Svezia: la lotta sta bloccando la distruzione della foresta Ojnare
La decisione dalla Corte Suprema sulla situazione della foresta si fa ancora attendere lasciando attendere anche la multinazionale Nordkalknon. E con buone ragioni. Nordkalk ha avuto una risposta negativa dal tribunale ambientale nel 2008 ma dopo aver pagato un milione di corone svedesi (circa 120 mila euro, cifra rivelata in una trasmissione televisiva) all’agenzia Statale Indagine Geologico della Svezia (SGU), la multinazionale avuto una risposta positiva nel 2009 basata su falsi dati fabbricati dal SGU. La verità e’ che una foresta in mezzo a due riserve naturali verra’ distrutta, l’acqua freatica verra’ rovinata e la popolazione, che già soffre di scarsità d’acqua da anni continuerà a farlo.
L’industria di miniera e lime ha fatto pressioni sull’ ex-ministro dell’ambiente per togliere la parte della legge che protegge la flora e la fauna in pericolo ed il ministro gli ha dato manforte proprio una settimana prima che il caso raggiungesse l’istanza piu’ alta del tribunale.
Nonostante la corruzione e la mancata risposta dalla Corte Suprema, la polizia ha protetto Nordkalk con veicoli militari (che non fa ben sperare) contro le proteste che sono partite dal campeggio estivo di Ojnare ma che hanno poi raggiunto varie città del paese.
E’ un momento di gioia ma ad Ojnare temono che la vittoria potrebbe durare poco considerando che la multinazionale Nordkalk e l’intera industria hanno il supporto del governo, lo stesso governo che cambia le leggi per facilitare la rapina delle risorse naturali e sociali da parte dei privati. La foresta di 170 ettari e’ stata venduta a Nordkalk per 75 000 corone (ca 9000 euro), un prezzo che rende l’idea di cio’ che il governo sta facendo – si tratta quindi di saldi dei beni pubblici a prezzi mai visti.
Scuole, ospedali, boschi e acque costano ormai meno di una casa. Ovunque in Svezia, dalle banlieue delle metropoli alle foreste lontane, scoppiano le lotte attorno a questi temi, da una parte un popolo (spesso fortemente ambientalista) stanco dalle rapine dei servizi e dei beni comuni e, dall’altra, un network di politici, impiegati statali e imprenditori che fanno festa attorno ad una tavola sempre piu’ parca protetti da una polizia sempre piu’ porca.
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