Il regime si sbriciola a Tripoli
La battaglia di Tripoli è iniziata. Le manifestazioni del movimento anti-Gheddafi sono in corso in numerosi quartieri della città. Migliaia e migliaia di manifestanti sembrano cingere d’assedio il quartiere centrale della capitale libica dove ha sede la dimora del rais. Il colonnello Gheddafi sembra ormai prossimo alla fine, questa è almeno l’impressione che hanno molti libici che vivono nelle città liberate dal movimento. Si parla di qualche migliaia di manifestanti pro-Gheddafi nella Piazza Verde a Tripoli, e già da qualche ora si sono diffuse voci (riprese anche dai network internazionali) di scontri e colpi d’arma da fuoco delle forze lealiste contro le manifestazioni anti-governative nella città (e si contano già decine di morti).
Per ora sembra che sia ufficiale la conquista dell’aeroporto di Tripoli da parte dei rivoltosi e anche delle città più importanti vicine alla capitale, che anche questa mattina sono state il teatro di violenti affrontamenti tra movimento anti-Gheddafi e la parte dei miliziani ed esercito ancora fedele al rais. Ma il regime ormai si sbriciola mentre aumentano le dimissioni di autorità istituzionali e religiose, e membri della tribù del colonnello prendono parte nel movimento di protesta. La crisi anche della famiglia Gheddafi, ormai divisa tra fedeli e oppositori al tiranno sembra configurare la definitiva prova per cui l’establishment del potere libico è andato in frantumi. La notizia che nella tristemente famosa brigata di teste di cuoio guidata da Khamis Gheddafi diversi soldati si siano rifiutati di rivolgere le armi contro i manifestanti e poi si siano voltati per sparare contro i superiori non fa che confermare lo stato di declino anche degli apparati fedelissimi al rais.
Dalla frontiera tunisina arrivano segnali di tensioni, molti libici rifugiatesi in Tunisia nei giorni scorsi stanno tentando di rientrare nel proprio paese per sostenere il movimento e centinaia di tunisini stanno tentando di forzare la frontiera per poter entrare in Libia per ingrossare le forze insorgenti della Libia. Anche oggi al centro di Tunisi mentre è in corso l’imponente manifestazione del movimento rivoluzionario contro il governo di transizione Ghannouchi spiccano le bandiere della Libia, e poi dell’Egitto e delle Palestina, in segno di solidarietà e reciprocità. Intanto a Bengasi il movimento rivoluzionario dei Giovani Libici si dice pronto a raggiungere la capitale per sostenere la battaglia decisiva contro il tiranno, e sembra che dalla periferia stia partendo un corteo composto da manifestanti, esercito ed ex-poliziotti diretto verso la Piazza Verde. Anche oggi l’impiego di mercenari, sta volta nascosti dentro le ambulanze, non solo non sta intimidendo il movimento ma sembra che faccia aumentare solo la collera ormai fiume in piena nelle strade di Tripoli.
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