogiorno, quella composizione del lavoro vivo che, maggiormente nella cooperazione sociale presente nel Sud, resta invisibile agli indici per essere ricattata, sfruttata e sottopagata.

Dal Sud ai sud per ribaltare lo sguardo egemone, vuol dire anche valorizzare le molte voci, diversificando gli sguardi, poiché la cartografia del Sud d’Italia è tanto la molteplicità quanto la singolarità dei luoghi. Il che non basta. Il capitalismo agisce con modalità predatorie, di cattura, di colonizzatore. Per comprenderne gli effetti, occorre oltrepassare il limite storico-geografico: Orizzonti meridiani è anche il tentativo di concatenare, smontare e curvare i significanti storico-politici del Sud d’Italia con gli altri sud, laddove il colonialismo e il postcolonialismo intervengono tramite dispositivi di gerarchizzazione e di controllo, di razzializzazione e di “emergenza perpetua”. E, nel caso meridionale, di una “questione” perennemente aperta, inconclusa.

Orizzonti meridiani _

Cs ExKarcere (Palermo)

Cs Anomalia (Palermo)
CUA Palermo
CAS Fuori controllo (Palermo)
CSOA Tempo Rosso (Pignataro Maggiore – CE)
CPOA Rialzo (Cosenza)
Zero81 Occupato (Napoli)
LSA Assalto (Cosenza)
CSA Depistaggio (Benevento)
CSOA Ex Canalone Libera (Salerno)
Bancarotta (Bagnoli – Napoli)
Cantiere sociale Quartomondo (Quarto – Napoli)
Coordinamento collettivi studenteschi autonomi (Napoli)
Aula Flex (Orientale – Napoli)
Aula LP (Federico II – Napoli)

—-

Bibliografia di riferimento

•    M. Petrusewicz, Come il Meridione divenne una Questione. Rappresentazioni del Sud prima e dopo il Quarantotto, Rubettino, Soveria, 1998.

•    A. Gramsci, “Ai margini della storia. Storia dei gruppi sociali subalterni” in Quaderni del carcere, edizione critica dell’Istituto Gramsci, a cura di V. Gerratana, 4 voll., Einaudi, Torino, 1977.
•    P. Capuzzo, S. Mezzadra, “Provincializing the Italian Reading of Gramsci”, The Postcolonial Gramsci, ed. Neelam Srivastava, Baidik Bhattacharya, New York: Routledge, 2011, pp.
•    F. Caruso, Da Gramsci ai subaltern studies: per una rilettura postcoloniale delle lotte meridionali, Unical, 2012.
•    L. Ferrari Bravo, A. Serafini, Stato e sottosviluppo. Il caso del Mezzogiorno italiano, introd. A. Zanini, Ombre Corte, Verona, 2007 (1970).
•    A. Amendola, “Il sud e la paranoia repressiva, la perpetua emergenza”, in Piperno, F., (a cura di), Il vento del meriggio. Insorgenze urbane e postmodernità nel Mezzogiorno, Derive Approdi, Roma, 2008.
•    G. A. Di Marco, “Napoli tra sviluppo e arretratezza. Rileggendo un testo del marxismo operista degli anni Settanta”, in AA. VV., Aporie napoletane. Sei posizioni filosofiche, Cronopio, Napoli, 2006.
•    U. Rossi, “Il neoliberismo urbano: dal trionfo alla crisi”.
•    A. Petrillo, “Napoli globale: discorsi, territorio e potere nella ‘città plebea’ ” in S. Palidda (a cura di), Città mediterranea e deriva liberista, Mesogea, Messina, 2011.
•    Id., “Le urla e il silenzio. Depoliticizzazione dei conflitti e parresia nella Campania tardo-liberale” in A. Petrillo (a cura di), Biopolitica di un rifiuto. Le rivolte anti-discarica a Napoli e in Campania, Ombre Corte, Verona, 2009.
•    A. Curcio, M. Mellino (a cura di), La razza al lavoro, Manifestolibri, Roma 2012.
•    C. Miele, “Per un’archeologia del discorso razzista in Italia” in Id.

 

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