Alla faccia dell’opportunità. Se l’alternanza scuola-lavoro si fa in polizia..
L’idea della Provincia di Milano la dice lunga..
Dalla scuola alla caserma. Se l’alternanza scuola-lavoro è stata spacciata da sempre come un meccanismo per avvicinare datori e studenti, al fine di ridurre la disoccupazione e facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, questa sembra sempre più strutturarsi anche come dispositivo ideologico.
Non si capisce infatti cosa ci sia di formativo nel compiere il proprio percorso di alternanza attraverso visite a caserme e mini corsi tenuti da carabinieri, poliziotti, vigili urbani e finanzieri, come stanno pensando di fare a Milano. Probabilmente l’obiettivo è altro.
Del resto lo stesso titolo della Stampa, in un lapsus ma manco troppo, descrive la questione come un “nuovo modo di confrontarsi” e un percorso per superare il classico confronto “tra insulti, candelotti e lancio di oggetti”.
Basta vedersi come nemici, bisogna imparare a conoscere i rispettivi ruoli, per imparare magari a comprendersi a vicenda, soprattutto quando si manganellano lavoratori, migranti, occupanti di case, studenti..
Insomma, quando si diceva, in occasione del g7 di Torino, che c’è lavoro e lavoro, si intendeva proprio questo. Non tutti i lavori sono uguali, non tutti sono indirizzati al miglioramento della società, non tutti hanno dei lati buoni o un contenuto intrinseco di dignità.
Senza dubbio, non c’è alcuna dignità nell’imparare a fare lo sbirro..
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