Gaza: Israele bombarda i campi profughi a Rafah. Strage di civili almeno 45 le vittime.
Almeno 45 morti e 250 feriti: questo il bilancio parziale dell’ultima strage compiuta dall’esercito israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza.
Nella notte i soldati di Tel Aviv hanno compiuto violenti raid contro un campo di sfollati a Tal Al Sultan, dichiarando di aver colpito e ucciso due dirigenti di Hamas, ma provocando un nuovo massacro di civili, tra cui donne e bambini in maggioranza.
Il campo era stato dichiarato come luogo sicuro dagli stessi occupanti di Tel Aviv.
Le bombe hanno causato un vasto incendio che ha avvolto decine e decine di tende e baracche. Immagini strazianti circolano sui social media, tra cui quella di un bambino decapitato portato in braccio dal padre.
Da Gaza la testimonianza di Fabrizio Minini, cooperante e nostro collaboratore
Le vittime del raid sono stsate portate al Centro per la stabilizzazione per pazienti con traumi supportato da Medici Senza Frontiere (Msf) e aperto nella zona di Rafah il 15 maggio scorso. “Siamo inorriditi”, ha detto l’infermiera italiana Gaia Giletta presente sul luogo, “quello che è successo dimostra ancora una volta che nessun luogo è sicuro a Gaza. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo”, ha concluso.
Sentiamo la stessa Gaia Giletta di Medici Senza Frontiere nella corrispondenza dalla Striscia di Gaza
Dall’Italia, parole di condanna dal ministro della Difesa Crosetto: “non è più giustificabile la violazione di diritti a Rafah, il popolo palestinese viene compresso senza senza tener conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas”, ha detto.
L’esercito israliano continua il massacro anche in Cisgiordania. Un ragazzo di 14 anni è stato ucciso a nord-est di Hebron, secondo quanto diffuso dall’agenzia di stampa Wafa i soldati israeliani hanno impedito alle ambulanze di raggiungere il ragazzo, lasciandolo sanguinante a terra dopo avergli sparato.
Sulla situazione generale l’analisi di Michele Giorgio corrispondente del Manifesto da Gerusalemme e direttore del portale Pagine Esteri
A Milano un “presidio di emergenza” è stato convocato alle 19 questa sera fuori dal Consolato Usa (fermata metro 3 Turati). Sentiamo Elio, compagno del centro sociale Vittoria.
A Bologna per oggi è stato chiamato un appuntamento per rispondere con urgenza all’attacco di Israele.
RISE UP FOR RAFAH: STOP THE GENOCIDE
Sono scene terrificanti quelle che sono giunte stanotte dal campo profughi di Rafah. Nelle stesse ore in cui la corte internazionale dell’Aja aveva intimato a Israele di interrompere i massacri sulla striscia di Gaza, l’entità sionista, in spregio al diritto internazionale e umanitario, si è mostrata ancora una volta per quella che è: una mostruosità coloniale impegnata nel genocidio di un popolo indigeno, il popolo palestinese. Di fronte alle complicità dell’occidente imperialista, del nostro paese, dei suoi alleati e delle sue istituzioni, di fronte al silenzio e alle complicità del nostro apparato mediatico, saranno i popoli del mondo a fermare questo massacro. Lanciamo un appello alla città di Bologna, alle sue forze antisioniste, antirazziste e anticapitaliste.
RISE UP FOR RAFAH: blocchiamo la città per bloccare il genocidio. Martedì 28/5 in piazza XX settembre, ore 18.
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