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Catalogna, giornata di mobilitazione studentesca

La Pudup, che concentra sindacati, professori, personale amministrativo e studenti, giustifica la mobilitazione anche per “l’emergenza sociale che vivono i centri educativi”; la piattaforma in particolare non riconosce la Lomce in quanto la considera una riforma che incentiva la segregazione, tanto sessuale (finanziando istituti separati per maschi e femmine) quanto classista, “facendo convergere la valutazione sulle capacità di apprendimento a quelle sulla classe sociale di appartenenza”.

 

Tutto ciò a fronte di una bolla universitaria sempre più evidente in Catalogna: tanti giovani vi si stanno iscrivendo in numeri sempre più alti non tanto per un bisogno puramente formativo, ma per mancanza di alternative, e frattanto le borse di studio calano sempre più in numero e risorse, lasciando molti universitari e famiglie sull’orlo del precipizio.

A partire da questi presupposti, migliaia di studenti e alcuni professori han percorso in lungo e in largo il centro di Barcellona verso mezzogiorno. I palazzi governativi e le filiali delle principali banche sono state sanzionate con uova e vernice a più riprese. Alla fine del corteo sono stati decine i bancomat fuori uso.

I Mossos d’Esquadra (polizia catalana) si sono contraddistinti come sempre per aver offerto l’imbarazzante spettacolo di inseguire il corteo con i blindati lungo i viali, dopo che era stato dato fuoco ad alcuni cassonetti davanti alla sede dell’ Unió Democrática de Catalunya (UDC), sede protetta da un ingente dispositivo poliziale che sbarrava l’accesso.
I caroselli susseguenti hanno portato all’arresto di cinque manifestanti

La giornata di lotta ha avuto inizio con l’azione incisiva da parte di gruppi di studenti che autonomamente hanno realizzato dei picchetti bloccando l’accesso alle facoltà e facendo desistere altri studenti e docenti dall’ entrare.

I picchetti più grossi si soni dati nel Campus Diagonal e all’ingresso dell’ Università Autónoma, dove si è registrata la pressoché totale desertificazione dei Dipartimenti. Una giornata molto lunga e intensa quindi, considerato che i primi blocchi si son dati alle 8 della mattina ma solo a mezzogiorno la marea di studenti è confluita in corteo (oltre trentamila manifestanti), mandando in tilt la circolazione metropolitana per circa cinque ore.

Le forme di sciopero universitario che stanno venendo messe in campo a partire dai campus catalani intersecano dunque l’operato principalmente filo-sindacale che ricompone diversi settori dell’università pubblica (tecnici, docenti, personale amministrativo) con quello territorializzato dei gruppi studenteschi autorganizzati che da ottobre in poi hanno continuato a movimentare le facoltà con assemblee e iniziative. Il #28F è di fatto il secondo sciopero giornaliero nell’arco di quattro mesi.

I commenti dei Rettori delle università barcellonesi si son fermati perlopiù a dare un vago appoggio alle forme di protesta, mentre alcuni docenti, come il liberale docente di economia dell’ Autonoma, hanno espresso un forte dissenso, motivato con un “dovremmo accettare di essere tutti più poveri”.

Intanto il contesto dice che il deficit delle 7 università pubbliche catalane arrivano a 250 milioni di euro, e che la spirale dei tagli va avanti, dall’ ulteriore sottrazione di fondi pari al 20% del finanziamento totale, a l licenziamento in tronco di docenti (660 in meno solo in questo Anno Accademico!).. I costi ovviamente continuano a essere scaricati sulle spalle di studenti sempre più indisposti ad essere vessati da riforme austericide.

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