InfoAut
Immagine di copertina per il post

Maghreb e mercati finanziari: la logica del contagio

Questo breve articolo ha il merito di spiegare in poche parole la similitudine tra la logica che presiede all’andamento dei mercati borsistici e la propagazione delle rivolte popolari nell’era della globalizzazione capitalistica avanzata. In entrambi i casi opera una razionalità (o meglio, irrazionalità) basata sull’eccesso d’informazioni (che queste siano vere, false o presunte non è sempre dirimente perché, a priori, comunque esse producono ‘effetti di realtà’). 
La differenza sostanziale – precisa Marazzi – sta nel referente: se i mercati finanziari guardano al proprio funzionamento avulso da qualsiasi ancoramento materiale che non sia la propria dinamica schizo, le insurrezioni spontanee hanno un referente preciso nella materialità del corpo sociale
[ndr.]

Chi segue quanto sta accadendo nel Nord Africa e nel Medio Oriente con un occhio sui mercati finanziari non può non essere colpito da alcune similitudini, ma anche da differenze fondamentali. Ad esempio la logica del contagio, ossia del mimetismo che travolge qualsivoglia aspettativa razionale. Sui mercati finanziari è il deficit d’informazioneche porta i soggetti economici a imitare l’Altro per definire (scegliere/eleggere) il rappresentante universale della ricchezza storicamente dato (che può essere la moneta “equivalente generale”, oppure i titoli tecnologici, i titoli subprime, le commodities, ecc., insomma le “convenzioni collettive” di keynesiana memoria). Si innesca in tal modo un movimento contagioso all’interno della comunità degli investitori che, di volta in volta, produce la sua bolla finanziaria, destinata a esplodere quando il processo diventa talmente autoreferenziale da perdere ogni rapporto col reale. E’ la razionalità dell’irrazionalità, o  “razionalità collettiva”, dei mercati. I processi rivoluzionari nell’epoca del capitalismo finanziario globale sembrano funzionare secondo la medesima logica, ma solo in superficie. In realtà, il contagio, la prassi mimetica che caratterizza le insurrezioni delle moltitudini nord africane e medio orientali, non sono originate da un deficit d’informazione, bensì dal suo contrario, da un eccesso d’informazione che dà il via a mobilitazioni in regioni contigue e non, tra loro differenti per composizione sociale, PIL pro capite, tasso di inflazione, percentuale di disoccupazione giovanile, ecc. (vedi Wealth Management Research, “Global financial markets”, UBS, 24 febbraio). Il veicolo del contagio sono sempre, o spesso, le tecnologie della comunicazione, ma la direzione è opposta: se sui mercati finanziari l’autoreferenzialità non ha referente materiale, nei movimenti insurrezionali il referente materiale è il corpo sociale. La stessa informazione, o il suo concetto, e le sue modalità di diffusione, non si prestano a facili interpretazioni. Se si leggono le cronache di Maurizio Matteuzzi, il giornalista embedded de “il manifesto”, sembrerebbe che, a prevalere, sia la disinformazione, l’opacità dei fatti e delle notizie.L’informazione e il suo “eccesso” non riguardano quindi l’imitazione dell’altro, come sui mercati finanziari, ma l’imitazione di se stessi, della propria singolarità. Una singolarità piena di desiderio di libertà e di autodeterminazione.Di voglia di vivere.

Sul futuro del mercato petrolifero la confusione è massima. Da una parte, tutti gli analisti convengono che la Libia non è il problema: se è vero che già il 60 per cento della produzione è stato congelata, ciò che corrisponde alla perdita dell’1.1 percento dell’offerta mondiale di petrolio, l’Arabia Saudita può facilmente colmare una perdita di questa entità. Dall’altra parte, come osserva The Economist (“Oil pressure rising”, 26 febbraio), dagli anni ’70 ad oggi il petrolio si è notevolmente globalizzato. Ad esempio, la Russia ha superato l’Arabia Saudita come produttore mondiale di greggio. La quota dell’OPEC nella produzione mondiale è scesa dal 51 per cento di metà anni ’70 a poco più del 40 per cento di oggi. Il problema è politico, dato che le spare capacities, le riserve, sono essenzialmente saudite e dato che dal Bahrain, confinante con l’Arabia Saudita, dove la produzione di petrolio è minima, passa comunque il 18 per cento del greggio mondiale. Non a caso la scorsa settimana il re saudita si è affrettato ad annunciare la distribuzione di 36 miliardi di dollari ai suoi cittadini! Quindi, le previsioni sono molto azzardate. Si passa da 120 a 220 dollari al barile del Brent, anche se i più si aspettano nel medio termine (?) un ritorno a 100 dollari Si tenga conto che, secondo una stima “a spanna” che circola tra gli economisti, un aumento prolungato (per i prossimi due anni) del 10 per cento del prezzo del petrolio comporta, mediamente, una riduzione di mezzo punto percentuale del PIL globale. Negli Stati Uniti, dove la terziarizzazione avanzata dell’economia ha comportato una diminuzione sensibile del consumo di petrolio per unità di prodotto rispetto agli anni del fordismo, lo stesso 10 per cento d’aumento del prezzo comporta uno 0.2 per cento di riduzione del PIL e uno 0.1 percento di aumento della disoccupazione (Financial Times, “Oil price surge puts fragile US recovery at risk”, 25 febbraio).

