InfoAut
Immagine di copertina per il post

La lezione della Martinica e il dibattito sulle statue

||||

«La liberté quand son jour est venu, est comme la vapeur, elle a une force d’expansion indéfinie, elle renverse et brise ce qui lui fait obstacle»
Victor Schoelcher, La vérité aux ouvriers et aux cultivateurs de La Martinique, 1849


Il 22 maggio a Fort-de-France, in Martinica, DOM (Dipartimento d’oltremare) francese, sono state abbattute e distrutte due statue dedicate a Victor Schoelcher. L’azione è avvenuta a conclusione di una manifestazione chiamata nella capitale dell’isola durante il periodo di restrizioni prese come misura contro la diffusione del Covid-19.

{youtube}471FZpOnsh0{/youtube}

Nelle settimane successive, le iniziative che hanno preso di mira i monumenti legati al retaggio coloniale e schiavista si sono moltiplicate, a partire dalle mobilitazioni contro il razzismo e le violenze poliziesche che stanno incendiando gli Stati Uniti per estendersi a livello internazionale.
Anche in Italia si è riacceso il dibattito sull’eredità coloniale e la sua rappresentazione nello spazio pubblico, concentrandosi in particolare sull’opportunità o meno di rimuovere la statua di Indro Montanelli dai Giardini pubblici di Via Palestro di Milano.

Già l’anno scorso, durante il corteo dell’8 marzo di Non una di meno, per denunciare il ruolo di colonizzatore nonché di stupratore pedofilo che il noto giornalista ha avuto durante la guerra e l’occupazione fascista in Abissinia, la statua era stata imbrattata con della vernice fucsia. Ciò ha provocato numerose reazioni, polarizzando le posizioni e facendo uscire allo scoperto molti giornalisti pronti a difendere a spada tratta la figura di Montanelli e a giustificare il suo operato trincerandosi dietro il pretesto della circostanza storica e del diverso contesto culturale.

Malgrado ciò, la persistenza del dibattito sembra finalmente avere aperto la possibilità di approfondire criticamente il passato coloniale anche nel contesto italiano.
Per questo motivo mi sono tornate alla mente le immagini che provenivano dai Caribi – tramite un video che in Europa (e soprattutto in Italia) ha avuto pochissima diffusione – in cui alcuni manifestanti grazie a delle corde tirano giù una statua dedicata a Victor Schoelcher che, cadendo, si rompe in mille pezzi. Quei fotogrammi raccontano la storia particolare della Martinica, ma, al contempo, permettono di aprire una riflessione critica sul ruolo dell’antirazzismo bianco nelle mobilitazioni in corso nel mondo.

Schoelcher non è noto per essere stato un commerciante di schiavi, né un militare, né uno stupratore. Schoelcher, invece, è una delle figure maggiormente rappresentative dell’abolizionismo francese, deputato per i possedimenti della Martinica e della Guadalupa nel XIX secolo. A lui fu affidata la commissione che portò all’emancipazione dalla schiavitù nelle colonie francesi tramite il decreto del 27 aprile del 1848.
Nei dipartimenti d’oltremare alla sua figura sono state dedicati monumenti, università e studentati e, in Martinica, persino un comune dell’isola. Anche la biblioteca di Fort-de-France, dove sono custoditi i manoscritti e i documenti relativi alla storia dell’emancipazione dell’isola, porta il suo nome.

Perché, allora, decidere di abbatterne i monumenti?

Innanzitutto, il ruolo della Commissione guidata da Schoelcher per “accompagnare” le colonie verso la totale emancipazione rimane discusso, dal momento che quest’ultima fu la stessa istituzione che garantì agli ex-proprietari di schiavi il diritto di accedere ad un programma di indennizzi per le loro perdite economiche.

Negli ultimi decenni, inoltre, diversi studi hanno messo in luce il ruolo attivo degli uomini e delle donne nere nell’abolizione della schiavitù e all’interno del movimento abolizionista. In Martinica, ad esempio, in concomitanza con la decisione di abolire la schiavitù nelle colonie francesi nel 1848, le rivolte si sono moltiplicate sia nel contesto rurale che in quello urbano.
Parallelamente, va considerata l’ambiguità del discorso abolizionista, per il quale l’ottenimento della libertà viene soventemente riportato come il solo frutto di una generosa concessione da parte dei civilizzati europei, più che il risultato delle lotte portate avanti dalle popolazioni colonizzate.
Dopo la fine della schiavitù, inoltre, l’inclusione differenziale dei soggetti razzializzati all’interno della «communauté de citoyens» ha permesso di perpetrare logiche di dominio e di sfruttamento nei territori coloniali.
Presentare l’emancipazione semplicemente come una conquista della morale europea ha reso invisibili le connessioni tra abolizione della schiavitù e sviluppo capitalista, celando le continuità tra il lavoro libero e quello schiavile o coatto.

Questo non significa che gli abolizionisti europei avessero tutti un doppio fine. Schoelcher ad esempio, in quanto rappresentante di un convinto repubblicanesimo universalista, nei suoi scritti e nelle sue azioni dimostra la profonda radicalità della sua volontà emancipatrice.
Al contempo, sono state numerose, soprattutto per quello che riguarda l’impero britannico, le connessioni tra l’abolizionismo e le lotte della classe operaia inglese, così come con la prima ondata femminista.
Tuttavia, ciò non ci esime, per esempio, dal tenere in conto le ambiguità delle relazioni tra donne bianche e donne nere che permangono tuttora, e che sono state poste al centro delle riflessioni del black feminism a partire dagli anni ’70 del Novecento.

