Siamo al terzo giorno consecutivo di blocco “generale” , blocco che ha interrotto i lavori all’interno della base americana in cui deve sorgere l’impianto di antenne satellitari Muos. Oltre a ciò nella notte si sono inoltre consumate ed espresse volontà chiare su quanta insofferenza si nutra verso l’occupazione della riserva della Sughereta e quanto alto sia il timore per l’impatto sulla salute e sulla qualità di vita di chi, i territori occupati, li vive e li abita ogni giorno. Tagli di reti e fuochi d’artificio attorno alla base hanno così movimentato una tranquilla notte niscemese. Da copione l’atteggiamento della digos al blocco di quest’oggi all’alba. Gli avvenimenti della notte diventano un pretesto per qualche identificazione, soprattutto se da qualche giorno, aumentati i blocchi, è anche aumentata la partecipazione agli stessi e alla vita del presidio permanente. Ciò però, sembra non aver scoraggiato i presidianti, dichiaratisi estranei ai fatti, che insieme a chi ogni mattina (come il comitato di mamme) manifesta la sua opposizione al devastante progetto, hanno continuato il blocco ai lavori. Di fronte alla timidezza dei mezzi, che ormai stentano nel mettersi in moto verso la base, si sono poi diretti in tarda mattinata verso il paese per un volantinaggio informativo. All’Ars invece, la bomba che Crocetta aveva raccolto, proclamando settimane fa la sospensione dei lavori, gli sta letteralmente esplodendo tra le mani. L’aumento dei blocchi a Niscemi ha infatti messo in subbuglio la rappresentanza regionale, e tra i grillini che per la terza volta fanno saltare l’approvazione del Dpef (documento di programmazione economico-finanziario) e i malumori del pdl che parla già di una maggioranza debole, il governatore annuncia addirittura che agirà per vie legali contro l’amministrazione statunitense, rea di non aver rispettato le direttive regionali che imponevano (?) lo stop ai lavori (in realtà la mozione contro il muos è ancora da approvare all’Ars!). Staremo a guardare un’assemblea regionale impelagata nel render conto agli abitanti e alla lotta a cui questi hanno dato vita nei territori del niscemese.
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