In ogni caso, affidarsi ai modelli previsionali serve a poco (non funzionano in tempi di crisi politica). E’ invece molto probabile che uno shock sui mercati petroliferi abbia il medesimo effetto della crisi del debito sovrano europeo dello scorso anno, quindi: perdita di fiducia sui mercati finanziari, caduta dei prezzi delle azioni, ritorno della recessione. E, come accadde lo scorso anno, tentazione di rilanciare la quantitative easing, la creazione di moneta da parte della Federal Reserve. Solo che oggi il rischio d’inflazione c’è. O, meglio: un aumento del prezzo del petrolio, distraendo il consumo da altri beni, crea una situazione schizofrenica: da una parte aumentano i prezzi della benzina (e non si sa per quanto tempo), dall’altra il paniere di beni su cui è misurata l’inflazione (core inflation) resta fermo, almeno fino a quando le aspettative d’inflazione non innescano un processo di self-fulfilling prophecy, forzando la Fed ad intervenire con l’aumento dei tassi d’interesse. La gestione dell’inflazione, insomma, è un vero e proprio dilemma per le autorità monetarie, anche perché le rivendicazioni salariali sarebbero difficili da contenere malgrado gli alti tassi di disoccupazione. La situazione è ancora peggiore in Europa, e non è migliore nei paesi emergenti (maggiore consumo d’energia per unità di prodotto). C’è da aspettarsi una dinamica del genere: lotte salariali  e lotte sul reddito sociale contro la rendita petrolifera. Virtù dei beni comuni, dei commons!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Christian Marazzicrisimaghrebuninomade

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Per salvare Gaza e noi stessi, è ora di razionalizzare la speranza

Ormai le volte in cui abbiamo pensato “speriamo” dopo le dichiarazioni di qualche governo o di qualche grande istituzione sono centinaia. di Alessandro Ferretti Abbiamo sperato in una svolta con i pronunciamenti della corte dell’Aja e dell’ICC, con le voci di dissidi Biden-Netanyahu e Trump-Netanyahu, con gli stati che hanno riconosciuto la Palestina, con il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lavoro: otto giorni di sospensione all’aeroportuale di Montichiari che si è opposto al traffico d’armi

Otto giorni di sospensione dal lavoro per Luigi Borrelli, dipendente dell’Aereoporto di Montichiari, nel quale è anche delegato sindacale USB e responsabile sicurezza, per aver segnalato il trasporto di armi che avviene all’interno dello scalo civile bresciano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pavia: contro riarmo, guerra e genocidio

Come è andata la prima assemblea della rete dei movimenti pavesi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuovo accordo tra la Francia e Kanaky: indipendenza o truffa coloniale?

Qualche giorno fa è stato siglato un nuovo accordo tra i partiti indipendentisti kanak e lo Stato coloniale francese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Knesset vota sull’imposizione della sovranità israeliana sulla Cisgiordania

Mercoledì, la Knesset ha votato una dichiarazione a sostegno dell’imposizione della “sovranità” israeliana sulla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: approfondimento sulla situazione politica in Bangladesh a un anno dalla rivolta del luglio 2024. Intervista a Romane Cauqui

L’estate scorsa, nel luglio 2024, il Paese è stato attraversato da un’ondata di proteste e mobilitazioni di massa contro il governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La viltà sionista e i suoi oppositori

Di tutti i comportamenti che degradano l’uomo la vigliaccheria è il più infimo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Lotta di classe in America

La settimana scorsa (4 ottobre) hanno scioperato per tre giorni i 75.000 operatori sanitari della Kaiser Permanente, la più importante azienda privata senza scopo di lucro del settore. È stato il più grande sciopero sanitario della storia degli Stati Uniti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Dalla gestione della crisi al sistema di guerra

In questa decima puntata del Diario della crisi – progetto nato dalla collaborazione tra Effimera, Machina-DeriveApprodi ed El Salto – Stefano Lucarelli riflette sull’inopportuno susseguirsi di crisi che, spiazzando ed eliminando le cause e dunque le possibilità d’intervenire sulle conseguenze di quelle precedenti, fanno sì che gli effetti di queste ultime si accumulino e si […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il ritorno del paradosso di Solow?

Nel 1987, mentre si stava affermando la cosiddetta rivoluzione informatica, il premio Nobel per l’economia Robert Solow enunciò un paradosso che divenne famoso: “Si possono vedere computer dappertutto, tranne che nelle statistiche sulla produttività”.

Immagine di copertina per il post
Culture

Spazi Sociali 2023 – Il giornale del Network Antagonista Torinese

Questo Primo Maggio come da tradizione è stato diffuso il volantone “Spazi Sociali”, il giornale del Network Antagonista Torinese. Al centro dell’edizione di quest’anno la questione della guerra e della crisi sociale, ma anche la libertà d’aborto e gli attacchi giudiziari ai movimenti sociali.