InfoAut
Immagine di copertina per il post

Slovenia: provincia ribelle dell’Europa

di ANDREJ KURNIK (Uninomade)

Il 2012 è terminato in Slovenia con espressioni di indignazione di massa. Le rivolte (vstaje), come sono chiamate dai militanti locali, sono dirette contro i politici corrotti e le misure di austerità. Le persone agiscono contro il rapido peggioramento delle condizioni di vita provocato dalla crisi e dall’austerity chiedendo le immediate dimissioni di tutta l’elite politica considerata corrotta, delle riforme delle istituzioni che rendano possibile il controllo popolare sulla decisione politica, il controllo della ricchezza comune da parte di chi la produce.

Le rivolte sono cominciate a Maribor, la seconda più grande città slovena, capitale economica e cultura della regione del nord-est, la più popolata e anche la più povera. L’innesco delle proteste di massa è stato il progetto del governo cittadino di introdurre un sistema di controllo della velocità sulle strade, attraverso una densa rete di radar costruita nel quadro di una partnership pubblico-privato, in base alla quale tutte le multe sono raccolte dal partner privato della municipalità. Le persone furiose hanno iniziato a distruggere i radar e le rivolte contro il sindaco Kangler (coinvolto in numerosi scandali per corruzione) sono stati organizzati attraverso i social network, facebook e i collettivi di attivisti locali. Lo slogan delle rivolte è diventato “gotof si!” (“siete finiti!”). La rivolta di Maribor ha preso slancio dopo che il sindaco Kangler è stato eletto come membro del Consiglio di Stato, la seconda camera del parlamento sloveno rappresentante gli interessi locali, degli affari e del lavoro, e che garantisce immunità ai suoi membri. Uno su dieci degli abitanti di Maribor è sceso in Piazza Libertà nel corso della seconda rivolta (26 novembre 2012). La moltitudine ha provato a raggiungere il palazzo del municipio pesantemente protetto dalle forze di polizia. La polizia ha selvaggiamente attaccato la manifestazione usando elicotteri, lacrimogeni, poliziotti a cavallo. Molti sono stati picchiati e arrestati mentre difendevano il proprio diritto a protestare. Nella terza rivolta di Maribor (3 dicembre 2012) ci sono stati scontri con la polizia, con la partecipazione di molti giovani. La polizia è riuscita a occupare il centro di Maribor solo dopo quattro ore di scontri. Più di 120 persone sono state arrestate, una trentina accusate di atti criminali e sottoposte a detenzione preventiva fino alla fine del 2012. Il 31 dicembre il sindaco ha dato le dimissioni. Ciononostante, le dimissioni non hanno pacificato gli abitanti di Maribor: vogliono che l’intero governo e il consiglio cittadini si dimettano. É stata convocata la prossima sollevazione per il 7 gennaio.

La sommossa di Maribor si è quasi immediatamente diffusa nel paese. Le persone hanno cominciato a organizzare sollevazioni contro il governo statale, l’elite politica corrotta, i sindaci e i governi cittadini praticamente in tutti gli angoli del paese. A Murska Sobota, il centro della regione orientale Prekmurje, quasi un terzo degli abitanti della città ha partecipato alla prima rivolta locale. Sono avvenuti scontri tra giovani e polizia, in particolare a Maribor, Lubiana e Jesenice. La repressione poliziesca ha certamente scandito questi primi due mesi di indignazione. Oltre ad arresti di massa e detenzioni preventive, l’ala destra del governo ha anche usato agenti provocatori per criminalizzare l’indignazione. Nella protesta a Lubiana, dopo la seconda rivolta di Maribor, hanno usato un gruppo di provocatori militarmente addestrati che ha dato il pretesto per attaccare i dimostranti. Hanno usato questa manovra per dipingere l’indignazione dei giovani che si scontra con la polizia come una cospirazione dell’estrema sinistra, dell’estrema destra e perfino degli islamici. Da allora l’agitazione sociale incarnata nei giovani che esprimono rabbia è costantemente demonizzata pubblicamente e anche tra alcuni dimostranti pacifici che domandano cambiamenti politici e non sono più di tanto coinvolti nelle questioni sociali.

