InfoAut
Immagine di copertina per il post

Iraq: si chiama imperialismo, lo chiamano “guerra al terrorismo”

||||

Ieri un attentato esplosivo in Iraq ha portato al ferimento di cinque militari italiani nel Kurdistan iracheno di cui tre in maniera grave. L’attentato è stato attribuito con molta probabilità ad ISIS che secondo i media aveva già attaccato alcuni giorni fa una base nei pressi di Mosul con 17 razzi Katiuscia, senza vittime o feriti, dove erano presenti contingenti di forze speciali dell’esercito iracheno e addestratori americani.

La missione dei militari italiani nel nord dell’Iraq sarebbe di addestramento delle forze irachene e dei peshmerga curdi di Barzani, ma non si tratta di certo di un’azione da buoni samaritani contro l’ISIS, ma piuttosto di una difesa degli interessi della coalizione NATO sul territorio che vede molti asset strategici quali pozzi di petrolio e la famosa diga di Mosul dove, ricordiamo, i lavori di consolidamento della struttura furono affidati per 273 milioni di euro a una ditta italiana: la Trevi.

La zona è fortemente contesa e sotto le mire imperialistiche di diversi soggetti globali o regionali, dagli Stati Uniti alla Turchia di Erdogan che si fa forte della presenza di una minoranza turcomanna per provare ad avanzare un’influenza sulla regione.

Stupisce certamente il tempismo degli attacchi che sono i più significativi nella regione dalla ritirata generale di Isis del 2017.

La fuga di molti miliziani dello Stato Islamico in Siria e le dure proteste sul carovita che stanno imperversando soprattutto nella parte meridionale dell’Iraq e che sono state affrontate dal governo con una durissima repressione (oltre 300 morti) e uno spostamento delle truppe spiegano solo in parte la natura di questi attentati. C’è da ricordare anche tra gli altri fattori che solo qualche mese fa il governo iracheno aveva chiesto il ritiro del contingente degli Stati Uniti sul terreno suscitando il fastidio dell’amministrazione USA.

A fare scalpore è stato anche il comunicato del sindacato dei militari che afferma:

“I nostri colleghi oggi sono rimasti vittime dell’ennesima azione di guerra in un paese straniero che convive costantemente con la guerra e tra qualche giorno, quando la politica avrà finito di interessarsi della loro sorte e di discutere delle dotazioni e dei costi di queste missioni per rivendicare maggiori stanziamenti economici per comprare nuove e più potenti armi, tutto verrà dimenticato e i militari feriti, come tutti quelli che li hanno preceduti in questi lunghi anni di inutili guerre combattute all’estero, si ritroveranno, da soli, a dover fare i conti con le menomazioni e la burocrazia”. E si scaglia contro l’ipocrisia dei governi che continuano a definire l’intervento in questi scenari come “missioni di pace”. Non sappiamo quanto questa sia un’opinione effettivamente diffusa nell’esercito, ma in ogni caso apre una crepa nella narrazione che media e politici si ostinano a costruire sulle missioni all’estero.

Indubbiamente la codardia europea e USA mostrata in Siria dando luce verde all’invasione di Erdogan (sempre però tenendo ben al sicuro i pozzi di petrolio) e la pretesa neocolonialista che coinvolge l’occidente in un’Iraq martoriato dalla guerra ininterrottamente dal 2003 sono due facce degli stessi giochi geopolitici e disvelano tutta la cruda verità che si nasconde dietro la presunta “lotta al terrorismo” dei nostri paesi.

Con la crisi economica che non si ferma e il bilancio sotto gli occhi di tutti di quasi trent’anni di interventi “umanitari” in Medio Oriente, una confusa consapevolezza che i militari italiani in giro per il mondo siano li per difendere interessi che nulla hanno a che vedere con quelli dei popoli mediorientali o europei si diffonde. La necessità di tornare a pretendere il ritiro immediato delle truppe italiane dagli scenari di guerra e di sostenere l’autodeterminazione delle popolazioni locali si fa sempre più pressante.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

guerraINVASIONE TURCA ROJAVAiraqIsismilitari

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le nostre lacrime, il nostro sangue

Ursula Von der Leyen annuncia il piano ReArm Europe: una cifra monstre di 800 miliardi di euro, senza passare dal voto del Parlamento Europeo. In Italia i presunti “intellettuali” di Repubblica fremono per mettersi l’elmetto (ci vadano loro al fronte).

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La ritirata “strategica”

Lo scontro tra Trump, coadiuvato da JD Vance, e Zelensky va in scena in mondovisione. In venti minuti si palesa la divergenza tra due versioni della supremazia occidentale. Quando Trump accusa Zelensky di star giocando con la Terza Guerra Mondiale in realtà sta guardando negli occhi Biden e la dottrina neocons che travalica i due […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Germania: esiste un “male minore”?

