InfoAut
Immagine di copertina per il post

Prato: Sabato 16 ottobre manifestazione contro lo squadrismo aziendale nel distretto tessile

||||

Quello che è accaduto lunedì alla Dreamland non deve più accadere. Quello che è successo alla Dreamland è già successo alla Texprint, alla Gruccia Creations, alla DS di Montemurlo. Operai che manifestano pacificamente aggrediti da sgherri armati capitanati dai padroni delle aziende. Operai che finiscono in ospedale per aver rivendicato di lavorare 8×5 e non più 12×7. Quello che è successo alla Dreamland è successo perché fino ad ora, e tutt’ora, queste aggressioni di matrice mafiosa si sono consumate nell’indifferenza, nel silenzio delle istituzioni e della politica, nell’inerzia della Questura, nelle complicità sempre meno celati di cui questo sistema di sfruttamento gode sul territorio.

Nel 2018 alla DS di Montemurlo due delegati sindacali venivano aggrediti con spranghe, coltelli e bottiglie. Le loro denunce finivano nel vuoto. Oggi sono gli operai sotto processo per essere usciti un giorno di luglio dalla loro fabbrica per conquistare un contratto regolare.

Nel 2019 alla GrucciaCreations, gruccificio di via dello Sprone, azienda collegata alla stessa proprietà della Dreamland un commando di dieci uomini armati di tirapugni attaccava i lavoratori in sciopero. Otto operai feriti. Aggressione documentata da video. Polizia presente. Otto denunce per lesioni, tutte archiviate dalla Procura. Anche in questo caso, è il sindacato sotto processo invece per il sit-in davanti alla fabbrica: “manifestazione non autorizzata”. Davanti a quella fabbrica venivano invece notificati i fogli di via a Sarah e Luca, coordinatori del sindacato: “soggetti socialmente pericolosi”.

Giugno 2021, Texprint. Un commando di quindici uomini armati di battoni e bastoni attacca i tre lavoratori rimasti al presidio. Prognosi fino a 30 giorni. Presidio sindacale devastato. Nei video si riconoscono due soci dell’azienda, il rappresentante legale Hong Bo ed il “famoso” Zhang Sang Yu, noto per i suoi rapporti – certificati da TAR e Consiglio di Stato pronunciatosi sull’Interdittiva Antimafia a carico dell’azienda – con il boss della Ndrangheta calabrese. Tutto tace. Il Sindaco, interpellato sul caso, non condanna l’azienda e parla di “rissa” puntando il dito ancora una volta contro lavoratori e sindacato. Nessuna conseguenza per gli aggressori.

Ripetiamolo insieme: quello che è successo alla Dreamland è successo perché era già successo prima, nel silenzio delle istituzioni e nell’impunità.

Chi come risposta a quello che è accaduto invoca i controlli nelle aziende non ha capito nulla. Di questa storia e delle altre. Quello che è successo alla Dreamland è successo perché i controlli e le sanzioni , con gli strumenti normativi attuali, non sono la soluzione. Lunedì eravamo davanti alla Dreamland dopo che a luglio facevamo con i lavoratori segnalazione all’Ispettorato del Lavoro. Scattava il controllo in fabbrica, scopriva il lavoro nero, i turni massacranti, l’illegalità totale. L’attività veniva sospesa, e venivano fatte le sanzioni. Il giorno dopo l’azienda paga le multe e torna aperta. Il giorno dopo tutto è come prima: lavoro nero, turni massacranti, illegalità totale. Unica differenza: chi ha denunciato no riceve più il suo stipendio per ritorsione. Questa non è la storia della Dreamland ma di tutte le aziende del distretto colpite dai controlli. Si paga e si ricomincia, come prima. Il motivo è semplice: sfruttare e pagare le sanzioni conviene. Dai nostri conteggi emerge un risparmio tra tasse, contributi e retribuzioni che oscilla tra i 2800 euro ai 3900 euro al mese per ogni dipendente impiegato su turni 12×7 a salari da fame. Le multe, messe a confronto con la mole di “risparmio” sul costo del lavoro, fanno il solletico. Ma questo sembra non volerlo vedere nessuno. In particolare chi amministra la città con in testa il Sindaco Biffoni. Certo, più facile continuare a “sbandierare” i numeri di controlli, sanzioni e sospensioni di attività e fingere che “tutto sia sotto controllo” piuttosto che ascoltare e capire come stanno le cose nei capannoni il giorno dopo. Questo lusso, chi in questi capannoni ci lavora, non se lo può permettere. Lo sciopero e la lotta sono una forma di legittima difesa di fronte ad un sistema che schiaccia, offende, svilisce la vita e la dignità umana.