Lo spirito della rivolta non è limitato alle strade, come è stato dimostrato dal breve e vittorioso sciopero selvaggio a Gorenje con i lavoratori che cantavano al loro capo “gotof si!”. Nelle rivolte sembra che le persone abbiano cominciato a scoprire il proprio potere. Le cause dell’indignazione e le rivendicazioni sono variegate, così come variegate sono le persone nelle strade. Cionondimeno, il primo ciclo di ribellione in Slovenia ha condotto ad alcune rivendicazioni comuni che possono essere così sintetizzate: devono andarsene tutti, non solo il governo ma l’intera casta politica; il sistema politico deve essere trasformato affinché le persone riconquistino l’effettivo controllo dei politici e delle politiche; la società e l’economia devono essere riorganizzate per consentire alle persone di riprendere il controllo sulla ricchezza comune.

In gennaio ci aspettiamo un nuovo ciclo di ribellione e rivolte in Slovenia. La seconda settimana di gennaio comincia con una nuova sollevazione a Maribor con la rivendicazione che il consiglio cittadino si dimetta e con una manifestazione a Ptuj contro il governo cittadino corrotto. Sarà seguito da una sollevazione del sapere contro lo smantellamento delle scuole pubbliche e delle università. E terminerà con la seconda sollevazione di tutta la Slovenia a Lubiana. Allo stesso tempo le rivolte e le proteste sui microlivelli stanno andando avanti in modo incessante. Per la fine di gennaio i sindacati del settore pubblico hanno convocato uno sciopero generale e questa sarà la prima occasione in cui la mobilitazione sindacale e la mobilitazione degli insorgenti staranno insieme. Sarà un incontro interessante perché molte persone che partecipano alle sollevazioni formulano dure critiche nei confronti della leadership sindacale, e le rivolte sono spesso considerate come la risposta all’incapacità da parte dei sindacati di combattere la corruzione e l’austerità.

Stay tuned!

Tutte le recenti rivolte a Maribor e in Slovenia sono elencate al seguente link:

http://en.wikipedia.org/wiki/2012_Maribor_protests

Un breve video della seconda insorgenza di Maribor (26 novembre 2012)

http://www.youtube.com/watch?v=sW93DamFSOE

Un breve video della terza insorgenza di Maribor (3 dicembre 2012)

http://www.youtube.com/watch?v=2nqvkI9RuaY

La distruzione di un radar a Maribor

http://www.youtube.com/watch?v=pLuP4dMhFkY

Un breve video della prima insorgenza di Lubiana (30 novembre 2012)

http://www.youtube.com/watch?v=W6N4EN9WQ9w

 

Un felice anno ribelle a tutti!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

eurocrisislovenia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia, 10 settembre: bloccare le periferie delle grandi città per fermare il Paese?

Dall’inizio di luglio, la data del 10 settembre e lo slogan «blocchiamo tutto» circolano massicciamente. Si formano gruppi, si organizzano assemblee, si discute sui modi migliori per impedire il piano di austerità di Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Porti, ferrovie e nuove basi: così il governo Meloni sta militarizzando l’Italia

Il governo accelera sulle infrastrutture militari: nuovi porti, ferrovie e basi in tutta Italia, mentre cresce la protesta contro il traffico di armi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vicenza – Corteo 13 settembre: “No more bases”

Il corteo è stato organizzato in occasione dell'”Italia-America Friendship Festival” organizzato dall’amministrazione e dalla National Italian American Foundation (NIAF) in occasione dei per i 70 anni di presenza delle basi militari in città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Crisi greca, nuova tappa dei piani di aggiustamento strutturale

Abbiamo intervistato George Caffentzis (editor di Midnight Notes) ad Atene, nella settimana intercorsa tra il massiccio voto per il No e la firma al ribasso di Tsipras. Impegnato da anni nell’analisi dei nuovi meccanismi di espropriazione (nuove recinzioni) e resistenza (commoning) su scala globale, il suo sguardo ha il merito di leggere la crisi greca […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Grexit: primo atto

