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Comprare tempo

Stamani però Repubblica online titolava con fare rassicurante “Spread a 520 punti Borse cercano rimbalzo”. Forse si scordano a Repubblica che il limite che fece crollare il governo Berlusconi fu di 553 punti. Ma Monti è un’altra cosa è un tecnico e per giunta professore.

Oggi per cercare di fare il famoso rimbalsino a qualche titolo borsistico Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, ha dichiarato «Ho un messaggio chiaro da darvi: nell’ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro. E credetemi: sarà abbastanza. Non è possibile immaginare la possibilità che un paese esca dall’Eurozona». Ma perché queste dichiarazioni?

Fino adesso il gioco della BCE e dei Governi europei è stato quello di “comprare tempo”. Il tutto naturalmente con il ben volere della Germania che nel sistema euro, dalla crisi di altri paesi dell’eurozona ne trae innegabili vantaggi economici. Ed anche oggi le dichiarazioni di Draghi vanno nello stesso senso: comprare tempo.

L’ESM (European Stability Mechanism), che ricordiamo nasce per garantire i titoli di debito pubblico degli Stati membri emettendo prestiti per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà, al momento sembra essere l’ultima spiaggia per porre un freno agli attacchi speculativi della finanza. Ma un’ultima spiaggia che comunque resta una chimera e che prima del 12 settembre resta teoria, o aria fritta. Intanto però i tassi della Spagna da tempo sono nell’area dell’insostenibilità. Per cui sicuramente ci aspetterà un agosto in cui Draghi la farà da protagonista con uscite che come sempre avranno il valore di comprare tempo fino al 12 settembre.

A parte le scommesse sulla tenuta delle istituzioni europee, a far ridere resta la politica italiana. Sono di poco fa le dichiarazioni di Casini che si commentano da sole: ” I sacrifici degli italiani non sono stati vani. Nessuno, nemmeno lo spread, ci può togliere i risultati raggiunti dal governo con l’appoggio di questa strana maggioranza, facendo riforme che da anni erano attese”. Ci sarebbe da chiedere a Casini di andare fino in fondo alla frase e dire da chi erano attese, se dai lavoratori e dai pensionati o soltanto da Confindustria e gli investitori Internazionali.

Perchè il 1 febbraio ci pareva che Monti in conferenza stampa avesse dichiarato: “Lo spread è sceso sotto quota 400 ma scenderà ancora”. Facendo capire che la politica dei tagli, seppur dura per gli italiani, serviva a placare l’assalto dei mercati al debito sovrano. Ma a quanto pare per il momento quello che ci chiedono sono anche “i soldi di resto”. Dopo aver dato l’affondo finale al mondo del lavoro, aumentato le tasse, tagliato i servizi, bisogna continuare a pagare interessi del 6% sui debiti dello Stato.

 

 

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