#8gennaio. Comunicato della rete di solidarietá per Lander
Almeno un centinaio di persone hanno partecipato stamattina al presidio di solidarietà organizzato a Piazzale Clodio dal coordinamento ‘Un caso basco a Roma’ mentre all’interno del palazzo di giustizia si svolgeva l’udienza sulla richiesta di estradizione avanzata dal governo spagnolo nei confronti di Lander Fernandez, arrestato a Roma il 13 giugno e da 7 mesi ormai agli arresti domiciliari nel suo domicilio di Garbatella.
Gli attivisti e le attiviste hanno esposto per due ore bandiere basche e striscioni di solidarietà con Lander e tutti i prigionieri politici baschi, hanno gridato slogan e hanno informato i passanti sulle ragioni della mobilitazione. Un ulteriore appuntamento dopo il blitz di ieri di fronte al Ministero della Giustizia, per investire del problema i rappresentanti del governo Monti. Perché, qualsiasi cosa verrà decisa nelle aule dei tribunali, l’ultima parola sull’assurda vicenda spetta comunque al Ministero di Via Arenula e da qui l’importanza di una mobilitazione che finora ha investito migliaia di persone e ha permesso la pubblicazione dell’appello su ben quattro quotidiani nazionali.
Durante l’udienza la principale novità all’interno di una riconfermata strategia di accanimento e persecuzione nei confronti di Lander, da parte delle autorità spagnole, è stata la presenza di Franco Coppi. Un avvocato di fama nazionale scelto a Madrid per affiancare e potenziare l’accusa rappresentata dal pm, in nome delle difesa diretta del punto di vista e degli interessi del governo di Madrid. La vera e propria requisitoria l’ha realizzata proprio Coppi, noto per aver assistito personaggi del calibro di Giulio Andreotti, Don Pierino Gelmini, Antonio Fazio, alcuni degli imputati di Rignano Flaminio, e poi ancora Sabrina Misseri, Vittorio Emanuele di Savoia e non ultimo l’ex capo della polizia Gianni de Gennaro nel processo sui fatti della scuola Diaz di Genova, nel 2001.
Se la Spagna arriva a farsi rappresentare da uno dei penalisti più noti d’Italia per perorare la causa della richiesta di consegna a proposito di un episodio minore e oltretutto avvenuto più di dieci anni fa è evidente che esiste un interesse e un investimento politico importante del governo spagnolo sulla vicenda, che va bel oltre il carattere specifico del caso e l’iter giudiziario.
Se l’accusa non facesse riferimento alla pretesa finalità di terrorismo dell’episodio contestato all’imputato – il presunto incendio di un autobus vuoto nel 2002 – non ci sarebbero gli estremi per la consegna alle autorità di Madrid – hanno spiegato i suoi legali – visto che secondo la nostra legislazione ma anche quella spagnola il reato sarebbe ampiamente prescritto. A riprova di un accanimento e di una vera e propria persecuzione nei confronti di Lander Fernandez e di tutti gli attivisti della sinistra basca che oggi trova nuova linfa nell’aumentata conflittualità sociale frutto di una crisi verticale che investe tutto lo stato spagnolo.
Conclusa l’udienza di questa mattina occorrerà ora attendere alcuni giorni per il pronunciamento della terna di giudici. Dopodiché il ricorso in Cassazione bloccherebbe comunque una eventuale estradizione in attesa del pronunciamento del massimo organo giudiziario. Non finisce quindi con la manifestazione di oggi in Piazzale Clodio il percorso di iniziativa e solidarietà iniziato immediatamente dopo l’arresto di Lander e coagulatosi all’interno della campagna ‘Un caso basco a Roma’: decine di manifestazioni, presidi, assemblee e seminari all’interno di facoltà universitarie, sedi politiche, centri sociali. E un appello, sottoscritto da decine tra parlamentari e giuristi che smaschera e contesta il carattere vendicativo ed emergenzialista della legislazione spagnola scritta ad hoc per giustificare una persecuzione politica prima ancora che giudiziaria contro gli attivisti baschi.
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