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Santos minaccia le Farc

Lo scorso venerdì 25 gennaio l’insorgenza rivoluzionaria delle FARC-EP ha catturato due poliziotti nel sudoccidentale dipartimento del Valle del Cauca.
In seguito a questa detenzione, la stampa di regime ha scatenato una campagna mediatica, ripetendo in coro la falsa versione di un “sequestro”, mentre il ministro della Guerra, “Bomba”  Pinzón, ha accusato addirittura la guerriglia di commettere “crimini di lesa umanità”.
Se il conflitto colombiano non fosse la questione seria che è, ci sarebbe di che ridere per giorni:  Pinzón che dà lezioni sul tema della difesa di diritti umani! Lo stesso  Pinzón che è il ministro della Guerra di un paese che vive un conflitto decennale, appartenente al governo delle esecuzioni extragiudiziarie, e che ha nella pratica quotidiana del terrorismo di Stato e delle violazioni dei diritti umani il suo tratto distintivo, asserragliato in difesa dei privilegi dell’oligarchia.
La condizione dei poliziotti è quella di prigionieri di guerra, segnala l’insorgenza in un comunicato pubblicato il 29 gennaio, ribadendo che “questo fenomeno si dà in qualunque conflitto che ci sia nel mondo”. “Allo stesso modo”, prosegue il comunicato, “ci riserviamo il diritto di catturare come prigionieri di guerra i membri della forza pubblica arresisi in combattimento”.
Ciò significa rispettare il Diritto Internazionale Umanitario (D.I.U.), che invece le Forze Armate colombiane  violano in continuazione, arrivando persino a giustiziare guerriglieri fatti prigionieri o a torturarli nelle carceri del regime.
D’altro canto, le FARC avevano decretato un cessate il fuoco unilaterale durato due mesi,  conclusosi il 20 gennaio, per favorire un clima adatto ai dialoghi, durante il quale il governo ha continuato imperterrito ad attaccare la guerriglia; ed è evidente che se il conflitto prosegue (per volontà della sola controparte governativa) si possono produrre nuove detenzioni. Come quella di un soldato fatto prigioniero dalle FARC martedì scorso nel Nariño, taciuta vergognosamente dal governo colombiano.
Santos piagnucola per la vita dei due poliziotti, ma parla di un folle riscatto a ferro e fuoco; in questo modo, oltre a mettere a rischio la vita dei prigionieri (e per il D.I.U. in casi come questi la responsabilità sulla vita e la integrità delle persone private di libertà ricade esclusivamente su chi tenta il riscatto violento) mette a rischio lo stesso processo di Pace.
Le FARC, dando ancora una volta prova di generosità e senso di responsabilità, hanno ieri dichiarato di essere disposte a rilasciare i tre prigionieri di guerra ad una commissione composta dai “Colombiani per la Pace” e dalla Croce Rossa Internazionale.
Quelle di Santos sono lacrime di coccodrillo, manifestazioni ipocrite e opportuniste volte a manipolare la realtà dei fatti agli occhi dell’opinione pubblica; e in questa “politica” di morte e terra bruciata i media oligarchici sono complici e responsabili, perché deliberatamente ignorano i fatti “scomodi”, talvolta li manipolano a vantaggio del regime e, generalmente, mentono sfacciatamente.

da www.nuovacolombia.net

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