Alcune conseguenze del disastro di Fukushima
Da un blog della Rete:
L’IAEA s’è risvegliata. Tra le cose più interessanti del report aggiornato, questa mappa (aggiornata al 29 Aprile, quasi un mese fa) del deposito di Cesio radioattivo (C134 e C137).
I valori mi sembravano estremamente alti (300mila becquerel per metro quadro come valore “minimo” di scala e 30milioni di massimo?!) quindi ho fatto una ricerca e ho trovato dei post (uno, due e tre), che mettono a confronto la situazione di Chernobyl con quella di Fukushima. I post sono in inglese e sono abbastanza incasinati, riassumendo: sono cazzi. Il post numero due, in particolare, ha una mappa del deposito di Cesio dell’incidente di Chernobyl resa secondo la legenda di Fukushima: in pratica i punti “caldi” sarebbero stati limitati alla centrale e qualche km attorno. Tradotto: Fukushima fa impallidire Chernobyl. Almeno rappresentata con quella scala di valori lì.
Altri due fattori da non sottovalutare: primo, nel caso di Fukushima la sorte ha voluto che il vento spirasse quasi sempre verso est (verso l’oceano), mentre nel caso di Chernobyl portò la nube radioattiva in giro per tutta Europa. Secondo fattore: l’incidente di Fukushima non è ancora concluso. Rimangono ancora molti interrogativi sull’effettivo stato dei reattori e rimane aperto, apertissimo, il rischio di nuovi danni dovuti a nuovi terremoti e maremoti (non a caso stanno iniziando i lavori per rinforzare l’edificio del reattore 4), inoltre per quel che riguarda i lavori per una soluzione “più o meno stabile” per il raffreddamento, al momento non se ne vede la fine, anzi, nemmeno l’inizio. E il problema dell’acqua irradiata comincia già a farsi sentire, dato che si stanno finendo lo spazio per stoccarla.
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