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Francia: cortei in tutto il paese contro la nuova legge sul lavoro

Secondo i tempi prospettati da Michel Sapin, ministro del lavoro, dopo la presentazione di oggi e la discussione in Assemblea con procedura d’urgenza, il testo dovrebbe arrivare al Senato alla fine di aprile per diventare operativo all’inizio di maggio.

Lo sciopero di ieri era stato convocato dai due sindacati che hanno respinto la firma dell’accordo, contrariamente a quanto hanno fatto le altre sigle che lo scorso 11 gennaio hanno invece deciso di scendere a patti con l’unione industriale francese (il MEDEF), spianando la strada alla discussione parlamentare del progetto ANI (accord national inteprofessionnel).

Le critiche mosse dai lavoratori e dai sindacati che hanno dissentito insistono sul fatto che la nuova legge introdurrebbe licenziamenti più facili, maggiore precarietà e abbassamento dei salari in caso di crisi dell’azienda.

Insomma, un nuovo regolamento a misura di crisi, che scarica ancor di più gli effetti della recessione sulle spalle dei lavoratori, meno tutelati e più esposti ai licenziamenti in caso di difficoltà economiche delle imprese.

La procedura d’urgenza richiesta per la discussione parlamentare conferma la fretta del governo francese nel rendere al più presto esecutivo il nuovo accordo in materia di lavoro; una fretta che viene giustificata dai ministri in carica come volontà di salvare posti di lavoro.

I sindacati hanno riferito che in tutto il paese (dove la disoccupazione ha continuato ha salire negli ultimi due anni) hanno manifestato circa 200.000 persone: il corteo più grosso ha attraversato le strade di Parigi, dove più di 30.000 persone hanno sfilato fino a raggiungere la piazza che ospita l’Assemblea nazionale. Migliaia di persone anche a Lione, Marsiglia, Lille, Tolosa.

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