Da Agora99: intervista al movimento studentesco di Alicante
In che forma agiscono le misure d’austerità dentro le università?
Il fatto più lampante è che la gente ormai non può più permettersi di pagare le università, e dentro le strutture è sempre più frequente vedere un sovraffollamento insostenibile, specie nelle lezioni, dove sovente gli studenti sono costretti a restare nei corridoi per via dell’accorpamento degli insegnamenti. Le borse di studio ormai sono un miraggio, non ci sono più soldi per esse, ed è notizia di qualche giorno fa, letta da un giornale che, nonostante nella nostra università si aumentassero le tasse fino ad averne un ricavo di 40 milioni di euro, il bilancio dell’Ateneo è in passivo di 40 milioni di euro!
Le misure che son state approvate a velocità record dal governo centrale vanno tutte a favore di un ingresso dei privati nei meccanismi decisionali e di programmazione del bilancio, e che si traduce nell’estromettere i figli della classe dall’accesso allo studio, dato che si produce una forte segmentazione sociale. Nell’ultimo anno sono state aumentate le tasse di oltre il 70%.
Che forma di lotta suggerite dentro e contro l’università della crisi?
Sicuramente quella di trovare un linguaggio comune tra le diverse università, tornare nelle strade con manifestazioni, occupazioni di edifici, occupazione di facoltà dove trovare una sintonia con i lavoratori e i docenti precari e così paralizzare l’università.
Che ruolo ha secondo voi un piano transnazionale di lotte in università?
Un ruolo vitale, perché capace di riprodurre immaginario collettivo, dove qualsiasi studente possa poi riconoscersi nelle rivendicazioni, per pensare che la lotta localizzata è un tassello importante di un processo di trasformazione europeo. Anche con questa tensione assumiamo il #14N come data in cui far convergere la forza degli studenti.
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