Euskal Herria: la Ertzantzia arresta Urtzi e Jon, i “Grebalariak” baschi
Manca poco meno di un quarto d’ora alle 14:00 quando in una piazza colorata di rosso, si apre un corridoio tra la folla, due ragazzi si affannano con una scala e a seguire ecco comparire Jon Telletxea e Urtzi Martinez.
Le loro facce sono ormai note alla città di Bilbao che si è tappezzata nelle ultime settimane di striscioni e foto dei due grebalariak (“scioperanti” in basco).
La piccola piazza di San Pedro nel quartiere di Deusto (Bilbao) è attraversata da un brivido all’arrivo dei due giovani, la radio che trasmette la diretta della giornata si affanna a comunicare gli spostamenti dei grebalariak che si dirigono verso il chiosco della piazza. Arrampicandosi piolo dopo piolo, Urtzi e Telle si siedono sul tetto ad aspettare, rincuorati da grida, applausi e canti, l’arrivo della ertzantzia.
Gli organizzatori della piattaforma Grebalariak Aske! si alternano ai megafoni ripetendo che la dinamica scelta dai Urtzi e Telle sarebbe stata differente da quella a cui la gioventù basca ci ha abituato, il famoso muro popolare “Herri Harresi”, si sarebbe trasformato in un muro solidale. Un muro che non avrebbe opposto resistenza all’intervento della polizia.
La ertzaintza durante l’interna mattinata segue l’attività della piazza, ma quando i due giovani seduti sul tetto del chiosco sovrastati da un’ikurrina che sventola sulle loro teste incontrano lo sguardo dei loro prossimi carcerieri, ecco mettersi in moto l’imponente operazione che in pochi minuti circonda la piazza con più di venti blindati. Gli uomini della ertzaintza scendono dai furgoni con il volto coperto da passamontagna e provano a farsi largo all’interno di una piazza solidale che si è stretta attorno al chiosco. Nel mentre, dando le spalle alla polizia e intonando l’internazionale, i componenti del muro solidale si fanno forza e si stringono tra loro.
Dopo circa un’ora e due tentavi falliti, l’ertzaintza decide di farsi largo nervosamente tra le persone radunate attorno al chiosco, un’ultima volta. Dopo alcuni momenti di tensione vissuti dall’alto da Urtzi e Telle, un’altra scala, questa volta portata dalla polizia autonoma basca, si avvicina al chiosco. Il breve dialogo che i due giovani mantengono con il poliziotto che si è arrampicato fin sul tetto è scandito da cori come “Urtzi Telle il popolo è con voi” o “siamo tutti grebalariak”.
Si giunge cosi alla fine di quel percorso di “disobbedienza” che porterà i due giovani a scontare una condanna di due anni e mezzo di carcere, per presunti “danneggiamenti” nello sciopero del 29 marzo 2012.
Il caso di Urtzi e Telle smaschera, ancora una volta, la prepotenza dello stato spagnolo nei confronti del popolo basco, deciso a reprimere la gioventù basca attraverso quella che la stessa Alta Corte definì “punizione esemplare”.
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