Aggiornamenti dal Rojava a seguito della liberazione di Kobane
Le forze YPG e YPJ stanno combattendo strenuamente dal 15 settembre scorso, e sono riuscite a ricacciare le gangs dell’ ISIS che si sono arenate e successivamente date alla fuga dalle colline della città-roccaforte kurda, veicolando una immagine di straordinaria resistenza e dignità rivoluzionaria che ha fatto riemergere con forza la storia della pluridecennale lotta di autodeterminazione e emancipazione della regione e facendola conoscere a livello globale.
Sin dall’attacco compiuto su più fronti dall’ Islamic State, pressochè 200 mila persone si sono rifugiate con successo nei villaggi del Kurdistan Settentrionale, mentre appena diecimila hanno avuto la possibilità di accedere ai campi messi a disposizione dalla Turchia. Eppure, a onor di cronaca, proprio all’indomani del 15 settembre, era stato un officiale dell’ ONU a garantire che lo stato turco avrebbe messo a disposizione 400mila posti in caso di evacuazione.
Da questo punto di vista traspare tutta l’ignobile operazione dell’ AKP, che da un lato ha mostrato la bella faccia all’opinione pubblica internazionale, ma in realtà ha confidato e confida nella volontà di espansione militare dell’ISIS per allungare le mani sul Rojava ed estirparne il processo rivoluzionario antitetico alle sue politiche per fare della regione stessa un proprio “protettorato”.
Il prolungarsi della resistenza settimana dopo settimana e il conseguente aumento dell’interesse internazionale ha permesso che i peshmerga potessero dare sostegno prezioso ai guerriglieri e alle guerrigliere dentro la città, ravvivando il senso di reciprocità con il Kurdistan iracheno.
L’inerzia della vittoria della battaglia di Kobané sta portando alla liberazione di decine di villaggi a sud della città in queste manciate di ore, ma è chiaro che il conflitto è solo agli inizi, dato che le forze dell’ ISIS si sono ben stabilizzate a Raqqa, Jarablus e Tel Abyad, minacciando altri cantoni.
Nelle parole dei generali combattenti curdi traspare il fatto che l’ aver vinto a Kobanè sia l’apripista per nuove determinanti vittorie; frattanto il ripopolamento e la ricostruzione della città martoriata da mesi di attacchi ha inizio, dopo le feste che si sono consumate in tutta la regione.
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