Eta torna a parlare, questa volta in un’aula di tribunale
La novità all’interno del comunicato letto però è nell’ultima parte: ETA esprime la necessità di “chiudere delle ferite” e concretizza questa posizione scusandosi con una famiglia di Orio che si vide implicata -come effetto collaterale- in un’azione condotta nel 2007 e per la quale i 10 militanti sono imputati. Non solo parole di dispiacere rivolte alla famiglia in questione, ma anche a tutti i cittadini e cittadine che sono stati coinvolti dalle azioni dell’ETA, “senza avere nessuna responsabilità nel conflitto”.
La dichiarazione di ETA di ieri ha tuttavia almeno tre elementi importanti. Il primo tra tutti, sottolinea l’importanza del dibattito sulla fase politica attuale nei Paesi Baschi all’interno del collettivo dei prigionieri politici, un organismo in grado di funzionare efficacemente e che si rende partecipe, ponendo in risalto il livello di comunicazione e l’importanza che le organizzazioni basche, e non solo quella armata, riescono a tenere tra i vari militanti politici che sono attualmente rinchiusi nelle varie carceri spagnole e francesi, come sintomo di una partecipazione al processo in atto del tutto includente.
Gli altri due elementi che sembrano rilevanti sono la scelta del luogo -Parigi- e il momento in cui ETA ha deciso, ancora una volta, di far sentire la sua voce: da ieri infatti, membri della Commissione Internazionale di Verifica sono nei Paesi Baschi, per incontrarsi con rappresentanti politici, istituzionali e sociali. Dopo l’ultima visita pubblica di maggio, sembra quindi continuare il dialogo con la Commissione Internazionale di Verifica, tra voci presunte e smentite di un futuro annuncio di disarmo dell’ETA (condizione posta in essere dal gruppo di verifica).
All’interno di questo contesto, all’indomani della dichiarazione, si inserisce l’attitudine del Governo spagnolo che ancora una volta tende a sminuire il comunicato, interpretandolo come un tentativo di dare risalto ad un’iniziativa pubblica del partito Sortu che si terrà nei prossimi giorni. Per l’ennesima volta l’esecutivo spagnolo sottolinea la sua povertà di argomenti, probabilmente per giustificare il suo immobilismo ingiustificabile, mentre ETA cerca di porre la questione in un punto reale e concreto in un modo inedito, che solo il tempo potrà dirci a dove condurrà.
Ascolta il contributo audio con Giovanni Giacopuzzi, storico e scrittore, effettuato durante la trasmissione Conflitti Globali su Radio BlackOut
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