Argentina: Conflitto per la terra e repressione contro la comunità Tonokoté a Santiago del Estero
La Polizia di Santiago del Estero ha represso le famiglie contadine e indigene che protestavano insieme all’UTT per l’arresto di un produttore e la persecuzione di altri quattro membri della comunità. L’impresario Jorge Simón Karan, con la complicità del Potere Giudiziario, li accusa di “usurpare” le terre che sono comunitarie.
La Polizia di Santiago del Estero ha represso un blocco stradale che stavano effettuando delle famiglie contadino-indigene della comunità Tonokoté a Bajada de Bandera, Santiago del Estero, e si è portata via arrestato il portavoce nazionale dell’Unione dei Lavoratori della Terra (UTT), Lucas Tedesco. La manifestazione pacifica, in cui si impediva solo il passaggio dei camion, protestava per la liberazione del produttore Felipe Suárez, arrestato giovedì nell’ambito di un conflitto per le terre in cui la comunità resiste all’illegale avanzata sul territorio dell’impresario Jorge Simón Karan. Suárez continua ad essere detenuto nel commissariato locale di Bajada de Bandera e per altri quattro membri c’è un ordine di arresto, mentre Tedesco è stato trasferito nel Commissariato 14 di La Banda, dove si sperava che fosse liberato questo mercoledì.
“Ad un compagno hanno aperto la testa con un colpo, un altro ha ricevuto dalla Polizia una manganellata, hanno colpito le compagne, hanno colpito duro per liberare la strada. Anche dopo che è stato tolto il blocco continuavano a sparare gas e a rincorrere i compagni fin dentro il bosco”, ricostruisce Agustín Suárez, portavoce nazionale dell’UTT che come Tedesco accompagnava la protesta della comunità sulla Strada 5 a Bajada de Bandera. Dopo la repressione, la Polizia ha sequestrato perfino il trattore con cui i produttori della comunità lavorano.
Suárez parla con Tierra Viva mentre viaggia verso il Commissariato 14 di La Banda in attesa della liberazione del loro compagno, che la pubblico ministero ha tenuto tutta la notte in arresto in attesa della deposizione per il blocco stradale. La repressione, secondo quanto racconta Suárez insieme agli altri membri dell’UTT di Santiago del Estero, è avvenuta in modo repentino. Fin dal mattino, si chiacchierava con la polizia locale per lasciar passare le auto e mantenere il blocco solo dei camion. Nel pomeriggio, il commissario Roger Coronel è giunto insieme al corpo di Fanteria e ha dato 5 minuti per liberare la strada.
“Non ha finito di dire che avevamo 5 minuti che ci ha cosparsi di gas lacrimogeno, sottomettendoci, con un totale abuso di potere. Così evidentemente è gestita la Polizia dal governatore Gerardo Zamora. È stata una caccia”, denuncia il portavoce dell’UTT. “Lei è il mediatore, deve difenderci!”, gridavano le lavoratrici contadine durante la repressione, quando si portavano via arrestato Tedesco, che è stato spinto in un fuoristrada della polizia con l’inganno che sarebbe cominciata una mediazione.
Nei media di Santiago non è stata pubblicata nessuna notizia sulla protesta, sulla repressione e gli arresti lungo la strada 5. L’UTT ha dichiarato: “Rendiamo responsabile il governo provinciale e nazionale per l’integrità delle comunità e dei membri dell’organizzazione”. Da parte del governo nazionale non ci sono state al riguardo condanne pubbliche né pronunciamenti.
Il conflitto per le terre della comunità Tonokoté
“La comunità Tonokoté sta difendendo le proprie terre da 200 anni, terre che appartengono alla comunità, che sono registrate nell’Istituto Nazionale degli Affari Indigeni”, dichiarava al riguardo Lucas Tedesco, dialogando con Radio Sur, sui motivi del blocco stradale di ieri poche ore prima della repressione e del suo arresto. Da anni c’è lotta con questo impresario e non è l’unica che devono affrontare.
Il conflitto si è acutizzato giovedì scorso, quando insieme ai membri dell’UTT, la Polizia ha arrestato Felipe Suárez, produttore contadino della comunità, che resisteva allo sgombero del suo campo a Bajada de Bandera, dipartimento di Figueroa.
L’ordine era stato emanato ed eseguito dal pubblico ministero Miguel Torressi e dalla giudice di controllo e garanzie, circoscrizione Capitale, Ana Maria Vittar, in risposta ad una denuncia dell’impresario Karan che aveva denunciato la comunità per “usurpazione”. Oltre alla detenzione di Suárez, ci sono ordini di cattura contro altri membri della comunità: Juan Ramón Ibañez, Ezequiel Suárez, Eulogia Godoy e David Daniel Godoy, delegato della base UTT.
“Gli ordini d’arresto sono manipolati dall’impresario Jorge Simón Karan che da tempo minaccia la comunità Tonokoté, che possiede la terra, attraverso costanti minacce e denunce, cercando di sfollare le famiglie contadine per lo sfruttamento del legno di quebracho e del carbone”, si è denunciato da parte dell’UTT che ha messo in rilievo che sono state effettuate numerose denunce per atti violenti di Karan.
“Da più di dieci anni non smette di perseguitare le famiglie, di disboscare illegalmente il bosco. Le famiglie da tempo lo stanno denunciando, ma la situazione diventa sempre più violenta, con squadracce armate e con moto che attaccano i membri della comunità”, raccontava ieri mattina Tedesco.
Questa pratica di Karan è ricorrente a Santiago del Estero e nel resto del paese contro le comunità indigene e i contadini. La negazione del loro diritto ancestrale sulle terre che abitano, anche quando rispettano il requisito di essere iscritte nell’Istituto Nazionale degli Affari Indigeni (INAI) come è il caso della comunità Tonokoté.
Lo scorso febbraio le famiglie contadine, che fanno parte della regionale Río Salado-UTT, hanno emesso un comunicato denunciando l’avanza di Karan sulle terre nel Paraje Punitayoj. Lì hanno effettuato un’azione di resistenza, un’assemblea di circa 100 contadini che hanno tolto il filo di ferro e i pali che circoscrivevano i campi della comunità per 8 chilometri. E hanno eretto un accampamento per difendere il proprio territorio. Allora, l’impresario ha ricominciato l’attacco giudiziario.
La comunità Tonokoté, inoltre, affronta un’altra avanzata delle compagnie sulle loro terre. “L’impresa tedesca Concepture Nature Management S.A. usurpa i nostri territori, sono 31.000 ettari dove pianifica opere di varia portata che attentano alla diversità naturale e alla vita di ogni abitante della zona”, denunciano. Questo progetto mette a rischio il modo di vivere di centinaia di famiglie produttrici di mais, cocomeri e meloni, allevatrici di vacche, capre e maiali, nei paesi e nelle zone di Sauce, Tajamar, Porongo, Puesto Viuda, Ura Uarkuna, Cordero Rupasta, Rodeo Grande, Mistolito e Cruz Bajada.
Foto: Hernán Vitenberg
3 maggio 2022
Agencia Tierra Viva
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