[ENG] Era facile prevedere che l’OXI glielo avrebbero fatto pagare carissimo, e così è stato. Alla luce dell’esito durissimo del “negoziato” tra governo greco ed Eurogruppo la discussione ruota ora intorno alle prese di posizione pro/contro Tsipras –ha tradito o non ha tradito il mandato popolare- e/o alla questione se il prezzo per salvare l’Europa […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Grecia: più che un accordo, un diktat

Quanto si sta consumando sulla pelle dell’umiliato ma dignitosissimo popolo greco infiamma gli animi e polarizza differenti approcci e posizioni, com’è normale quando si tratta di passaggi politici in cui la posta in gioco è molto alta. Capita allora che le analisi e i commenti si ancorino visceralmente ai posizionamenti sostenuti, annebbiando lo sguardo su […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Noi la crisi ve la creiamo!

Ha vinto l’Oxi, ed era tutt’altro che scontato. Nessuno, soprattutto, pensava a uno scarto di questa grandezza, misura della distanza che separa la dignità dall’ignavia. Nonostante la campagna terroristica delle organizzazione internazionali e la concreta minaccia di asciugare i portafogli, il popolo greco ha sconfitto la paura e ha scelto la dignità. È stato sconfitto […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

OXI : qualche parola aspettando il day after

Se le iene delle redazioni nostrane si leccavano i baffi nei giorni scorsi sperando in un paese lacerato a scannarsi davanti alle file dei bancomat, raramente una consultazione elettorale ha avuto esito così netto: gli ultimi dati parlano di due votanti su tre che si sono espressi contro il nuovo piano d’austerità proposto dall’UE. Il […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalla parte dei bambini (che crescono in fretta)

Un buon punto di partenza per aggiungere qualche considerazione allo scenario attuale, sono forse le parole di Christine Lagarde, algida dirigente-capo del Fondo Monetario Internazionale che ha liquidato qualche giorno fa le istanze del governo greco in questi termini: “Ora l’emergenza è ristabilire il dialogo con gli adulti nella stanza“. Nonostante uno dei principali nodi […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

GrExit, le possibilità oltre il referendum

La prossima domenica il popolo greco sarà chiamato ad esprimersi in un referendum consultivo (senza potere effettivo) con un Sì (“Nai“)  o un No (“Oxi“) – da molti interpretato come un Sì al “Memorandum Syriza”, che sarebbe invero disposto a concedere ancora  molto – all’ultimo accordo proposto dalla Trojka. Quel che è certo è che […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Il tempo del rifiuto

Fin dall’inizio del dibattito nostrano sulla situazione greca abbiamo criticato un doppio atteggiamento ideologico: da un lato quello di chi vedeva acriticamente in Syriza il “buongiorno”, sperando di poter esportare in Italia la ricetta elettorale di successo; dall’altro quello di chi, altrettanto acriticamente, si rinchiudeva su posizioni settarie, accusando il partito di Tsipras di aver […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Grecia in bancarotta al tornante dell’Eurocrisi

In un susseguirsi di dichiarazioni e smentite – inframmezzate dalle minacce dei tecnocrati della Trojka – il governo greco prova a tirare la corda a dei creditori che prendono sempre più le sembianze di esecutori a sangue freddo d’un omicidio premeditato. La minaccia del Grexit, l’uscita da un’insostenibile moneta unica, da minaccia del piccolo Davide […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

In cerca di tempo… per fare cosa?

In soldoni, non c’è spazio alcuno per una reale contrattazione sulle misure di austerity in vista di una seppur minima ricontrattazione sul debito: ci stanno prendendo per la gola, ha detto Tsipras. L’obiettivo politico, non solo di Berlino ma di tutte le istituzioni e i governi europei, “meridionali” inclusi, è il logoramento di Syriza (che […]