InfoAut
Immagine di copertina per il post

USA: lo sciopero dei lavoratori della General Motors

||||

Di Davide Lovisolo per volerelaluna.it A mezzanotte del 16 settembre i 50.000 lavoratori della General Motors (GM) sono scesi in sciopero, e lo sono tuttora. È il primo sciopero dal 2007.

Nel 2009 GM è stata salvata dai soldi dei contribuenti (circa 11 miliardi di $) e ha usato il regalo per accumulare grossi profitti (11 miliardi solo nel 2018), ristrutturando e chiudendo impianti, riducendo il costo del lavoro (dall’8% a circa il 5%), esternalizzando lavoratori a ditte chiamate “sussidiarie”. Nel 2007 GM aveva 74.000 dipendenti, ora ne ha meno di 50.000.

Gli obiettivi dello sciopero sono l’abolizione del sistema di retribuzione “a due livelli”, aumenti salariali per tutti e miglioramenti nell’assistenza sanitaria (contro il progetto di GM di far pagare ai lavoratori una quota maggiore di spese mediche), contrasto al continuo aumento di esternalizzazioni e di utilizzo di lavoro temporaneo, no alla chiusura di impianti negli USA.

Merita ricordare che:

– il sistema di retribuzione a due livelli, introdotto fra molti contrasti nel 2017, stabilisce che alcune fasce di lavoratori (in base a data di assunzione o altre caratteristiche) percepiscono un salario inferiore ai lavoratori del 1 livello (15.50 $ contro circa il doppio), pur svolgendo le stesse mansioni; dopo 8 anni possono passare al primo livello, con benefici inferiori, senza diritto alla pensione e all’assistenza sanitaria;

– l’utilizzo dei lavoratori temporanei si è esteso in questi anni, e ora rappresentano circa il 7% della forza lavoro. Guadagnano 15 $ al giorno, hanno solo 3 giorni all’anno di assenza dal lavoro non pagato, senza possibilità di avanzamenti, sempre assegnati ai lavori peggiori e con possibilità di essere licenziati in qualunque momento;

– il precedente contratto aveva una clausola contro le chiusure degli stabilimenti, ma vari impianti sono stati chiusi.

All’annuncio dello sciopero, GM ha avanzato una proposta: 5000 nuovi posti di lavoro, 7 miliardi di investimenti, con degli una tantum per ognuno dei 4 anni di contratto e piccoli aumenti sotto il livello di inflazione; ma niente sul problema dei due livelli, niente aumenti ai lavoratori temporanei, sui contributi per la sanità e sulla sicurezza sul lavoro. La proposta è stata respinta dagli scioperanti, con forti motivazioni solidaristiche e con l’obiettivo di ricostruire l’unità fra i lavoratori. Per rivalsa, GM ha sospeso i versamenti dei contributi sanitari e minacciato di far arrestare chi sta ai picchetti.

Lo sciopero, che costa 50 milioni al giorno alla GM, e che ha visto l’adesione in massa dei lavoratori, la solidarietà di altre categorie (in particolare i camionisti, che si rifiutano di forzare i picchetti) e delle comunità locali cade in un momento particolare del sindacato UAW: i dirigenti principali sono indagati per corruzione e non hanno praticamente fatto nulla per preparare lo sciopero, che è stato gestito tutto dal basso. Nessuna campagna di sensibilizzazione, nessun collegamento con le lotte di altre categorie. Ma lo sciopero prosegue, cementato da un forte senso di solidarietà; e qualcuno spera che questa lotta porti anche ad un rinnovamento del sindacato….

Lo sciopero sta arrivando alla fine della seconda settimana, e per ora non sono arrivate dall’azienda proposte serie che possano dare soddisfazione alle richieste dei lavoratori. Per ora, i negoziatori cercano di arrivare a un accordo compatibile con le loro esigenze di budget, con il rischio che un’eventuale bozza sia rifiutata dai lavoratori. Non c’è al momento alcuna intenzione di rinunciare al sistema salariale a due livelli, all’uso dei lavoratori temporanei (anzi l’azienda vorrebbe aumentarne il numero), né all’esternalizzazione. Circolano proposte di evitare la chiusura di uno stabilimento e di riaprirne un altro per fare batterie per auto elettriche, ma con una riduzione del personale e un inquadramento dei lavoratori fuori dagli accordi sindacali.

I lavoratori hanno ricevuto la solidarietà di molti esponenti del partito democratico: sia Elizabeth Warren che Bernie Sanders (ma anche Biden… e altri minori) si sono recati ai picchetti (cosa che da noi si usa molto poco). Hanno anche ricevuto la solidarietà di un’importante organizzazione ambientalista, Sunrise: ma è stato l’unico segnale su questo fronte. Come fa notare The Nation, questo è un punto critico: se la decarbonizzazione dei mezzi di trasporto passa attraverso la riduzione dei salari e delle condizioni di lavoro degli operai, questo impedirà alleanze strategiche e darà il segnale che un’economia verde vuol dire meno posti di lavoro e meno salario. La priorità per qualunque gruppo voglia soluzioni radicali per l’ambiente è battersi per accordi che vadano nell’interesse dei lavoratori.

Fonti:

https://www.thenation.com/article/strike-uaw-workers-gm/

https://jacobinmag.com/2019/09/united-auto-workers-uaw-gm-general-motors-strike

https://jacobinmag.com/2019/09/general-motors-united-auto-workers-strike

https://jacobinmag.com/2019/09/general-motors-strike-contract-united-autoworkers-uaw

https://www.thenation.com/article/climate-strike-uaw/

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

operaiscioperotrumpUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fuoco e ghiaccio: lezioni dalla battaglia di Los Angeles

Traduciamo questo articolo anonimo dal sito ill will. Il testo è del 14 giugno, quindi scritto nei giorni caldi delle rivolte. Ci sembra importante cercare di seguire il dibattito interno al movimento che si sta dando negli Usa, per provare a restituire la complessità delle questioni che esso mette sul tappeto.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Ex-GKN: partecipata assemblea dopo le notizie di sgombero

In vista della due giorni di mobilitazione del prossimo 11-12 luglio.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

“Restiamo umani”. Lavoratori e lavoratrici AvioAero dicono No al riarmo ed al genocidio

Nel silenzio assordante del governo italiano e dell’Unione Europea assistiamo quotidianamente al massacro in diretta streaming del popolo palestinese. Nessuna parola di condanna per chi sta commettendo crimini contro l’umanità! In un momento così complicato, l’Europa ed in primis l’Italia, al posto di occuparsi ed utilizzare risorse per aumentare e migliorare servizi collegati all’istruzione, alla […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Costruita per Dominare

Pubblichiamo la traduzione del seguente articolo: Palantir sta progettando l’infrastruttura della repressione — e ci sta dicendo il perché. Una nuova campagna di reclutamento è apparsa nei campus delle università d’élite statunitensi nell’aprile scorso. In scuole come Cornell e UPenn, manifesti alle fermate degli autobus, su uno sfondo nero austero, lanciavano un cupo avvertimento: “È […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

“Senza il contratto, il Paese si blocca”

La lotta dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale non sembra affievolirsi ma anzi dimostra forza e determinazione. Sommando le 8 ore di ieri si arriva a 40 ore di sciopero da quando, più di un anno fa, è saltato il tavolo di trattativa con FEDERMECCANICA, non si vedeva una lotta così aspra dal 1997. Oltre […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.