InfoAut
Immagine di copertina per il post

Kim Schmitz, Jimbo Wales, Steve Wozniak e la lex mercatoria di Internet

Come per ogni lancio pubblicitario che si rispetti c’è un testimonial di grido. E forse per non sfigurare nelle foto che lo ritraggono su Twitter, Dotcom ne ha scelto uno bello pesante: Steve Wozniak, co-fondatore della gloriosa Apple dei tempi che furono, quella che negli anni Ottanta issava la bandiera dei pirati sul quartier generale di Cupertino. «Violare il copyright è sbagliato, così come lo è guidare oltre il limite di velocità» ha dichiarato il carismatico guru ed amico dell’Ifu Steve Jobs «Ma non lasciamo che tutto ciò fermi il progresso dell’era digitale. Ricordo che Apple è stata la prima a trovare trovare un buon compromesso tramite iTunes. Grazie al cielo non è stato bloccato sul nascere». Parole che fanno il paio con quanto affermato da Gabriele Piccini su un intelligente articolo apparso qualche mese fa sul manifesto, dove si affermava che «vincerà la sfida tra vecchia comunicazione e Rete chi riuscirà a trovare un nuovo modello di business. Che salvaguardi i diritti di autore […] ma salvaguardi anche quelli degli utenti, non chiuda insomma la cornucopia della rete, perché indietro non si può tornare».

Nel frattempo Jimbo Wales, leader indiscusso di Wikipedia, dalle colonne del Guardian si schiera in difesa dell’ennesima vittima del furore cieco degli studios hollywoodiani. Vittima eccellente a dire la verità: è Richard O’Dwyer, inglese, 24 anni, studente della Hallam University di Sheffield e creatore di TvSchack.net, un aggregatore di link con cui accedere a film e serie televisive. A O’Dwyer il suo estro imprenditoriale è costato caro: in cambio di quindicimila sterline pulite al mese (frutto della vendita di spazi pubblicitari su Tvshack.net) si è visto recapitare una richiesta di estradizione negli Stati Uniti per violazione del diritto di autore. Se il tribunale di Sua Maesta la Regina dovesse accettare, dall’altro capo dell’oceano lo attende un lungo processo che potrebbe terminare con una condanna a 10 anni. Nerd, giovane e perseguitato, O’Dwyer è un simbolo ideale o, come ha scritto Wales nella petizione on-line sul sito Change.org, «il volto umano di una battaglia globale tra gli interessi dell’industria cinematografica e televisiva e del pubblico». Vicenda la sua dal retrogusto un po’ kafkiano: l’universitario è cittadino britannico e, non solo ha utilizzato quasi esclusivamente servizi internet britannici, ma sopratutto non ha violato alcuna legge vigente nel Regno. Eppure, nonostante questo, rischia di finire nella pancia del mostro per rimanerci un bel po’ in soggiorno obbligato. Ma ad essere a rischio non è solo la libertà del giovane Richard, ma anche la forma di impresa à la Google, in tutto e per tutto simile a quello adottata da Tvschack.net

Qual’è il tratto che accomuna queste tre notizie?

Certo, tre grandi icone pop e rappresentanti della cultura libertarian che danno spettacolo per promuovere o difendere il modello di business dell’anarco-capitalismo che sta spazzando via, byte dopo byte, quello delle major dell’entertainement. Ma sopratutto si tratta di tre casi di quella che J. Nye ha definito come la nuova lex mercatoria di Internet: un processo che vede un numero crescente di soggetti sviluppare le norme ed i codici della rete, sottraendosi così parzialmente al potere delle burocrazie tradizionali e delle istituzioni politiche formali. Le quali si trovano così obbligate a rinegoziare i rapporti di forza negli strati di relazioni e negli ambienti on-line di cui hanno ormai perso il pieno controllo.

Suona come una novità? Non dovrebbe, visto che anche nei mesi appena trascorsi altri due fatti di importanza eccezionale hanno chiaramente affermato come questo sistema di norme scritto dagli attori commerciali di internet lavori a pieno regime.

