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Stragi e guerra, la matrice comune della decadenza americana

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La strage appena avvenuta in Texas alla Robb Elementary School si inserisce all’interno di una lunga scia di morte che ha visto il moltiplicarsi di sparatorie di massa negli Stati Uniti negli ultimi tempi.

Incel, suprematisti bianchi, disagio mentale, c’è una categoria per ogni peculiare fenomenologia del disfarsi di una qualche nozione di vita in comune. Ma ad ogni tragedia che si sussegue vi fanno seguito blandi mea culpa accompagnati dalla spettacolarizzazione morbosa ed al limite qualche tentativo di normare il mercato interno delle armi, che viene regolarmente risolto in un nulla di fatto.

Poche le voci che si alzano per sottolineare gli aspetti strutturali che stanno dietro le sparatorie di massa, perché ciò vorrebbe dire ammettere che gran parte del sistema di valori, gran parte dell’organizzazione sociale su cui si basano gli USA è produttrice di stragi.

Di fatto si tratta dell’altro mito americano, quello del vendicatore solitario, della volontà di predominio, la fontiera nei suoi tratti oscuri, il self made man rovesciato, ma anche coincidente. Vite sedotte ed abbandonate dalla promessa di una vita splendente che divorano altre vite, innocenti.

La questione è strutturale perché gli Stati Uniti non sono mai stati in grado di fare i conti con la propria storia, con le matrici di fondo individualiste, razziste e classiste. In ogni ganglo del vivere associato si annida il morbo della supremazia, del primato, dell’eccezionalità americana.

Non vi sono possibilità di una transizione pacifica verso un mondo multipolare per lo stesso motivo per cui non vi sono possibilità che questa scia di morte trovi una conclusione, salvo uno sconvolgimento sociale radicale. L’accesso alle armi è solo un aspetto che potenzia la distruttività di un modello di società costruito intorno al saccheggio, al continuo divorare di risorse, di possibilità, di vite.

Mentre oggi il presidente Biden strilla contro la lobby delle armi ieri era seduto allo stesso tavolo con i maggiori produttori di morte del mondo a concodare un ulteriore sforzo bellico per sostenere un’economia nella palude e difendere il primato del gendarme del mondo. Queste armi, come sempre sgoccioleranno all’interno della società americana ed all’esterno nei più disparati scenari di guerra perchè business is business. Mentre Trump interverrà nei prossimi giorni alla convention della NRA proprio in Texas, ma in confronto al sostegno al complesso industrial-militare dei democratici nell’ultima legislatura sembra quasi poca cosa.

Più si avvicina il declino e più si serrano le mascelle. A cosa può portare questa decadenza è difficile prevederlo, possiamo augurarci che nelle faglie che si aprono emergano delle forze in grado di ripensare la società USA nel suo complesso a partire dai significativi conflitti sociali che ripropongono in forme diverse una cooperazione basata su un concetto di comunità in senso collettivo.

Intanto dovremmo chiedere ai nostri governanti, ai giornalisti atlantisti ed entusiasti se questo è il modello di società a cui vogliamo assomigliare.

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