InfoAut
Immagine di copertina per il post

NoTav e la questione del debito: la ‘Piazza Statuto’ dei beni comuni

La giornata del tre luglio alla Maddalena ha tra le altre cose messo in campo una capacità straordinaria di controcomunicazione. L’assedio portato avanti con determinazione da gente comune non pacificata ha permesso di rovesciare la strategia fin qui seguita dai poteri di oscurare la protesta e la sua vera posta in gioco riducendola a notizia di second’ordine del tg regionale e delle pagine torinesi dei quotidiani nazionali. Di colpo alta velocità e movimento Notav sono rimbalzati sul proscenio nazionale.

Di colpo le persone fuori valle hanno saputo che si vogliono ancora spendere decine di miliardi in un’opera nella migliore delle ipotesi controversa e che decine di migliaia di indignados, persone “normali” come loro, sono disposte ad opporvisi con quella determinazione. Scoperta o riscoperta che sia e, attenzione, al di là del giudizio di merito sulle “responsabilità” della giornata, fuori valle ci si ritrova costretti a chiedersi cosa è veramente l’opera progettata, chi paga, a beneficio di chi, per che cosa… Non male come controinformazione agita!

Contemporaneamente si è attivata una rete di mass self-communication (http://www.caffeeuropa.it/socinrete/castells.pdf) che si è contrapposta alla (scontata) criminalizzazione mediatica. Sono due risultati non da poco che agiscono su piani sì differenti ma che insieme rendono effettivamente possibile costruire consenso intorno ad una lotta radicale per i beni comuni che si sta interrogando sui passaggi che si trova davanti.

In questo la brezza di cambiamento che ha contribuito al successo referendario può giocare il suo ruolo insieme ai crescenti disastri procurati dal centrodestra. Una discreta minoranza della popolazione ha maturato o sta maturando l’esigenza di affrontare in modo nuovo, nel linguaggio dei beni comuni, i nodi dello sviluppo e della ricchezza. La maggioranza percepisce nella crisi la tempesta in arrivo e inizia a guardarsi intorno per nuove soluzioni. È su questo sentimento diffuso che il movimento Notav può e deve far leva per “uscire fuori” e rompere, mentre continua con le modalità che deciderà il suo assedio ai cantieri militarizzati, l’altro assedio, quello cui i poteri forti lo vogliono sottoporre su tutti i piani.

Non occorre andare a cercare lontano il terreno su cui impostare una battaglia generale per fare rete e allargare la lotta. Il nodo cruciale e prossimo è quello dell’attacco speculativo al debito pubblico italiano, con annessi e connessi.

Gli insider già ne parlano e sotto traccia stanno già attivandosi. Su Bloomberg, uno dei siti di informazione finanziaria di maggior peso internazionale, è comparso lunedì quattro l’articolo di un noto analista dal significativo titolo Sarà l’Italia il prossimo pezzo del domino europeo a cadere? (http://www.bloomberg.com/news/2011-07-05/could-italy-be-next-european-domino-to-fall-commentary-by-simon-johnson.html) Il ragionamento è serrato. La crisi debitoria europea non si è affatto conclusa con il pacchetto di austerità greco: “con un quadro economico precario l’Italia potrebbe essere la prossima a essere messa sotto pressione”. Non solo per l’entità in sé del debito sovrano, la scarsa crescita, l’inaffidabilità del governo: l’Italia in effetti rimane differente dalla Grecia, sotto molti punti di vista. Ma perché sta succedendo qualcosa nella dinamica della speculazione. Se fino al caso greco l’ottica degli “investitori istituzionali” è stata quella di dare per scontati i salvataggi (dei creditori, cioè di quelle stesse istituzioni) da parte della Banca Europea e di Berlino, ora si iniziano a mettere in conto le perdite possibili. Ma per un peso medio come l’Italia il salvataggio è “inconcepibile” proprio per la sua entità (circa due trilioni di euro di debito contro i trecentosessanta greci) e per i limiti del bilancio europeo e della volontà politica di Berlino. “L’Europa semplicemente non ha sufficiente volume di fuoco per gestire una crisi italiana, se non altro per proteggere completamente i creditori” (non si parla di quelli piccoli, of course). Di qui l’aumento in corso dei rendimenti sui titoli del debito pubblico con la conseguente difficoltà di raccolta sia per lo stato che per le banche italiane che risentono del rischio-sistema; di qui soprattutto la probabile fuga dal debito italico – quella dai titoli bancari è già in atto da settimane, lamenta IlSole (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-07-07/allestero-vuole-male-084104.shtml?uuid=AaTSZwlD) – con aumento dei tassi e ricadute negative su tutti i piani. Marcegaglia con i suoi appelli per una finanziaria ancor più pesante e operativa da subito è in buona compagnia internazionale…

