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Pisa “capitale degli sfratti” e la risposta popolare alle incapacità delle istituzioni

Da molti anni il quartiere di Sant’ermete rappresenta una storia collettiva di resistenza alla crisi sociale.

Adesso stanno venendo a galla in modo più esteso sul panorama nazionale le tensioni di un modello ingiusto che sfrutta i territori e le abitazioni a vantaggio dei padroni del mercato immobiliare e lascia, volutamente, all’abbandono i quartieri di edilizia residenziale pubblica. I progetti dello Stato diventano autodistruttivi, sia in termini di risorse economiche che di relazioni sociali. A Sant’ermete gli abitanti del quartiere assieme ai nuclei familiari vittime del libero mercato e degli sfratti si sono uniti in un progetto di comunità, fatto di autorecupero delle abitazioni, convivenza e attività sociali, picchetti e scioperi contro le cattive condizioni abitative. Il cuore di questa comunità sono i lavori di autorecupero, governati tramite assemblee e riunioni nel presidio permanente. Da oggi anche un media nazionale come Il Fatto Quotidiano ne parla. Riportiamo di seguito il video del giornale ed alcuni stralci significativi dell’articolo a firma Pietro Barabino.

Affitti a prezzi di mercato da parte di multi proprietari di case registrate a catasto come abitazioni popolari e aumento degli appartamenti destinati ad affitti brevi (per turisti o studenti) hanno generato negli ultimi due anni a Pisa una crescita esponenziale degli sfratti: “Persone che fino a ieri riuscivano a permettersi una casa si trovano in situazione di morosità incolpevole – spiega Simone Sisti della Piattaforma Soluzioni Abitative di Pisa – per numeri in confronto agli abitanti e per percentuale di crescita subiamo da due anni il triste primato di capitale italiana degli sfratti, le graduatorie per l’assegnazione di case popolari sono infinite e anche a chi si trova nelle prime posizioni viene detto che non ci sono alloggi liberi”. […]
Intanto a Sant’Ermete, quartiere della periferia sud-est della città tra la stazione e l’aeroporto, abitanti e persone in attesa da mesi dell’assegnazione di una casa popolare hanno dato vita al presidio permanente della Comunità di quartiere di Sant’Ermete. “L’emergenza casa riguarda tutta la città – spiega Lucia Fanucci, che abita da 41 anni nel quartiere popolare – ma qui è diverso perché siamo stati illusi dalle istituzioni, abbiamo sperato in una rigenerazione promessa e avviata e abbandonata, quindi alla speranza si è sostituita la rabbia e la voglia di vedere riconosciuti i nostri diritti”. Di questo progetto di riqualificazione ce ne parla anche l’assessore: “Per far fronte all’eccezionalità della situazione la nostra amministrazione ha messo in campo un notevole sforzo economico – spiega Poli – destinando milioni di euro per il recupero di alloggi di edilizia popolare. Tutti gli alloggi recuperati sono stati assegnati e, nel mese di dicembre, l’ente ha fatto ricorso anche allo strumento del mutuo per avviare un ulteriore processo che porterà la disponibilità di 36 alloggi”.

Questo “enorme sforzo economico” suona però come una vera e propria beffa agli abitanti del quartiere popolare di Sant’Ermete, dove “è pieno di alloggi vuoti, da anni, che con un investimento ben inferiore sarebbero subito disponibili”. Se l’Azienda pisana per l’edilizia sociale (Apes) ha consegnato a dicembre 39 alloggi e annuncia di averne molti altri in consegna, il problema deriva dalle aspettative generate dalle promesse fatte anni fa dalle istituzioni locali e regionali. “A Sant’Ermete nel 2011 erano venuti ad annunciare l’abbattimento di case ormai fatiscenti, costruite nel Dopoguerra con le macerie dei bombardamenti, avrebbero rigenerato l’intero quartiere – si sfoga Fanucci – ma ora i cantieri sono fermi, l’evacuazione è stata solo parziale e di fatto ci sono oltre 40 appartamenti in condizioni quasi abitabili lasciati vuoti da sette anni”. Per questo, senza attendere, l’autorizzazione delle istituzioni (che pure prevedono la legittimità di operazioni analoghe), la comunità di abitanti e persone sotto sfratti che anima il presidio permanente di Sant’Ermete ha iniziato i lavori di autorecupero delle case vuote: “Abbiamo di risistemare a nostre spese le case vuote, di proprietà pubblica, che non venivano né assegnate né ristrutturate. Non è un’occupazione – spiegano dalla Comunità di quartiere di Sant’Ermete, che nel 2018 aveva già organizzato un ‘referendum’ tra i residenti per prendere in considerazione questa soluzione – ma un intervento di ristrutturazione che dovrebbero fare le istituzioni. Una volta risistemati gli appartamenti, faremo pressioni perché Apes le assegni alle persone aventi diritto, che da mesi attendono in graduatoria l’assegnazione di una casa”. […]

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