A gennaio Camera e Senato statunitense avevano dovuto demordere dall’approvazione di SOPA e PIPA – due delle leggi più liberticide che la storia di Internet avesse mai conosciuto – di fronte ad una mobilitazione trasversale della rete, fomentata in particolar modo da Wikipedia e dalle grandi internet companies come Facebook e Google che avevano alzato il drappo della “libertà di espressione” e della “difesa dei diritti degli utenti”. Drappo accuratamente riposto dai giganti della Silicon Valley appena un paio di mesi più tardi, di fronte ad una nuova proposta di legge (CISPA) non meno pericolosa per le sempre più effimere libertà della rete. Una schizofrenia presto spiegata. SOPA e PIPA imponevano costosi vincoli di carattere economico alle aziende della Bay Area (sorveglianza dei loro network e rimozione e filtraggio di contenuti illeciti) che CISPA non prevedeva: al contrario, questo secondo disegno legislativo, garantiva assoluta impunità alle compagnie web nella gestione dei dati personali dei loro utenti (ivi compresa la possibilità di consegnarli agilmente alle forze di polizia nei numerosi casi previsti dalla legge in questione).

Dunque, un vero e proprio tentativo di imporre alla sfera (sempre meno) pubblica del web i propri interessi commerciali. Esattamente come quanto avvenuto con l’introduzione della cosiddetta “censura selettiva” che Twitter ha cominciato ad applicare a febbraio sul suo network. Una misura tecnica che prevede l’implementazione di policy geolocalizzate nelle infosfere di differenti paesi e che permette agli amministratori del social network in 140 caratteri di cancellare contenuti di utenti specifici da paesi specifici. All’orizzonte la tanto agognata possibilità di avere finalmente accesso allo sterminato mercato cinese, introducendo una gestione dei flussi di dati in “armonia” con le richieste censorie delle celesti autorità di Pechino. Ed allo stesso tempo, come ha affermato Stefano Quintarelli, un’evoluzione di carattere tecnico che riduce gli spazi di libertà in rete rendendo inefficaci le tradizionali tecniche (come VPN, proxy e TOR) utilizzate per aggirare firewall ed altre forme di blocco dell’informazione.

Il sogno di Internet come più grande agorà nella storia dell’umanità si avvia al tramonto allora? Forse no, perché come afferma Geert Lovink nel suo ultimo saggio (“Ossessioni Collettive” pubblicato in Italia da Egea) in rete sta scoppiando una nuova bolla. Non quella presagita dal flop della quotazione in borsa di Facebook, ma quella del modello del consenso neoliberista del web 2.0 che, sotto le sue spoglie libertarie, cela una tecnologia di comando e controllo totale. L’ultimo esempio ce l’ha dato proprio il social network in blu giusto ieri quando, esercitando quello che il gruppo Ippolita ha definito come “potere di default”, ha modificato gli indirizzi mail dei suoi 900 milioni di utenti a loro insaputa. Una scelta che ha scatenato feroci polemiche sintetizzate nella domanda posta dal blogger Gervaise Markham: «Chi controlla il modo in cui mi presento su Facebook? Adesso so che non sono io». Il Silicon Valley Consensus, poco alla volta, comincia a mostrare le prime crepe. E potrebbe andare in frantumi se i movimenti sociali sceglieranno di prendere la strada delle “reti organizzate” per dare vita a strategie di riappropriazione di saperi, conoscenze e socialità. Sottraendoli una volta per tutte a quella nuova lex mercatoria di Internet, scritta a più mani da Kim Schmitz, Steve Wozniak, Mark Zuckerberg e dagli altri parassiti del capitalismo digitale.