Non il se ma il quando e come della tempesta è l’incognita. E’ chiaro allora il perché della fretta maledetta del partito trasversale dell’alta velocità. Ma anche dei dubbi sempre più diffusi tra la popolazione. Dubbi che qui e là trapelano addirittura negli stessi circoli del potere magari sub forma di scontro interno allo stesso Pd (tipo Liguria contra Piemonte sul terzo valico). Soldi non ce ne sono, e proprio per questo vanno accaparrati prima possibile! Ma intanto si avvicina la resa dei conti anzitutto per la finanza degli enti locali letteralmente maciullata dalla finanziaria di Tremonti (alla faccia del federalismo della Lega).

Il fattore tempo diventa così decisivo e i mercati non ne concederanno molto. Ma a chi? Il tempo degli affaristi non è quello del movimento NoTav. C’è una asimmetria costitutiva che va giocata contro. Resistere in valle un minuto più di loro è possibile se contemporaneamente si porta la battaglia sul piano politico generale e nazionale sicuri che quando la crisi si abbatterà sull’Italia il movimento avrà anticipato e agito il nodo fondamentale dello scontro, quello del debito come ipoteca sul futuro della vita di tutti/e. Debito che è “pubblico” quando si tratta di pagare i signori della finanza mentre i proventi riscossi sono sempre rigorosamente privati. Le ragioni del NoTav sono potenzialmente le stesse di chi si troverà a prendere posizione contro i piani di lacrime e sangue. Forse prima di quanto si pensi.

I movimenti per i beni comuni stanno oggi al debito come un tempo la lotta operaia allo sfruttamento, e dietro la questione di chi decide, del potere…

otto luglio 2011

_____________

http://www.infoaut.org/blog/storia-di-classe/item/2052-8-luglio-1962-la-rivolta-di-piazza-statuto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

3lugliocrisidebitono tav

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Economia di guerra: la riconversione dell’automotive in industria delle armi

Lo accennavamo nel nostro scorso editoriale: il piano ReArm EU va compreso anche alla luce della profonda crisi del capitalismo europeo, ed in particolare di quello industriale che vede il suo cuore in Germania.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le nostre lacrime, il nostro sangue

Ursula Von der Leyen annuncia il piano ReArm Europe: una cifra monstre di 800 miliardi di euro, senza passare dal voto del Parlamento Europeo. In Italia i presunti “intellettuali” di Repubblica fremono per mettersi l’elmetto (ci vadano loro al fronte).

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La ritirata “strategica”

Lo scontro tra Trump, coadiuvato da JD Vance, e Zelensky va in scena in mondovisione. In venti minuti si palesa la divergenza tra due versioni della supremazia occidentale. Quando Trump accusa Zelensky di star giocando con la Terza Guerra Mondiale in realtà sta guardando negli occhi Biden e la dottrina neocons che travalica i due […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Germania: esiste un “male minore”?

La Germania si avvia verso un nuovo governo di grosse koalition tra CDU-CSU e socialisti, tra i vincenti e gli sconfitti di questa tornata elettorale. AfD si afferma come secondo partito, ma non conquista abbastanza voti da rendere impraticabile un governo senza il partito di estrema destra. Le esternazioni di Musk ed il progetto MEGA […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non guerra in Europa, ma guerra all’Europa

La telefonata tra Trump e Putin ha traumatizzato la pessima classe dirigente europea, gettandola nel panico. Mentre la guerra in Ucraina va verso il congelamento gli imbelli che governano il continente finalmente si stanno rendendo conto che questa non era solamente una guerra in Europa, ma una guerra all’Europa, portata avanti con mezzi non convenzionali […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Tramonto liberale sulla voragine

Qualcosa tramonta, chissà se sarà l’ora di un risveglio?

