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Attacchi squadristi e sgombero in vista per la zad di Testet

Domani le autorità francesi decideranno la sorti del progetto di mega-diga che distruggerà la foresta di Sivens e di cui beneficeranno un pugno di grandi aziende agricole. Da alcuni mesi abitanti, piccoli contadini e solidali hanno occupato il sito dove sono previsti i lavori denunciando un progetto nocivo e uno sperpero di soldi pubblici a profitto di pochi imprenditori.
La polizia ha più volte cercato d’intervenire violentemente sulla Zad (la zona da difendere, com’è stata battezzata dagli oppositori alla diga) e il 25 ottobre scorso, durante una manifestazione, ha assassinato Remi Fraisse con una granata assordente. Dopo la tragica morte di Remi il ministro dell’ecologia Ségolène Royal ha preso tempo e proposto due progetti alternativi – come al solito l’opzione zero non è stata presa in considerazione – tra cui dovrà scegliere il Conseil général di Albi nella giornata di domani. Il ministro ha anche annunciato che gli occupanti della zad saranno immediatamente sgomberati.

Intanto il tentativo delle autorità è quello di porre la presenza degli attivisti anti-diga come un problema di ordine pubblico.

Da lunedì il sindacato reazionario che difende le grandi aziende agricole, la FNSEA, ha moltiplicato le provocazioni contro la zona (un’organizzazione che, senza temere il ridicolo, aveva definito “jihadisti verdi” i partecipanti alla zad). In diverse decine di “agricoltori”, con l’accordo della polizia a quanto riferiscono gli occupanti, stanno bloccando le strade di accesso alla zona impedendo addirittura l’arrivo di cibo e medicinali. Con veri e propri attacchi squadristi, sotto gli occhi indifferenti delle forze dell’ordine, i pro-diga si sono introdotti sulla zona per incendiare alcune abitazioni auto-costruite dagli occupanti, saccheggiare tende e sfondare le auto degli attivisti che riferiscono anche di pestaggi e minacce con armi da fuoco.
Ieri alcuni solidali hanno occupato gli uffici della FNSEA ad Albi al grido di “La FNSEA assedia Sivens, assediamo la FNSEA” mentre duecento persone sono partite da Gaillac per rompere l’isolamento della ZAD apportando un po’ di cibo agli occupanti. Dopo numerose provocazioni della polizia e delle milizie pro-diga alcune decine di solidali sono infine riuscite ad accedere alla ZAD e consegnare i viveri offerti dagli abitanti dei paesi limitrofi.
Per oggi sono annunciate altre marce di solidarietà e una conferenza stampa davanti la prefettura di Albi.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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