Pisa: studenti medi verso un autunno di lotta
Un’azione simbolica che è andata a colpire una banca, proprio a significare che nelle scuole non c’è spazio per l’alta finanza e per gli enti privati che vorrebbero smantellare il mondo dell’istruzione.
Gli studenti hanno affisso davanti all’entrata della banca uno striscione che recitava ‘se i privati occupano le nostre scuole noi occupiamo tutto’; nel frattempo sugli sportelli bancomat sono stati messi dei cartelloni contenenti immagini che mostrano le condizioni di incuria e distruzione in cui versano tantissime scuole della città.
Più tardi, sempre in piazza Garibaldi, si è svolta un’assemblea nella quale si è discusso delle tante problematiche interne ai diversi istituti. Gli studenti si sono confrontati su some combattere la crisi e sulla necessità di una lotta che parta dal basso e che vada a ricomporre tutti quei soggetti sfruttati dal capitale.
Un’assemblea ricca di interventi che si è presto spostata su un piano concreto rilanciando diverse date di mobilitazione, tra cui i prossimi 14 e 16 novembre.
Di seguito il volantino distribuito durante l’azione:
Nelle nostre scuole l’emergenza crisi si fa sempre più forte, come studenti medi ci troviamo a studiare in aule fatiscenti, i nostri professori rischiano il posto di lavoro se provano a trasferirci un sapere lontano da quello delle logiche del profitto e della mercificazione, i libri e i trasporti pubblici hanno un costo sempre più alto e irraggiungibile per gli studenti che devono scegliere tra studiare per poter trovare un lavoro o lavorare per potersi pagare gli studi (ovviamente questa sarcastica affermazione ci fa capire che non è possibile nè l’una nè l’altra alternativa).
Le scuole più “fortunate” devono fare i conti con il tetto massimo di studenti per classe, presidi autoritari, aule piccolissime, pioggia nei corridoi, e la mancanza di personale ata, quelle invece che si fanno ancor più invivibili devono fare i conti anche con quotidiane intimidazioni da parte dei presidi che minacciano a suon di 5 in condotta pure se chiedi di poter uscire per qualche minuto, oppure mandano lettere ai genitori dove espongono quello che potrebbe succedere ai propri figli se dovessero ribellarsi e rifiutarsi di rimanere zitti di fronte allo smantellamento delle proprie scuole; altre scuole invece sono già state occupate da enti privati quali banche, grandi industrie, aziende…come il DDL APREA impone.
Crediamo che in un momento come questo l’unica soluzione sia quella di partire dai bisogni che ognuno di noi ha, per riprenderci e costruire dal basso un sapere altro critico e dignitoso.
Lo scorso 5 ottobre è stato solo un trampolino di lancio, che ha messo in campo nuove pratiche e nuove forme di riscatto sociale.
Vogliamo riproporre alcune date che possano di nuovo darci modo di portare nelle nostre piazze e nelle nostre scuole forme di espressione di conflitto. Il primo corteo autonomo dell’anno che ha preceduto queste date per noi è stato la dimostrazione che non siamo più disposti a scendere a compromessi con chi non ha mai dato alcuna risposta alle nostre richieste, anzi preferisce schierare un cordone di forze dell’ordine davanti ai palazzi del potere locale.
Per questo siamo sempre meno disposti a chiedere alternative che non arriveranno mai, e sempre più convinti che l’unica alternativa è l’autorganizzazione, la costruzione dal basso di socialità per l’aggregazione, di un sapere altro, di un’informazione di parte e critica.
E’ per questo vogliamo proporre altre giornate di lotta, affinchè le scuole e tutto il mondo della formazione siano il motore di un vero e proprioᅠmovimento di sciopero generale che coinvolga tutte le categorie colpite da questo governo dell’austerità.
26 ottobre: assemblea regionale (ore 16 Auditorium del Complesso Marchesi, Pisa)
14 novembre: giornata di sciopero
16 novembre: SCIOPERO SOCIALE E GENERALE – giornata di mobilitazione ricompositiva
17 novembre: momenti di dibattito nelle scuole sul tema storico della giornata del diritto allo studio
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Student* med* in lotta
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