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Musk, o del servilismo dei patrioti

Un po’ più di dieci anni fa esplose lo scandalo “Datagate”: l’NSA, agenzia di intelligence statunitense, aveva spiato importanti politici e normali cittadini di alcuni degli stati dell’Unione Europea. Aveva suscitato particolare scandalo il fatto che tra gli spiati figurasse Angela Merkel, allora cancelliera tedesca, le cui comunicazioni private sul cellulare personale venivano intercettate dall’agenzia. […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale

“Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro.”

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa ci dicono le catene del valore? Dipendenza, crisi industriali e predazione finanziaria

Il dibattito politico profondo latita e ci si scanna per lo più su ciò che intimamente si desidera, invece che su ciò che concretamente succede. Per sbrogliare questa matassa forse dobbiamo fare un passo indietro e porci alcune domande su dove sta andando il capitalismo. In questo caso lo faremo con un occhio di riguardo […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra globale, una sola egemonia da garantire

Ich kenne Schritte die sehr nützen und werde euch vor Fehltritt schützen Und wer nicht tanzen will am Schluss weiß noch nicht dass er tanzen muss Io conosco passi che sono molto utili  e che vi proteggeranno dai passi falsi  e chi alla fine non vuole ballare  non sa ancora che deve ballare (Amerika – […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Askatasuna: L’associazione a resistere non si arresta

Riprendiamo una serie di interviste fatte in seguito alla sentenza del processo Sovrano: Radio onda d’urto a Vincenzo:Crollata la montatura giudiziaria-poliziesca che ha cercato di criminalizzare le lotte sociali e l’opposizione alla grande opera inutile e dannosa del TAV con l’accusa di associazione a delinquere, l’associazione a resistere in un comunicato ribadisce che “Non si […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cade l’accusa per associazione a delinquere: una vittoria per le lotte sociali del Paese!

Riprendiamo il comunicato di associazione a resistere: Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese. Questo non […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il processo contro Askatasuna e No Tav “riguarda tutti”. Sotto accusa il diritto al dissenso. Lunedì la sentenza

Lunedì 31 di marzo è una giornata importante per le persone che si rivedono nelle lotte e nei movimenti nati attorno alla storia dei centri sociali in Italia

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Iniziati i lavori per la rotonda a San Didero

Questa mattina sono iniziati i lavori per la costruzione della rotonda di accesso al futuro autoporto di San Didero. Telt, per l’ennesima volta, non si è fatta scappare l’occasione per portare in Valsusa ulteriori disagi, soprattutto alla circolazione sulla statale. Con l’aiuto dei solerti operai e delle onnipresenti forze dell’ordine, la circolazione procede tutt’ora a […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’ex capo della Digos che ha condotto le indagini contro Aska e No Tav coinvolto nel caso Almasri

L’ex capo della Digos di Torino Carlo Ambra sarebbe coinvolto nel caso del torturatore libico Almasri.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Conflitto sociale, repressione, media: ancora il caso Askatasuna

Richieste di risarcimenti stratosferici, interventi a gamba tesa di vertici giudiziari, aggressioni mediatiche a catena: la criminalizzazione del conflitto sociale si arricchisce di nuove pagine.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

A Steu, partigiano di Valle Susa

Ad un anno dalla sua scomparsa, siamo consapevoli che non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per riuscire a rendere il giusto omaggio a Stefano Milanesi, Steu, per ricordare l’uomo e il compagno che è stato.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Viaggio nei cantieri del Tav tra mito e realtà. Il sistema “grandi opere” per espropriare, devastare e speculare

Sono passati 30 anni da quando, a inizi anni ’90, nasceva il movimento No Tav in Val di Susa (TO). Parallelamente alla sua storia, emergeva quello che sarebbe diventato il modus operandi di gestione manageriale dei beni comuni, della spesa pubblica, del territorio e della politica in Italia: le “grandi opere”. Un quantitativo ingente di […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Non sono i nostri figli che si devono vergognare, ma chi li persegue

La recensione del libro Carcere ai ribell3: storie di attivist3. Il carcere come strumento di repressione del dissenso, a cura di Nicoletta Salvi Ouazzene – Mamme in piazza per la libertà del dissenso – di Haidi Gaggio Giuliani recentemente pubblicata da serenoregis.org