Tuttavia, la Martinica continua ad esser un DOM francese e ad intrattenere relazioni (post?) coloniali con la madrepatria.

Tuttavia, anche oggi molti dei terreni dell’isola rimangono in mano ai békés (discenti degli ex-proprietari bianchi) e i loro profitti si basano sullo sfruttamento del lavoro della popolazione nera.

Tuttavia, oggi il governo francese per divulgare le norme contro il Coronavirus ritiene sia opportuno per i DOM spiegare il distanziamento sociale usando come unità di misura degli ananas!

104340686 362164148089240 7507114158936870633 n
La volontà di erigere statue dedicate a Schoelcher nel centro della capitale dell’isola è il frutto di una scelta precisa, per la quale la memoria pubblica viene costruita mettendo in luce la figura e le azioni di un delegato coloniale bianco e, per contro, invisibilizzando le ribellioni delle donne e degli uomini neri liberi e schiavi della Martinica.
In questo senso, la distruzione di quella specifica statua è un segnale potente perché rappresenta la volontà da parte della popolazione nera della Martinica di riprendere protagonismo nelle vicende che portarono all’abolizione della schiavitù, non tanto di “equilibrare” la storia.

In Francia, nei giorni immediatamente successivi all’accaduto, la condanna da parte delle istituzioni è stata pressoché unitaria. Le critiche hanno fatto appello alla caratura della figura messa in discussione e all’invito (piuttosto paternalista) di non scadere in esagerazioni.

Occupandomi di storia coloniale, cerco di non guardare alla linearità dei processi ma di riportarne le sfumature, le complessità, le incoerenze. In questo caso, però, credo che al centro della discussione non ci sia solo la necessità di un’adeguata ricostruzione storica, quanto la messa in discussione delle relazioni di potere nella costruzione della memoria della schiavitù e della sua abolizione.

Questo non significa semplicemente fare la cronaca del passato imperiale, ma aprire una riflessione sul significato attuale del conflitto razziale e del problema postcoloniale

Riportando la questione su una dimensione generale e analizzando il ruolo dell’eredità coloniale nelle geografie urbane delle nostre città, mi sembra che ciò che è accaduto il Martinica dia un apporto ulteriore e profondo alla discussione. Tirare giù la statua di un abolizionista mette sotto accusa l’ipervisibilizzazione dell’antirazzismo bianco a scapito dell’autodeterminazione dei soggetti razzializzati.

In quanto donna bianca, mi ricorda che riconoscere la mia posizione di privilegio significa anche utilizzarla per accettare di fare spazio.

Matilde Flamigni

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

antirazzismoFEMMINISMO DECOLONIALE

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – in dialogo con Fatima Ouassak

Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un approccio intersezionale.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – In dialogo con Louisa Yousfi

Il termine “Barbari” viene utilizzato da Louisa Yousfi nel suo libro “Rester barbares” allo scopo di mettere in luce una trappola: da una parte il paradigma del razzismo proclamato, quello dell’estrema destra che definisce barbari i soggetti razzializzati e dall’altro lato il razzismo integrazionista, quello per cui occorre essere dei “buoni selvaggi”educati per essere all’altezza dei bianchi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tempo delle elezioni e tempo della rivolta.

Alla luce di alcuni momenti di mobilitazione degli ultimi giorni a cui abbiamo avuto occasione di partecipare, raccogliendo testimonianze e punti di vista, proviamo a tratteggiare qualche considerazione sull’attuale situazione in Francia.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Appunti su sfruttamento, razzismo e lotte in corso.

Senza contratto, un macchinario gli stacca il braccio e il padrone lo abbandona sul ciglio della strada con la sua mano a fianco appoggiata su una cassetta. La moglie che urlando chiede soccorsi. Si conclude così la vita di un giovane operaio indiano, tra le strade della provincia di Latina, i campi sterminati fino alla fine dell’orizzonte. 

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Mantenere il sangue freddo, rimanere strategici, definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, acquisire forza, puntare al 2027.

Abbiamo tradotto questo contributo di Houria Bouteldja apparso su QG Décolonial per continuare ad approfondire quanto sta accadendo in Francia in merito alla costituzione di un nuovo Fronte Popolare per le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalla colonia, alla fabbrica, ai quartieri popolari: l’antirazzismo politico in Francia. Intervista a Said Bouamama

Abbiamo realizzato questa intervista a Said Bouamama ad aprile 2024 durante il Festival Altri Mondi – Altri Modi tenutosi al centro sociale Askatasuna a Torino, quando il movimento per la Palestina, perlomeno a Torino, era in una fase diversa, potremmo dire agli albori, da quella che sta attraversando in questi mesi.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Puntata speciale 25 aprile: resistenze di ieri e di oggi.

In questa puntata del 25 aprile dell’informazione di Blackout abbiamo voluto sottolineare il legame forte e prioritario che ha la resistenza palestinese oggi con le possibilità che si aprono anche alle nostre latitudini.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

“Contro sionismo, razzismo e patriarcato in piazza a Roma il 28 ottobre”. Appello delle compagne palestinesi in Italia

Il “Comitato 23 settembre” – in lotta con le donne di tutto il mondo contro l’oppressione, lo sfruttamento e il razzismo – ha rilanciato sui propri canali social un appello diffuso dalle compagne palestinesi in Italia “anima delle manifestazioni contro l’ennesimo attacco sionista, in tutto il mondo”. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sciopero dalla formazione: uno sguardo studentesco sulle lotte in Francia.

All’interno del ciclo di mobilitazioni, scioperi e lotte che sta attraversando la Francia, una composizione che si è attivata in maniera diffusa e determinata è quella studentesca.