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La ripresa che non alLetta nessuno

A sentirlo al meeting dei ciellini il premier non votato Letta pare parlare chiaro: il segnale rivolto a quella che probabilmente é la maggioranza dei cittadini e delle cittadine di questo paese è “state buoni,siate cheti e lasciateci fare quello che vogliamo fino a quando non scoprirete che la ripresa miracolosamente avverrà”,parlando testualmente di “percorso di speranza che abbiamo cominciato”. Di e per chi sia questa speranza forse lo si capisce dai volti della platea, tra i rampolli e imprenditori professionisti delle grandi intese.

Il messaggio di Letta proietta direttamente masse in via di impoverimento e precarizzazione verso l’autunno. “Fidatevi di noi, non lasciatevi accarezzare dall’ idea del conflitto”, suggerisce apertamente.

Se da una parte può apparire un discorso scontato in un ambiente che fa della concertazione nascosta tra lobbies la sua ragion d’essere a prescindere dalla forbice delle inuguaglienze sociali, le parole di Letta, ruota di scorta dell’ecumenico Napolitano, tendono a pararsi rispetto alla direzione politica che il Governicchio sta intraprendendo.

Così “guardare alla politica Alta” può essere colto nel senso di lasciare che sia direttamente la finanza a stabilire l’entità delle misure di stabilizzazione all’interno di un quadro Europeo in cui già la Spagna, intraprendendo un cammino del genere in nome della “stabilità”, vive un clima “greco” anziché una propagandistica ripresa.

Già, perchè questa parolina magica e agitata in egual modo come quella di Spread nella formula di Governo precedente, è il paravento ad una ulteriore svendita dei diritti sul posto di lavoro, alla spoliazione delle risorse sociali e alla dequalificazione dei territori in nome del rafforzamento dei profitti.

Sebbene paia una macrospica evidenza, è bene tener presente la lontananza delle parole-intenzioni del Governo dalla situazione sociale che si agita ai livelli medio-bassi della società.

Che questa distanza si faccia tangibile e possa acuirsi nelle strade e nelle piazze del Paese; che questo auspicio inizi a prendere corpo e prospettiva.

V

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