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COP28: il presidente Al-Jaber negazionista sull’impatto del fossile sul riscaldamento globale. Proseguono i negoziati

Proseguono i negoziati di Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, iniziata il 30 novembre all’Expo City a Dubai. La Cop è presieduta da Sultan Al-Jaber, direttore generale di Adnoc, l’agenzia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti.

In seguito all’uscita di una registrazione del 21 Novembre in cui Al-Jaber afferma che “nessuna scienza dimostra che un’uscita dai combustibili fossili é necessaria per limitare il riscaldamento globale” è nata una polemica in cui Guterres parla di “affermazioni gravissime, sull’orlo del negazionismo climatico”. Su questo abbiamo intervistato Ferdinando Cotugno, giornalista de Il Domani, che da Dubai ha definito le affermazioni di Al-Jaber “la caduta della maschera”, che non stupiscono di per sè, mentre è più importante chiedersi quali conseguenze ha sui negoziati delle Cop la scelta del luogo in cui si svolgono. Viene così smascherato il conflitto di interesse di un petroliere che riveste il ruolo di presidente della Cop (Al-Jaber appunto) e di un paese come gli Emirati Arabi Uniti che producono petrolio e gas, in contraddizione con una conferenza internazionale in cui si parla dell’eliminazione di petrolio e gas come fonti energetiche nel giro dei prossimi 30 anni. Le reazioni più forti alle affermazioni di Al-Jaber sono arrivate dal mondo della scienza: Michael E. Mann, uno dei più importanti climatologi al mondo, ha chiesto le dimissioni di Al-Jaber, mentre i negoziatori e le negoziatrici sono stati più prudenti per non compromenttere i lavori dei prossimi 10 giorni in cui tutto potrebbe ancora cambiare.

Alla Cop era presente anche Giorgia Meloni che si è data possibilista sul nucleare, su questo punto Cotugno specifica come la dichiarazione vada decodificata: per quanto riguarda il processo nuclerare oggi utilizzato, quello di scissione, la premier si è dichiarata contraria (a differenza di Salvini) in quanto l’Italia sarebbe ormai indietro per partire da zero nello sviluppo di un industria nucleare. Il possibilismo di Meloni è relativo al processo di fusione nucleare, oggi oggetto di studio in Italia, la dichiarazione viene però definita fuoriviante da Cotugno in quanto si parla di un processo che ad oggi non è in grado di generare energia e non otterrà risultati nel breve periodo.

Ai nostri microfoni Cotugno parla anche di come la scelta di Dubai per lo svolgimento della Cop esclude dal processo negoziale l’attivismo e la società civile, “il processo climatico ha bisogno di attivismo, ha bisogno di protesta” mentre in un paese repressivo come gli Emirati Arabi non ci saranno manifestazioni, e questo esclude uno degli attori necessari al funzionamento del processo negoziale.

L’intervista da Dubai a Ferdinando Cotugno, giornalista de Il Domani, esperto di ambiente che sta seguendo dal vivo i lavori di Cop28.  Ascolta o Scarica.

da Radio Onda d’Urto

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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