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Cosa comporta il nuovo calcolo ISEE

In questa prospettiva va letta la decisione del governo Renzi di varare un nuovo sistema di calcolo dell’ISEE, entrato in vigore il 1 gennaio 2015, che tramite l’uso di nuovi parametri farà apparire sistematicamente più alti i redditi calcolati, rimanendo immutati quelli reali, rendendo di conseguenza più difficile l’accesso alle prestazioni sociali agevolate. In pratica, come indicato da una stima del Sole 24 Ore, i patrimoni del 2015 risulteranno più cospicui dall’ 8% fino al 30%  a parità di condizioni reddituali oggettive con il 2014.

La cosa più paradossale è che con la riforma il welfare stesso risulterà come reddito: chi beneficia al momento di alcune prestazioni sociali, una volta conteggiato il valore reddituale di quelle stesse prestazioni, rischia poi di vedersi  escluso da altre.

L’attacco si fa particolarmente acuto  per quanto riguarda l’università, dove a partire dall’anno prossimo le borse di studio rischiano di diminuire significativamente e le tasse di aumentare; il nuovo ISEE prevede infatti  sia l’inclusione di tutti i redditi esenti ai fini Irpef (come  le pensioni di invalidità!)  sia la valorizzazione del patrimonio immobiliare e una franchigia minore per quello mobiliare. Inoltre il nucleo famigliare viene definito in modo più stringente: ad esempio il genitore divorziato conta anche se non versa gli alimenti. Per di più vengono aggiunti nel calcolo i redditi dello studente, tra cui la borsa di studio, che peserà  sull’ISEE per pagare le tasse universitarie.

Tutto questo rischia di produrre un ulteriore impoverimento degli studenti, che saranno costretti a sempre maggiori sacrifici per garantirsi l’accesso agli studi. Le prime stime, provenienti dalla Toscana, unica regione che per ora ha fatto un calcolo di quello che cambierà il prossimo anno, indicano infatti delle prospettive molto fosche. Rischiano di perdere la borsa di studio o subire decurtazioni il 14% degli studenti che nel 2015 erano stati reputati idonei.  Inoltre, secondo Irpet,  Istituto regionale programmazione economica , solo il 63% degli aventi diritto sarà comunque incluso senza cambiare fascia. Secondo i calcoli, a causa di una componente patrimoniale  troppo alta, saranno esclusi quasi il doppio degli studenti rispetto allo scorso anno. Ci sono poi 961 universitari che avranno una riduzione della borsa per un aumento della componente reddituale, legata ad esempio ad una pensione percepita da un parente.

Insomma il nuovo anno rischia di incominciare all’insegna di una nuova  pesante offensiva verso   il reddito  di quel precariato giovanile che attraversa le università con sempre meno garanzie. Per quel momento sarà necessario farsi trovare pronti a dare battaglia, perché sappiamo bene che  solo con la lotta è possibile ribaltare la prospettiva di chi ci vuole sempre più espropriati e sottomessi , per costruire un esistente diverso.

tratto da UnivAut

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