Senza casa resistono allo sgombero: carica della polizia
Aggiornamenti:
Ore 19.30: le famiglie di occupanti restano nel porticato della palazzina che per oltre cinque mesi è stata la loro casa. Annunciano di non abbandonare: Orlando e istituzioni di questa città sono avvisate, domani sarà un’ulteriore giornata di lotta…
Ore 18: forze dell’ordine e operai hanno murato le porte del piano terra del palazzo di via Calvi, pensando in questo modo di poter arginare la determinazione degli occupanti derivante dalla totale assenza di risposte ai bisogni sociali di questa città.
Ore13: polizia e forze dell’ordine hanno portato a termine il loro dovere, diciotto famiglie sono state sgomberate dalla palazzina di via Calvi, abbandonata da quasi trent’anni dal palazzinaro che li condanna ancora una volta a non avere un tetto.
Le scene a cui si assiste sono quelle della disperazione delle famiglie che abitano la palazzina, ma anche quelle della determinazione e resistenza allo sfratto. Ma le minacce di gettarsi di sotto se l’operazione non verrà sospesa da parte di qualche occupante, non intenerisce le forze dell’ordine. Mentre tuttora alcune famiglie sono asserragliate nei piani più alti, in quelli inferiori vengono spazzate via le vite delle famiglie che in questi cinque mesi hanno fatto della palazzina in via Calvi la propria casa. Arredi ed effetti personali vengono così portati verso l’esterno dagli operai di una ditta. Intanto sono decine le persone che stazionano e presidiano davanti lo stabile in quanto occupanti o in solidarietà con gli stessi; la tensione raggiunge l’apice e l’ingente schieramento di polizia (che si presenta con uno spropositato impiego di uomini e mezzi per sgomberare dei senzacasa!) non gradisce e cerca di allontanare con una carica chi presidia sotto il palazzo. La volontà di separare gli occupanti da chi è giunto per difendere e sostenere la legittimità della loro lotta appare evidente nelle intenzioni della polizia.
Anche qualche tenda da acampadas comincia a vedersi, a testimonianza di quale sia la determinazione a difendere la propria necessità abitativa.
Questo il clima e il modus operandi di un’amministrazione comunale di fronte al problema abitativo; quello dello sgombero forzato di chi ha deciso di provvedere da solo, con l’occupazione e la riappropriazione immediata, alla soddisfazione di un bisogno e un diritto fondamentale come quello all’abitare.
Questa la risposta delle istituzioni a una settimana di distanza dalla manifestazione del 19, quando decine di migliaia di persone hanno invaso la capitale, pretendendo senza mediazioni, casa e reddito per tutti. Evidentemente questo nuovo blocco sociale le cui potenzialità sono state dimostrate nella giornata romana, fanno paura a chi ci governa cercando di amministrare le contraddizioni della crisi, e lo sfratto di via Calvi ne è una dimostrazione.
Seguiranno aggiornamenti da via Calvi.
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