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Catania, facciamo i conti col debito

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Lo scorso 7 Novembre la Corte dei Conti ha rigettato il ricorso del Comune di Catania contro il dissesto dell’Ente, stendendo un velo pietoso sulla vicenda che ormai dal 2012 riguarda la città e la somma di debiti accumulati negli anni. Il viceprocuratore della corte dei conti, Marco Boncompagni, in sole venti pagine, fotografa cinque anni di bilanci in rosso in cui una gestione malsana della cosa pubblica ha prodotto un debito di circa 1,6 miliardi di euro. I primi debiti si registrano già nella procedura di rientro del 2013, quando sono emersi debiti fuori bilancio di già 50 Milioni di euro, poi nel 2016 si riscontrano contenziosi legali fino a 712 milioni di euro. Nel documento redatto dal viceprocuratore si parla del costante ricorso alle anticipazioni di tesoreria e della mancata riscossione delle imposte tributarie, con la conseguenza che i residui attivi vengono quantificati per una somma totale di 905 milioni di euro.

Un problema vecchio che investe la città di Catania, un problema che ha investito tutte le compagini politiche, sia centrosinistra che centrodestra. Basti pensare che l’assessore al Bilancio della precedente giunta comunale targata Bianco e PD, è lo stesso di oggi: Roberto Bonaccorsi.
Se nei palazzi, quindi, si continua a fare lo scarica barile per individuare il colpevole, tutta la cittadinanza sa benissimo chi sono i colpevoli, senza distinzione. Sono quella classe dirigente che da ormai troppi anni pensa ai propri interessi personali, barcamenandosi anno dopo anno in cerca di consensi e di qualche milione di euro concesso dalla Regione o dallo stato centrale. Questo giochetto è però finito, e tutti i nodi vengono al pettini fotografando una città nella quale i grandi proprietari, i politicanti, riservano per loro la ricchezza mentre i quartieri popolari e la sua gente sono abbandonati nella totale assenza di servizi e manutenzioni.

A patire il contraccolpo degli inciuci fatti dentro i palazzi del potere per tenersi stretta la poltrona, sono sempre le famiglie, i lavoratori, i precari, gli abitanti dei quartieri popolari e la società civile. Infatti si prospetta una stagione di aumento delle tasse che gravano sulla testa dei semplici cittadini, oltre al fatto che i dipendenti pubblici e delle aziende partecipate e della raccolta dei rifiuti già da mesi versano in una condizione ultra precaria. Servono al comune circa 20 Milioni di euro al mese per poter pagare gli stipendi a questa fascia di lavoratori, mentre i dipendenti dell’Ente aspettano ancora lo stipendio di Ottobre, e quelli delle aziende partecipate quelli di Settembre e Ottobre.

Questa volta la città non si farà abbindolare dai politicanti che da anni, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, speculano sulle nostre teste. I debiti li dovrebbero pagare i ricchi, i politici che hanno prodotto il dissesto e i grandi imprenditori che anno dopo anno lo hanno incrementato, e questo, a Catania, tutti lo sanno. Si apre una nuova stagione per la città tutta da scoprire, qualcosa intanto si muove già, e in concomitanza al Consiglio comunale straordinario sul dissesto è già prevista una manifestazione, che ogni giorno ingrossa le fila. Insomma, l’ufficialità del dissesto apre un nuovo atto per la città di Catania, fatto con cui tutti i catanesi volenti o nolenti dovranno fare i conti.

 

 

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