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Sudafrica: votato l’accordo per l’aumento dei salari dei minatori

La decisione è arrivata dopo che ieri i minatori, riunitisi agli ingressi della miniera di Marikana, hanno ascoltato l’ultima proposta fatta dall’azienda Lonmin e l’hanno poi votata a maggioranza.

Da domani, dunque, l’attività nelle miniere ripartirà anche nei luoghi più caldi della protesta e le migliaia di lavoratori torneranno al lavoro con un aumento del 22% sul salario minimo.

Si tratta di una vittoria solo parziale rispetto alle rivendicazioni inizialmente sollevate nel corso degli scioperi, ma dettata anche dalle fortissime pressioni e dalle continue minacce che non solo la multinazionale ma anche Gran Bretagna e Stati Uniti hanno fatto affinché la produzione riprendesse al più presto.

Al di là dell’accordo accettato, comunque, le settimane di sciopero che hanno investito il Sudafrica portano con sé degli elementi importanti: innanzitutto la rabbia ancora viva per le agghiaccianti immagini di Marikana, dove lo scorso 16 agosto la polizia aprì il fuoco contro i minatori, che hanno riportato alla luce pratiche e leggi che si volevano retaggio dell’epoca dell’apartheid e sono invece tornate con prepotenza a rivelare contraddizioni e conflitti mai esauriti.

Ma il lungo sciopero ha inflitto anche e soprattutto un duro colpo alle multinazionali impegnate nello sfruttamento dell’oro sudafricano (che nelle ultime settimane hanno perso quasi 550 milioni di dollari, con una forte ripercussione anche sull’economia dello stesso Sudafrica), segnando un precedente importante nei rapporti di forza tra le aziende e i lavoratori e in futuri scenari conflittuali che la vittoria solo parziale lascia preludere per il futuro.

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