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Comune, Regione e Governo prendono tempo, la popolazione ribadisce il No alla Base

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Dopo giorni di mobilitazioni, assemblee, raccolte firme e le più svariate prese di parola contro la maxi base militare a Coltano (Pisa), il governo ha accolto un ordine del giorno presentato dal M5S alla Camera, che chiede di rivedere il progetto per rivalutare le soluzioni previste da DPCM (già pubblicato in gazzetta) sul sito e sui fondi individuati.

Da Riscatto
Valutare, non cancellare un progetto (non a caso tenuto segreto per più di un anno) che è stato già approvato. La paura di questo NO, forte e chiaro, che ha raggiunto sedi di partito, di associazioni fino al Parlamento, la paura della goccia che fa trabbocare il vaso, di privazioni, sofferenze e accettazione del male minore, sta portando “Lorsignori” a non potersi permettere di tirare dritto senza subirne le conseguenze.

Questo primo risultato, dovrà essere uno schiaffo morale agli emmissari governativi, inviati in ogni occasione per cercare di spegnere l’opposizione, di far passare dei timidi “vediamo”, di fronte ad un malumore sempre crescente nei confronti di istituzioni sorde e ciece dei reali “interessi strategici” 

Ieri pomeriggio, 26 Aprile durante il Consiglio Comunale, la città ha espresso un ulteriore NO ALLA BASE .

In piazza XX settembre si è svolto il presidio convocato a seguito dell’assemblea di martedì scorso, in cui in tante e tanti residenti della frazione ma anche cittadin* di altre parti della città hanno espresso una forte contrarietà alla costruzione della nuova base dell’Arma dei Carabinieri con  interventi, affissi striscioni e cartelli, mentre dentro le mura del comune si parlava del progetto.
Presenti fino alla fine anche i residenti di Coltano con il neonato Comitato Permanente Parco Coltano San Rossore.

La discussione del consiglio comunale invece è partita dal dover riconoscere, dopo la ribalta di questi giorni, l’mpossibilità di aggirare questo tema, anche su pressione delle mozioni di urgenza presentate da diversi schieramenti all’opposizione, più o meno stumentali come nel caso del PD, che a parole si dichiara contro la Base, nei fatti cerca incessantemente di “far ingoiare la pillola amara” alla popolazione.

Dopo lunghissime discussioni il Consiglio ha approvato una mozione in cui si esprime “perplessità” per un progetto calato dall’alto, ma in cui, prima di esprimere una contrarietà, si rimanda ad una documentazione più dettagliata dei lavori che verranno fatti sul territorio.

Fuori dalle stanze dei bottoni la contrarietà è chiara e determinata.

Tra gli altri in questi giorni si sono espressi la  Coldiretti Pisa  “contraria a qualsiasi progetto, militare, civile o di altra destinazione, che divori altro suolo alle imprese agricole”, della CGIL, delle Acli, dei movimenti ecologisti, anti-militaristi e sociali, ma la presenza predominante sono semplici cittadini e cittadine contrarie all’opera per i più svariati motivi.

A poco servono le operazioni cerchiobottiste del Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che propone di sporzionare la Base tra Coltano e Ospedaletto, ufficialmente mettendo costruzioni “meno impattanti” nel parco e “aule studio”, alloggi e mense per gli “addestrati” insieme agli altri eco-mostri della zona industriale.
Suvvia, dove altro potrebbero andare i villini per gli alti ufficiali, le piscine, le aeree sportive, le piste di atterraggio, poligoni di tiro ecc? Per non parlare della logistica di “guerra”, non si può rischiare che mezzi e uomini rimangano imbottigliati nell’ora di punta con i furgoni Amazon sul ponte delle bocchette!
Su questo l’Arma dei Carabinieri continua ad essere sfavorevole al frazionamento, la Base dovrà mantenere le stesse dimensioni e la sua collocazione dovrà essere tra la base USA di Camp Darby e  l’aeroporto di Pisa. L’eurodeputata della Lega, Susanna Ceccardi, invece si schiera apertamente per la base a Coltano “Occasione per il territorio e per la nostra sicurezza”, dice colei che per un compenso d’oro ha mollato la cittadina in cui era Sindaca.
Di un occasione si tratterebbe per gli speculatori nostrani, che li vedrebbe impegnati nella costruzione di 440 mila metri cubi di cemento, su terreni vincolati, al costo di 190 milioni di euro sottratti al Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, usufruendo delle “semplificazioni procedurali” concesse alle “opere destinate alla difesa nazionale”.

Per questo sarà importante il 4 Maggio a Firenze, durante la riunione tra L’Arma, le istituzioni locali e nazionali, ribadire un No compatto alle ennessime prese in giro affinchè venga impedito questo scempio.

Appuntamento importante sara domani alle 18 al Circolo Arci di Coltano, per preparare la mobilitazione sotto la Regione.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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