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Cile. 80mila studenti contro la riforma educativa: la polizia carica, 214 arresti

Dopo aver percorso le vie della città, si sono verificati momenti di tensione e cariche della polizia, che hanno portato a fine giornata, un bilancio di 214 arresti, di cui 52 minorenni, e molti feriti per via delle pallottole di goma sparate dalla polizia così come l’uso di idranti e lacrimogeni. Diverse manifestazioni si sono svolte anche in altre città cilene, continuando così l’onda di mobilitazione contro la riforma, mirata a privatizzare il sistema educativo. Moltissimi sono gli studenti e professori che continuano a reclamare un’educazione pubblica, gratuita e di qualità e già nei giorni scorsi altre iniziative sono state messe in campo: solo due giorni fa, moltissimi studenti hanno infatti bloccato e occupato simbolicamente il ministero dell’istruzione, annunciando così una battaglia tutta in divenire contro la nuova riforma.

Già in passato l’ex presidente Sebastian Pinera (2010-2014) approvò una riforma educativa e una fiscale lasciando allo Stato la gestione dei crediti bancari in ambito universitatio a migliori condizioni rispetto a quelle offerte fino ad allora dalle banche private agli studenti. Una soluzione che di fatto continua ad obbligare studenti e studentesse a ricorrere a crediti per finanziare l’educazione universitaria, polverizzando l’idea di un’educazione pubblica e gratuita. La neo presidente Bachelet non sembra però da meno, poichè continua a dare spazio e forma ad una riforma che rivela moltissime ambiguità, promuovendo una visione economica che continua ad essere la stessa dei suoi predecessori. D’altronde, già in passato, quando Bachelet ha presieduto il governo dal 2006 al 2010, quello stesso governo ora in carica dimostrò un’incapacità e una non volontà di garantire un sistema educativo pubblico e di qualità, mentre la determinazione degli studenti e delle studentesse non accenna a diminuire.

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