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Non solo pastori: manifestazione al porto di Catania

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l Porto di Catania si è svolto l’ultimo capitolo, in ordine temporale, della protesta che sta scuotendo l’entroterra di Sardegna e Sicilia. La protesta dei pastori sardi ha infatti da circa un mese coinvolto anche gli allevatori siciliani che a loro volta stanno provando ad allargarne il raggio.

Proprio questo l’obiettivo della manifestazione al porto, che oltre a denunciare il ricatto dell’importazione dei prodotti esteri sottocosto per fare abbassare il prezzo di vendita dai produttori agli industriali, ha voluto superare l’esclusività delle rivendicazioni dei pastori per rivolgersi a tutto il mondo dell’agroalimentare e non solo. Presenti infatti, oltre agli allevatori, agricoltori, pescatori e studenti.

La manifestazione, indetta dall’Unione Allevatori Sicilia per le 11:30 all’interno del porto, ha visto partecipare qualche centinaio di persone provenienti da tutte le latitudini della Sicilia. Un fronte compatto, una coalizione tra agricoltori, allevatori, pescatori e studenti, che sono scesi in solidarietà ai lavoratori in lotta, è quello che in questi mesi ha spaventato gli industriali ma non solo.

Presente, infatti, in numero quasi pari ai manifestanti, un impressionante schieramento tra digos, celere e carabinieri, segnale che il timore che l’onda d’urto e la fermezza della lotta in Sardegna possa contaminare il territorio siciliano.

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Prima ancora che cominciassero gli interventi, il protagonista diventa un pupo di pezza, stante a rappresentare i “politici fantoccio” che ci governano, pupo che ci ha messo ben poco a finire gettato nelle acque del porto sotto le grida di incitamento della folla.

Un gesto che manifesta tutto il rifiuto di quella politica che sostiene l’ingresso dei prodotti dall’estero a discapito di quelli locali, quella politica economica volta a favore della grande distribuzione organizzata, che taglia le gambe ai piccoli produttori e che instaura dei meccanismi perversi e insostenibili di concorrenza tra prodotti esteri a basso prezzo e prodotti locali sottopagati, innescando un insostenibile circolo di sfruttamento e di ricerca di mano d’opera sempre più a basso costo.
Di lì in poi è un proseguo di interventi, di sfoghi e di proposte che le diverse categorie presenti portano avanti.

Non solo i pastori, quindi, i protagonisti della mattinata di ieri, ma nuovo, possibile fronte di chi ha deciso di unire le proprie forze in una manifestazione svoltasi all’insegna del malcontento, ma anche della voglia di riscatto e della lotta.

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