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Nucleare: la tragedia giapponese e le domande che dobbiamo porci

Tutto questo ci riporta alla mente la tragedia verificatasi nel 2004 nella città di Sumatra, in Indonesia, le vittime di quell’evento furono circa 230.000 mila. Se il Giappone non vedrà queste cifre, lo deve al semplice fatto di aver deciso di fare i conti con il problema sismico, mettendo in pratica l’utilizzo della più avanzata tecnologia, legata chiaramente alle costruzioni.

Non si vuole certo fare una conta sulle vittime, i dispersi ed i sopravissuti, perché sarebbe al quanto irrispettoso, ma non possiamo che notare le conseguenze di quanto accaduto.

Oltre ad aver travolto migliaia di persone, case, treni, navi, raffinerie, ecc. ecc… Il terremoto prima e lo tsunami poi hanno fatto scattare l’allarme rosso per gli impianti nucleari, undici quelli coinvolti al momento della prima scossa, le prefetture interessate sono quelle di Miyagi,Ibaraki e Fukushima. Nella centrale di Miyagi si è verificato un incendio, con probabile uscita di materiale radioattivo, mentre a Fukushima i danni sono devastanti, è stata evacuata un area di 20 Km intorno alla centrale,dove sono presenti 2 reattori, l’evacuazione è legata non solo alla prima fuga radioattiva,ma all’aumento di mille volte rispetto alla normalità delle radiazioni nell’atmosfera.

La cronaca, confermata dalle autorità giapponesi, racconta del bisogno di liberare nell’atmosfera il vapore radioattivo che andava aumentando, colpa dei generatori diesel di emergenza, che avrebbero dovuto funzionare in caso di arresto della fornitura elettrica in una situazione normale e di conseguenza l’accumulo di temperatura andava aumentando. Dovendo continuare a far funzionare l’impianto, si è deciso di percorrere la strada più breve ma questo non è tutto. Nella mattinata, si è appreso (come confermano anche immagini video) che nel medesimo impianto vi è stata un’esplosione ed anche il secondo reattore ha subito danni all’impianto di raffreddamento.

Le autorità competenti hanno dichiarato di aver ampliato l’area evacuata, cosa che la dice lunga sull’effetto di queste radiazioni, peccato però che come di consueto avviene in casi di disastro nucleare, si dice che ci siano stati “solo” 3 vittime di contaminazione e diversi feriti dopo il crollo della gabbia del reattore. Per il momento si corre ai ripari distribuendo iodio, mascherine e consigliando alla popolazione di non uscire dalle proprie abitazioni, di chiudere tutte le finestre ed evitare di esporsi all’aria, senza dimenticare la consueta contaminazione delle acque limitrofe alla centrale.

Va ricordato che in Giappone vi sono 52 reattori, ed undici sono stati interessati dal sisma, inutile dire come verrà trattato questo ennesimo disastro nucleare, continue smentite si susseguiranno nei giorni a venire ma ormai non si può che confermare che anche le migliori tecnologie presenti attualmente continuano ad essere inutili, ed in questo caso parliamo di una nazione leader nel settore nucleare.

Anche i nostri politicanti e tecnici annessi alla lobby dell’atomo, che il Governo Berlusconi ha sguinzagliato, parlano di un problema che non si può verificare in Italia. Dimenticando quanto questo paese sia a rischio sismico e di alluvioni, per non parlare della densità degli abitanti, senza contare quella che è la continua gestione sbagliata delle scorie in Italia.

Questa è l’ennesima conferma di come questa scelta sia fallimentare e dannosa per la salute e per l’ambiente che ci circonda ed un ulteriore monito per far riflettere chi ancora sostiene che il nucleare è sicuro e conveniente.

Non possiamo quindi che ribadire il nostro No al nucleare e la nostra più convinta opposizione al ritorno di essa in Italia!

 

Comitato Cittadini Contro il Nucleare Saluggia(VC)

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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