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Milano: teste rotte e lacrimogeni per eseguire uno sfratto

Ecco i risultati di due settimane di infame criminalizzazione mediatica delle occupazioni a scopo abitativo. A forza di dare spazio ai Salvini e ai legalitari di ogni risma, le questure italiane si sentono legittimate ad usare la forza e scendere in campo in assetto da guerra, solo per portare a termine uno sfratto e buttare in strada l’ennesima famiglia che, con la crisi, non riesce più a garantire il pagamento di un affitto da strozzo.

La Questura di Milano vuole tener fede alla sua petizione di principio: eseguire 700 sfratti in una settimana per punire “gli abusivi” e far rispettare la sacralità della proprietà privata (dopo “i clandestini”, un nuovo nemico publlico è costruito ad uopo: “ecco perché in Italia non c’è ripresa economica!”). Che poi la grande maggioranza di queste abitazione, è un problema che il sindaco arancione (che aveva mandato in brodo di giguggiole tant* compagn* illusi dell’ennesima “apertura di dialogo con le istituzioni”) non si pone. L’importante è garantire la redditività (da rentiers) della proprietà immobiliare e tenersi buona la borghesia della città vetrina.

Esattamente una settimana fa c’era stato un primo tentativo di eseguire la sequela di sgomberi nel quartiere, andato a vuoto per la resistenza di occupanti e solidali. Questa mattina, 17 novembre, la polizia siè fatta largo a suon di manganellate e lacrimogeni per aprirsi un varco tra le occupazioni delle case popolari nel quartiere del Giambellino. Per cercare di disperdere occupanti e attivisti accorsi in via Vespri Siciliani al civico 71 per portare solidarietà, sono state effettuate diverse cariche e sparati lacrimogeni ad altezza d’uomo. Tra i resistenti c’è anche un ferito. Solidali e  occupanti  si sono poi spostati in piazza Frattini, per alcuni minuti, tornando poi ha bloccare il traffico in Via Vespri Siciliani.

Lo sfratto è stato infine  eseguito… ma a che prezzo?!?

Qui di seguito la diretta effettuata questa mattina da Radio Onda d’Urto: collegamento realizzato alle ore 11  con Gonzalo, del comitato abitanti di San Siro


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