InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’Egitto rivoluzionario che non crede più alle menzogne dei Rais

Ma se mancano strumenti istituzionali e giuridici per opporsi al nuovo corso reazionario dell’Egitto post-Mubarak, l’opposizione e il proletariato giovanile stanno tornando a sollevare la piazza ed è scontro con l’impunita macchina della repressione dello stato egiziano.

Decine e decine le città attraversate da cortei e presidi, e nella maggior parte dei casi sono state assaltate, distrutte e incendiate le sedi del partito della fratellanza musulmana Giustizia e Libertà. Intanto le migliaia di manifestanti che presidiano piazza Tahrir al Cairo allestiscono tende e alzano barricate, mentre tuona ancora una volta lo slogan della rivoluzione “Il popolo vuole la caduta del regime!”.

 

Quanto sta accadendo in Egitto in questi minuti non sollecita solo l’urgenza di approfondire le tendenze dei processi rivoluzionari in nord africa e altrove (su cui nei prossimi giorni torneremo) ma impone a mio avviso la constatazione che ormai una buona parte del proletariato arabo non crede più alle menzogne dei propri Rais (siano questi monarchi, islamisti o laici) e alle finte promesse di una futura Palestina libera. C’era un patto imposto dalle autorità ai propri governati in diversi paesi arabi fino a poco tempo fa: cedetemi libertà civili e sociali e i nostri eserciti libereranno la Palestina. Quel patto costituiva una vergognosa menzogna che veniva giocata nell’opinione pubblica, mentre, e negli ultimi tempi senza neanche grande discrezione, o si accondiscendeva direttamente agli interessi sionisti e della Casa Bianca, oppure si diveniva pedina di normalizzazione dell’area tanto utile ad Israele.

La durissima contestazione ai Fratelli Musulmani e al nuovo Rais Morsi che sta divampando in questo venerdì di lotta egiziano, proprio all’indomani del suo battesimo nelle relazioni diplomatiche orientate dalla Casa Bianca, ci dice che a Piazza Tahrir le finte promesse dei Rais sono solo altra benzina per far bruciare le barricate rivoluzionarie.

Certo che a Gaza hanno festeggiato non appena è stata decretata la tregua! E come non gioire e festeggiare in piazza, e come non considerare la tregua un utilissimo momento tattico politico-militare per riorganizzare le forze! Ma ciò che forse da oggi possiamo salutare con il sorriso, è che sulle barricate e tra gli slogan dei movimenti in lotta nei paesi arabi torna con nuova forza politica e determinazione la parola rivoluzione al fianco della Palestina, ben lontana da eserciti guidati da corrotti e filo sionisti Rais tenuti al guinzaglio dalla Hilary Clinton di turno.

 

Viva Piazza Tahrir! Viva Palestina!

 

Tunisiano

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Egittopalestinatahrir

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fogli di via da Ronchi: la rappresaglia per il corteo del 13 settembre scorso

In una fase in cui il movimento per la Palestina ha attenuato la sua mobilitazione e pressione, la macchina burocratico-repressiva continua a funzionare a pieno ritmo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.