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24N a Pisa. Comunicato del Coordinamento studenti medi pisani

‘Entriamo in scena senza chiedere il permesso!’
Comunicato studentesco sul 24N

In occasione dello sciopero delle componenti della scuola stamattina noi studenti e studentesse di Pisa abbiamo costruito un’altra giornata di lotta, nella direzione del rifiuto e del conflitto che è stata assunta in tutta Europa e in tutta Italia il 14 novembre. La nostra determinazione si è vista fin dal primo momento: non siamo più disposti a subire i ricatti di questa crisi, di questo debito che grava sulle nostre spalle e su quelle delle nostre famiglie. Questo sistema di impoverimento va a colpire per prime le nostre scuole, oltre ai servizi e agli spazi che sempre più ci vengono tolti.
Le rappresentanze locali, le amministrazioni comunali e provinciali sono le prime colpevoli del degrado in cui versano le nostre strutture scolastiche e la nostra città; questo abbiamo voluto dirlo proprio dentro i palazzi del potere, che anziché essere a disposizione dei bisogni e delle richieste dei cittadini, nel loro ruolo di edifici pubblici, sono invece sempre chiusi e militarizzati quando studenti e lavoratori vogliono esprimersi e farsi sentire. Questo però non ha fermato la nostra rabbia, non ci siamo fatti intimidire dalla celere schierata o dai portoni sbarrati, tanto da riuscire ad occupare entrambi i palazzi e a calare degli striscioni dai balconi. Alla provincia lo striscione recitava ”contro la scuola della crisi costruiamo la scuola delle lotte”, rivendicando il nostro diritto ad un sapere dignitoso e ad un’edilizia sicura, cosa che invece manca nelle nostre scuole, influenzate dal profitto e dagli investimenti di privati e caratterizzate da aule scadenti, edifici pericolosi e riscaldamenti spenti.

Siamo arrivati poi al cuore del potere locale, scandendo slogan quali ”il comune siamo noi” e ”non ci rappresenta nessuno”. Il portone chiuso e le forze dell’ordine schierate dietro di esso non ci hanno fermato – come invece erano riuscite a farlo nelle altre due occasioni del 5 ottobre e del 14N -, e siamo riusciti ad entrare e occupare l’atrio, e a calare le nostre parole d’ordine dal balcone: ”non siamo merce! produciamo conflitto”. La risposta a questa crisi e a queste politiche di austerità deve essere quella di una mobilitazione di massa, che coinvolga tutte le componenti sociali che si oppongono al governo tecnico e a questo sistema. L’alternativa non è minimamente percepibile nelle istituzioni e nella delega al partito e ai politici: questo abbiamo voluto dire bruciando la bandiera di quel partito che governa in città e che è servo e complice della distruzione delle nostre scuole, degli ospedali, del lavoro: le votazioni di spending review, pareggio di bilancio e patto di stabilità stanno lì a ricordarcelo.

Nel piazzale del comune abbiamo incontrato anche i professori e i precari della scuola, che si sono uniti alla nostra contestazione a hanno poi proseguito con noi il blocco della città: passando per i lungarni siamo arrivati fino a confindustria, diretta responsabile della privatizzazione delle scuole e del lavoro sfruttato e precario che ci aspetta in un futuro. Dopo averne assediato l’entrata, abbiamo continuato arrivando a bloccare l’Aurelia, portando quindi la nostra lotta anche in periferia e nelle vicinanze dei quartieri popolari. Rientrati poi nel centro storico, il corteo è andato a bloccare l’entrata dell’Unicredit e i suoi bancomat, svolgendo un assemblea intorno ad essa e confrontandosi su come continuare nei prossimi giorni.

L’argomento principale emerso da questa straordinaria giornata di lotta è stato la necessità di organizzare le occupazioni nelle scuole, come pratica di interruzione della didattica e di rifiuto del ddl aprea. Questo è infatti l’unico orizzonte concreto su cui continuare a lottare per respingere questa legge infame, oltre che come momento in cui valorizzare un altro tipo di cultura, di formazione e di socialità. Quello che vogliamo è la riappropriazione delle nostre scuole, già pesantemente minate dalla Gelmini in favore del guadagno delle banche e delle s.p.a.

Il movimento studentesco ha dimostrato di essere forte e compatto; ha dimostrato la sua intenzione nel non dare tregua ai poteri forti e nel continuare in questa direzione di blocco e di conflitto. Un’altra via è possibile: quella della lotta dal basso, quella della riappropriazione delle nostre scuole e della ricomposizione delle parti sociali. Continueremo in questa direzione anche in vista della data di sciopero del 6 Dicembre.

Siamo solo all’inizio… Non ci fermerà nessuno.


Coordinamento studenti medi pisani

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