Ripetiamo insieme: chi invoca i controlli nelle aziende non ha capito nulla: Chi come risposta a quello che è accaduto invoca i controlli nelle aziende non ha capito nulla.

E quindi? Le politiche di contrasto allo sfruttamento degli ultimi venti anni hanno fallito. E lo sfruttamento nel distretto invece di diminuire è aumentato. Questo è un dato di fatto. Serve altro? A noi no. E infatti da tre anni ci siamo rim-boccati le mani e abbiamo iniziato a mettere le mani nella m****, cercando di costruire soluzioni nuove, dal basso. Abbiamo messo al centro l’idea che solo i lavoratori sfruttati possono essere i protagonisti del loro riscatto, e che il sindacato doveva essere lo strumento per camminare su questa strada. Per costruire unità, solidarietà, coscienza. Per essere più forti e non farsi schiacciare. Anzi, per rialzarsi. Dopo tante battaglie, tutte vinte dopo scontri lunghi e duri ai cancelli, ci siamo riuniti nel primo “8x5Meeting”. Per continuare a costruire dal basso soluzioni ai problemi e alle ingiustizie che produce questo distretto. Lo abbiamo fatto con professori universitari, ricercatori, avvocati, medici, comitati, insegnanti, volontari. Ma soprattutto, con gli operai. Ma tutti assieme. Abbiamo parlato di sfruttamento, efficacia dei controlli, strumenti normativi, diritto alla salute, nocività delle produzioni sul territorio, sicurezza sul lavoro, diritto alla cittadinanza, permessi di soggiorno. Lo abbiamo fatto mettendo insieme le esperienze di lavoro, di vita e di lotta con le competenze, le idee e i punti di vista più diversi. E’ da un confronto simile che possono nascere soluzioni nuove, soluzioni vere. I lavoratori della GKN ce lo hanno insegnato. Loro hanno detto: “una legge contro le delocalizzazioni può nascere solo dalle teste dei lavoratori, non sulle teste dei lavoratori”. Noi diciamo: “una riforma delle norme contro lo sfruttamento in fabbrica può nascere solo dalle teste dei lavoratori, non sulle teste dei lavoratori”. E abbiamo intenzione di rilanciare questa idea con nuovi incontri. Il progetto di legge su controlli, sicurezza e lavoro nero depositato in parlamento rischia di essere l’ennesima occasione persa per fare davvero qualcosa.

Con queste convinzioni sabato torneremo a manifestare. L’appello a tutta la cittadinanza è a unirsi alla manifestazione che inizierà alle 15:00 davanti alla Dreamland, in via Galvani n.15. Da lì percorremo insieme le strade del Macrolotto. Perché non accada mai più, c’è bisogno di una risposta pacifica e determinata di tutta la città. C’è bisogno che questi luoghi invisibili dove cova lo sfruttamento siano attraversati da un vento nuovo di cambiamento.

 

SABATO #16OTTOBRE H.15:00

MANIFESTAZIONE A PRATO

Partenza ore 15:00 dalla Dreamland (via Galvani n.15)

 

SI COBAS PRATO

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

operaipratosi cobastessile

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 ottobre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per Jack, per noi, per tutt*. Riprendiamoci la città, sabato la manifestazione a Mestre.

Mestre (VE). “Per Jack. Per noi. Per tutt*”. Manifestazione in ricordo di Giacomo, compagno 26enne del centro sociale Rivolta ucciso venerdì a Mestre mentre – con un altro compagno poi rimasto ferito – cercava di difendere una donna da una rapina. Il 38enne aggressore si trova in carcere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MESTRE: UN COMPAGNO UCCISO E UNO FERITO NEL TENTATIVO DI DIFENDERE UNA DONNA VITTIMA DI RAPINA

La scorsa notte un compagno è stato ucciso ed un altro ferito a Mestre nel tentativo di sventare una rapina nei confronti di una donna. Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nel dolore ai compagni e alle compagne di Mestre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

A pugno chiuso. Ciao Marco!

