Piaggio, sospesi perchè si fermano a bere qualcosa di caldo
La Fiom ha indetto uno sciopero di un’ora per chiederne il ritiro, mentre gli altri sindacati (Uilm, Fim e Ugl) si sono allineati alle posizioni aziendale. I Cobas hanno preso posizione a favore delle tute blu invocando il rispetto delle normative di sicurezza nei luoghi di lavoro. “…ci risulta che il lavoro previsto per la giornata sia stato interamente svolto e che ci siano state anche ragioni tecniche per la sosta in questione. Secondo la Fiom c’è una sproporzione evidente tra i fatti contestati e i provvedimenti assunti dall’azienda che, tra l’altro, comportano la possibilità di licenziamento immediato. “Licenziamento reso possibile solo dal ricorso a quella che ci sembra una pura finzione, il ‘danno di immagine’ che ne sarebbe risultato”, conclude la Fiom.
Sulla stessa linea i cobas del lavoro privato. Antonio Piro ha lavorato per 20 anni in Piaggio per poi essere espulso con tanti altri operai sindacalizzati e con Federico Giusti della Confederazione Cobas pisana. “I fatti sono ben diversi da quelli dichiarati dalla Piaggio – afferma Piro – perché quei lavoratori si sono fermati pochi minuti per bere una bibita calda con le temperature di 3 o 4 gradi sotto lo zero, con le strade ghiacciate e\o innevate che rappresentano una seria minaccia alla sicurezza dei collaudatori che in certe condizioni atmosferiche dovrebbero restare dentro E’ necessario contestare l’organizzazione del lavoro di questi collaudatori che sfugge ad ogni seria regolamentazione. Non si capisce la ragione per la quale Piaggio , al contrario di quasi tutte le principali case produttrici di due ruote, non abbia una pista interna di collaudo, non si capisce perché il collaudatore non abbia diritto a pause in assenza di procedure scritte che consentano di effettuare soste e pause soprattutto quando le condizioni atmosferiche risultano proibitive.
E’ del resto incomprensibile l’assenza di una specifica valutazione del rischio che prenda in esame tutti i processi lavorativi svolti dal collaudatore, questa grave mancanza risulta ancora più strana se pensiamo all’elevata percentuale di infortuni (alcuni gravi con invalidità permanente), di morti sul lavoro solo negli ultimi 5/6 anni”.
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