 

Infofreeflow (@infofreeflow) per Infoaut

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

hollywoodinternetmegavideo

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le capacità diagnostiche dell’IA ed il capitalismo dei big data

Il cammino dell’innovazione tecnologica è sempre più tumultuoso e rapido. Lo sviluppo in ambito di intelligenza artificiale è così veloce che nessun legislatore riesce a imbrigliarlo negli argini delle norme. Stai ancora ragionando sull’impatto di ChatGPT sulla società che è già pronto il successivo salto quantico tecnologico. da Malanova.info In un recente studio del 28 […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il digital divide, riflesso del sistema egemonico mondiale

Internet nelle mani dei mastodonti
Il sogno di un pianeta connesso al servizio di tutti sembra irrealizzabile

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hollywood Strike: firmato un contratto storico

Dopo 146 giorni si conclude lo sciopero portato avanti dagli sceneggiatori e sceneggiatrici di Hollywood, grazie al sostegno del sindacato SAG.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il significato sociale, culturale e storico dello sciopero degli autori televisivi e cinematografici statunitensi

Lo sciopero di 11.000 sceneggiatori televisivi e cinematografici statunitensi, iniziato martedì, è allo stesso tempo parte di un’impennata generale della lotta di classe, una sfida alla morsa dei conglomerati sulla produzione cinematografica e televisiva e un conflitto con l’establishment del Partito Democratico che domina Hollywood.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Link tax e Upload filter: i rischi della nuova direttiva europea sul copyright

Lo scorso 20 giugno il Comitato Affari Legali del Parlamento Europeo (JURI) ha approvato la proposta di direttiva sul copyright nel mercato unico digitale che sarà votata in seduta plenaria al Parlamento Europeo domani, giovedì 5 luglio. Nonostante questa direttiva miri a risolvere una serie di problemi di lunga data, non solo non ci riesce […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La sentenza della Corte Europea vs Facebook: privacy o denaro?

(Intervista a Carola Frediani) Gli scorsi giorni i quotidiani hanno dato una certa rilevanza alla decisione della corte europea che ha stabilito che le aziende digitali statunitensi non potranno più essere considerate adeguate e sicure nella gestione della privacy dei cittadini europei. La corte scopre l’acqua calda, verrebbe da dire in prima battuta… La vicenda […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un mondo di bufale

  di Senza Soste Nella società dell’informazione la merce più preziosa è proprio la “conoscenza”, che deriva dallo scambio di saperi e nozioni che viaggiano attraverso la rete. La rivoluzione di internet. Secondo alcune teorie internet contiene in sé i germi della democrazia in quanto si tratta di una rete non gerarchica che scambia informazioni […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ungheria in piazza contro gli attacchi alla libertà di informazione

Una web tax imposta da un governo fortissimo come quello di Orban, uscito trionfatore dalle ultime tornate elettorali e dichiaratamente “illiberale”, nonchè a braccetto con l’estremismo neofascista di Jobbik. Quella del governo ungherese sarebbe la prima tassa al mondo sui dati scaricati da Internet, pensata con l’obiettivo di attaccare uno dei pochi spazi di espressione […]

Immagine di copertina per il post
Culture

I litigi su internet

da zerocalcare.it

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Big Data, nuova frontiera del profitto e dell’innovazione

Per questo Confindustria parla chiaro rispetto ai Big Data. Attraverso “Il Sole 24 Ore”, a più riprese, ne sottolinea l’enorme potenziale economico e caldeggia l’apertura dei database delle varie agenzie della pubblica amministrazione. Perché tutto questo interesse per i Big Data? Fino ad ora nei movimenti ne abbiamo parlato in termini di protezione dei dati […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Anonymous associazione a delinquere virtuale? La Cassazione dice di si

Non pochi (tra cui Infoaut 1 – 2) adombrarono dubbi sull’operato degli investigatori e sulle reali finalità che l’operazione TangoDown si proponeva di conseguire. Dubbi che oggi non sembrano venire meno davanti alle prime risultanze emerse dalle carte d’indagine. Secondo le dichiarazioni fatte allora dalla polizia postale agli organi di stampa, gli accusati erano colpevoli […]