La scorsa notte ci ha lasciato dopo tante battaglie il nostro compagno Marco, per tutti e tutte Marco Dread.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Emilio, vogliamo ancora tutto

Questa mattina se ne è andato Emilio Quadrelli, dopo una lunga malattia.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Crollo alle Vele di Scampia: fate presto!

Condividiamo di seguito il comunicato del Comitato Vele Di Scampia 167 dopo il terribile crollo che ha provocato la morte di due giovani e il ferimento di 13 persone tra cui sette bambini ed la gestione vergognosa dei soccorsi. Solo ora, al termine di una giornata difficilissima e dolorosa riusciamo a scrivere queste poche righe. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

‘Geronimo’ Bini: la sua lotta per un mondo (e una Cremona) migliori

Riceviamo e pubblichiamo volentieri… La storia la scrivono i vincitori.  Ma la storia la fanno anche i perdenti. Poi ci sono gli indolenti che non sono né vincitori, né perdenti.  Poi c’è il revisionismo che mischia le carte. Rende i vincenti un po’ meno vincenti e i perdenti un po’ meno perdenti e quasi sempre […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Il profilo del non votante è sempre più connotato sul piano sociale” L’analisi dei flussi elettorali con Marco Valbruzzi

“Il profilo del non-votante non è connotato sul piano politico-ideologico, invece è connotato sempre di più sul piano sociale“.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Perquisizioni al SUDD Cobas per una manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese

Questa mattina le abitazioni di alcuni compagni e compagne di Firenze sono state perquisite in relazione alla manifestazione del 23 febbraio in solidarietà con il popolo palestinese durante il quale la polizia ha ripetutamente caricato il corteo.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Stellantis senza freni

Le ore successive allo sciopero del settore automotive a Torino sono state sorprendenti: i media hanno annunciato l’aumento dei compensi che si sono riservati i vari dirigenti del gruppo Stellantis, in primis il Ceo Tavares.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’attività sindacale equiparata ad “associazione a delinquere”: la Procura di Piacenza ci riprova

Dunque, sebbene il carattere tutto politico di questo teorema sia stato ampiamente smascherato, ciò non ha frenato la procura di Piacenza dal perseguire il proprio scopo di criminalizzare il SI Cobas

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Addio Pasquale, compagno generoso ed instancabile

Apprendiamo con amarezza che per un malore improvviso è venuto a mancare Pasquale Lojacono.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Monza: “Dita spezzate e calci a terra”, violento sgombero poliziesco del presidio SI Cobas 

“Nuova escalation di violenza di Stato contro il sindacato SI Cobas: brutale aggressione contro i lavoratori e il coordinatore di Milano Papis Ndiaye“

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Cremona: la polizia sgombera la Prosus, occupata da 4 mesi dai lavoratori

I lavoratori dell’azienda di macellazione Prosus di Vescovato, alle porte di Cremona, che dal 16 ottobre 2023 occupavano lo stabilimento sono stati sgomberati questa notte.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

SI Cobas: pistola puntata verso gli operai di Verona e aggressione con metodo mafioso a Prato

Gravissima vicenda fuori dai cancelli della Maxidi di Belfiore, in provincia di Verona: una guardia giurata ha puntato la pistola in faccia ai lavoratori in sciopero da mesi per chiedere l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, oltre che a salari e condizioni di lavoro migliori.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Prima Classe e sfruttamento di classe

Il commissariamento dell’azienda Alviero Martini Spa di Milano per sfruttamento lavorativo è l’ennesima occasione per riflettere sulle trasformazioni delle filiere del nostro paese e sulle devastanti condizioni di lavoro che stanno dietro il tanto celebrato “Made in Italy”.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo con i lavoratori Ansaldo che rischiano 7 anni di carcere per blocco stradale

Un grande striscione con scritto “siamo tutti Ansaldo” apre il corteo di oltre mille persone in solidarietà dei 16 lavoratori denunciati durante lo sciopero del 13 ottobre 2022 a difesa dello storico stabilimento genovese, culminato con l’occupazione dell’aeroporto e scontri con le forze dell’ordine.