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Ecco perchè è tutto in moVimento

Lo tsunami elettorale provocato da Grillo non è un evento estemporaneo e fortuito, dovuto unicamente ai ripetuti errori di tutti i partiti in una fase di crescente sofferenza sociale. Nasce da un movimento costruito con un percorso originale, sviluppato per diversi anni prima sulla rete e sulle piazze, e successivamente con un impegni diretti nell’arena elettorale. Il movimento di Grillo ha avuto successo perché è riuscito a combinare tre componenti, di regola gestite da soggetti diversi. La prima è l’assunzione di un ruolo di imprenditore politico da parte di un comico conosciuto e affermato; la seconda è la costruzione di un movimento a partire dal web; la terza è la raccolta e la gestione della protesta contro i partiti politici e il governo.

Il comico genovese è passato dalla satira all’impegno politico, proponendosi come uno strumento per dare voce alle proteste dei cittadini e alle mobilitazioni dal basso. Dopo l’incontro e la collaborazione con Casaleggio, l’apertura del blog e l’utilizzo di tutte le possibilità offerte dal web ha promosso lo sviluppo di un movimento paragonabile a quello dei Piraten in Svezia e in Germania. La nascita dei Meetup ha consentito ai frequentatori del blog di organizzarsi fra loro come attivisti locali in perenne contatto reciproco.

La crisi dei partiti della Prima Repubblica, insieme alla forte sfiducia verso il ceto politico, hanno creato le condizioni più favorevoli per una progressiva affermazione elettorale. La formazione del governo Monti ha fatto ancora diminuire la credibilità dei principali partiti politici, ritenuti sempre meno capaci di affrontare i reali problemi dei cittadini, sempre più in difficoltà per gli effetti della crisi economica.

Numerosi commentatori hanno cercato di delegittimare il movimento presentandolo come una delle tante manifestazioni del populismo gestito in altri paesi europei da formazioni politiche di destra. Lo stesso Grillo ha accettato polemicamente questo paragone, rovesciandone il significato. Il discorso di Grillo recupera molti degli argomenti usati dai movimenti populisti, nel formato proprio di un comico. Le traduzioni delle proteste in proposte del comico genovese sono però molto diverse da quelle della destra populista. Il progetto del movimento infatti è di proporsi come strumento per riconquistare la sovranità popolare attivando tutte le forme di partecipazione dei cittadini attraverso la democrazia diretta.

Il programma costruito dal movimento di Grillo è d’altra parte completamente diverso, quasi opposto alle piattaforme sostenute dai partiti populisti. Gli obiettivi proposti sono soprattutto orientati a favorire la democrazia partecipativa dei cittadini, a difendere uno stato sociale di tipo universalistico, a tutelare e valorizzazione i beni comuni e/o pubblici. Il movimento si propone di dare voce nell’ambito delle istituzioni alle rivendicazioni emerse nelle mobilitazioni nella scuola, nel modo del lavoro e sul territorio.

Restano molte sfide e problemi aperti: il rifiuto della politica come professione, la pratica delle politica come impegno temporaneo del cittadino e la resistenza a costruire strutture organizzative fuori dal web possono creare molte difficoltà. I successi finora ottenuti dal movimento di Grillo segnalano d’altra parte una serie di questioni aperte per la democrazia italiana a cui i partiti non sanno o non vogliono offrire risposte adeguate. In primo luogo una domanda di partecipazione espressa da molti cittadini, soprattutto giovani, disponibili ad esplorare forme nuove di azione politica, come si era già evidenziato in occasione delle comunali e dei referendum del 2011. Un effetto indiretto di questa domanda si è avuta con l’estensione delle primarie per la scelta dei candidati alle cariche istituzionali.
Dopo la grande affermazione elettorale, molte voci a sinistra incominciano a considerare il movimento del comico genovese come possibile alleato per una serie di battaglie politiche. Si abbandonano le campagne denigratorie sui rapporti con Casa Pound, sull’autoritarismo di Grillo e sul ruolo del «guru» Casaleggio. Si comincia a leggere il programma a 5 stelle scoprendo che raccoglie buona parte degli obiettivi portati avanti dai movimenti negli ultimi anni.

Roberto Biorcio

da il Manifesto

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