Livorno, sciopero generale cittadino: la passerella elettorale di Rossi
“Il punto più basso mai raggiunto dalla classe sindacale di questa città”. È con questa battuta sentita in piazza del Luogo Pio che apriamo il nostro commento allo sciopero cittadino di questa mattina indetto da Cgil, Cisl e Uil. Uno sciopero concluso con una arringa elettorale di un presidente in scadenza e in procinto di ricandidarsi. Cosa mai vista.
I numeri del corteo, purtroppo, sono stati minori del previsto, circa quelli della manifestazione di due sabati fa e con tante persone che hanno doppiato i cortei. Lo sciopero e il corteo dei 30.000 di Terni con tutta la città che si stringe intorno ai lavoratori in crisi, non c’è stato. Probabilmente perché non è nemmeno stato pensato che servisse o si potesse fare.
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Già dalla piattaforma di indizione si era capito che più che uno sciopero sarebbe stato un palco apparecchiato per Rossi. Non poteva essere diverso uno sciopero nato da una piattaforma condivisa da sindacati e Confindustria, che in 4 pagine non rammentava mai il Jobs Act e che sposava appieno il programma elettorale del Pd locale e regionale, compreso il conferimento delle società partecipate nelle grandi società pubblico-private che significherebbe esuberi e/o tagli del salario.
Ma al di là di questo, quello che rimane di oggi è il bell’intervento di Meini, Rsu Fiom della Trw, (foto di Pier Corradinwww.pikorra.com) a cui sono seguiti gli interventi di esponenti di lavoratori Cooplat, People Care e altre vertenze cittadine. I segretari della triplice invece sono rimasti in ombra, forse preoccupati dagli umori della piazza, e quindi hanno lasciato il microfono a un presentatore (Francesco Gazzetti di Telegranducato) e gli interventi di 3 minuti ciascuno a giovani operaie e operai.
Poi è stata la volta di “One Man Show” Enrico Rossi che in 25 minuti ha fatto un comizio elettorale degno delle migliori chiusure di campagna elettorale, in mezzo ai fischi di una buona parte di piazza.
Video: I fischi a Rossi
Video: Il comizio elettorale e le promesse (1) (2)
Proprio colui che ha relegato Livorno a pattumiera della Toscana emarginata dal suo Firenzecentrismo benedetto dalla nuova stretta alleanza con Renzi, voleva rifarsi una verginità fatta di promesse. I fischi lo hanno irritato e, in mezzo ad un malcelato affanno, ha inveito contro Landini (facendo aumentare il volume dei fischi) che a suo avviso deve smettere di pontificare e per aver diritto di critica deve entrare in politica e prendere voti, e contro il sindaco Nogarin, reo, a suo avviso, di non essere in piazza come lui a metterci la faccia. Peccato che Nogarin, come emerge anche dal suo profilo facebook, fosse in viaggio per Roma per l’incontro al MISE per la questione Trw.
Di questa mattina, a nostro avviso, ha urtato a molti la strumentalità di uno sciopero cucito su misura per il piazzista amico. Le proposte di Rossi alla città meritano sicuramente una discussione, ma stamani invece sul palco si è presentato un signore con un pacco già infiocchettato che ha detto alla città che lui è il padrone del baccellaio e ci mette i soldi: prendere o lasciare. Senza aver spiegato o discusso il contenuto del pacco. Certo, in questa città hanno fatto nelle segrete stanze dei palazzi una Porta a Mare, una discarica al Limoncino, il Nuovo Centro, un rigassificatore, e non ci scandalizzeremmo se facessero qualsiasi altra cosa. Probabilmente però i cittadini, che l’8 giugno non hanno votato i 5 Stelle ma contro il Pd, si sarebbero anche un po’ stufati dell’atteggiamento di questa classe dirigente sprezzante e arrogante che però nei fatti ha portato negli ultimi 20 anni più mele avvelenate che benefici a questa città.
Qui nessuno si fida più di progetti faraonici da prendere a occhi chiusi. In un delirio di onnipotenza Rossi è arrivato anche a dire che sta trattando con case automobilistiche per dare commesse alla Trw. Noi ce lo auguriamo ma detto così sembra più una gara a chi la spara più grossa che altro. Qui si vuole sapere quali interventi, con che soldi, con che ricaduta occupazionale, ambientale e di ricchezza per la città ci sono. La retorica è finita. Chi ha la voglia e le capacità di farlo lo faccia ora. Sennò il signor Rossi con le sue promesse isteriche a giugno asfalta tutti e ridiventa il padrone del baccellaio.
Redazione di Senza Soste – 25 novembre 2014
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