La Germania si avvia verso un nuovo governo di grosse koalition tra CDU-CSU e socialisti, tra i vincenti e gli sconfitti di questa tornata elettorale. AfD si afferma come secondo partito, ma non conquista abbastanza voti da rendere impraticabile un governo senza il partito di estrema destra. Le esternazioni di Musk ed il progetto MEGA […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non guerra in Europa, ma guerra all’Europa

La telefonata tra Trump e Putin ha traumatizzato la pessima classe dirigente europea, gettandola nel panico. Mentre la guerra in Ucraina va verso il congelamento gli imbelli che governano il continente finalmente si stanno rendendo conto che questa non era solamente una guerra in Europa, ma una guerra all’Europa, portata avanti con mezzi non convenzionali […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Tramonto liberale sulla voragine

Qualcosa tramonta, chissà se sarà l’ora di un risveglio?

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Musk, o del servilismo dei patrioti

Un po’ più di dieci anni fa esplose lo scandalo “Datagate”: l’NSA, agenzia di intelligence statunitense, aveva spiato importanti politici e normali cittadini di alcuni degli stati dell’Unione Europea. Aveva suscitato particolare scandalo il fatto che tra gli spiati figurasse Angela Merkel, allora cancelliera tedesca, le cui comunicazioni private sul cellulare personale venivano intercettate dall’agenzia. […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale

“Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro.”

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa ci dicono le catene del valore? Dipendenza, crisi industriali e predazione finanziaria

Il dibattito politico profondo latita e ci si scanna per lo più su ciò che intimamente si desidera, invece che su ciò che concretamente succede. Per sbrogliare questa matassa forse dobbiamo fare un passo indietro e porci alcune domande su dove sta andando il capitalismo. In questo caso lo faremo con un occhio di riguardo […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra globale, una sola egemonia da garantire

Ich kenne Schritte die sehr nützen und werde euch vor Fehltritt schützen Und wer nicht tanzen will am Schluss weiß noch nicht dass er tanzen muss Io conosco passi che sono molto utili  e che vi proteggeranno dai passi falsi  e chi alla fine non vuole ballare  non sa ancora che deve ballare (Amerika – […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sciopero generale: il punto di vista degli studenti e delle studentesse

“Quello che vogliamo fare lo facciamo:se vogliamo bloccare, blocchiamo,se vogliamo parlare, parliamo.” Riprendiamo il comunicato congiunto di CUA Torino e KSA, sulla giornata di sciopero generale nel capoluogo piemontese. In questa giornata di sciopero generale, per 2000 giovani la manifestazione non è terminata in Piazza Castello, un grosso spezzone del corteo ha bloccato le stazioni […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

8 marzo: “Lotto, boicotto, sciopero”. Le corrispondenze dalle mobilitazioni in tutta Italia

8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne. “Lotto, boicotto, sciopero” è lo slogan scelto da Non Una di Meno per il nono sciopero transfemminista. Oltre 60 le piazze mobilitate, da Nord a Sud, in tutta Italia per “uno sciopero – dice Nudm nell’appello (clicca qui per il testo completo) – dal lavoro produttivo, riproduttivo, di cura e dai consumi, […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Verso lo sciopero dell’8 marzo: lotto, boicotto, sciopero

Ripubblichiamo questa puntata speciale in avvicinamento a L8 marzo curata da Radio Fabbrica e Non Una di Meno Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’enigma del riarmo europeo

Mentre scocca il terzo anno di guerra, finalmente si parla di negoziati di pace.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Repubblica Democratica del Congo: l’esportazione di coltan alla base del conflitto in Kivu

Nei giorni scorsi il movimento armato M23 ha conquistato la provincia del Kivu e la sua capitale Goma dalle forze governative congolesi, che si sono ritirate disordinatamente davanti all’avanzata di un gruppo ribelle che, sebbene combatta da 30 anni, si è presentato questa volta con armamenti moderni e massicciamente equipaggiato di tecnologia di ultima generazione.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

L’energia non è una merce: per uscire dal fossile non serve il nucleare, per la transizione energetica bastano le rinnovabili ma senza speculazione

Scriviamo questi appunti in merito al tema dell’energia nucleare per due motivi: abbiamo di fronte a noi il rischio di un suo effettivo ritorno gestito da mani incompetenti, antidemocratiche e senza scrupoli, come dimostrano le dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin e il suo disegno di legge..

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Contro le guerre, per una lotta comune -Incontro con Said Bouamama

Il 18 gennaio 2025 si è tenuto un incontro pubblico al Cecchi Point – organizzato dal collettivo Ujamaa, lo Spazio Popolare Neruda e Infoaut – con Said Bouamama, sociologo e storico militante antirazzista franco-algerino.