Grecia: più che un accordo, un diktat
Quanto si sta consumando sulla pelle dell’umiliato ma dignitosissimo popolo greco infiamma gli animi e polarizza differenti approcci e posizioni, com’è normale quando si tratta di passaggi politici in cui la posta in gioco è molto alta. Capita allora che le analisi e i commenti si ancorino visceralmente ai posizionamenti sostenuti, annebbiando lo sguardo su una situazione ben più complessa e in cui gli attori in campo sono molteplici.
Tra i sostenitori ad oltranza, contro ogni evidenza, dell’operato di Tsipras anche all’indomani della firma di un’accordo indifenibile, spiccano per pervicacia alcuni analisti del Manifesto e altr* compagn* della galassia della frantumata sinistra nostrana (altroeuropeisti, post-operaisti.. la lista e varia) che arrivano a farsi difensori di una débacle che sarebbe più onorevole riconoscere nella sua materiale durezza (senza fare i rivoluzionari alle spalle degli altri, giusto per prendere bene le misure su ciò che potrà domani accadere anche alle nostre latitudini). Capita addirittura di leggere analisi dal fiato corto che vedono solo un livello (la rigidità della Germania) e non l’operato di Stati Uniti e Fondo Monetario Internazionale , tirati invece sovente in ballo come più ragionevoli compagni di trattativa…
A questo proposito, ripubblichiamo qui l’intervista a Raffaele Sciortino registrata oggi da Radio Onda d’Urto, cui farà seguito uno scritto dello stesso nelle prossime ore, per approfondire la riflessione.
Sul futuro della Grecia continuano a pesare le nubi degli scommettitori finanziari internazionali. I ministri dell’economia, riuniti nell’Ecofin, hanno mostrato perplessità sul cosìddetto prestito-ponte con cui Atene dovrebbe riuscire a ripagare le rate in scadenza a fine Luglio, evitando il default. Secondo il Financial Times, inoltre, il Fondo Monetario Internazionale potrebbe non aderire al nuovo piano di prestiti; il quotidiano cita un memo di tre pagine, inviato dal Fondo alle autorità dell’Ue, in cui si parla di un debito greco alle stelle e in continua crescita, oltre che dell’insostenibilità delle misure sul fronte dell’avanzo primario. Obiettivi che, secondo il Fondo, Atene non potrà mai raggiungere. Nonostante l’accordo che rischia di spaccare Syriza e di fare cadere il governo Tsipras, quindi, il default della Grecia e la sua uscita dall’eurozona sono ancora all’orizzonte.
Il commento di Raffaele Sciortino, ricercatore di studi politici e relazioni internazionali
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